La sostenibilità non va in vacanza neanche in autunno ed inverno. Nella stagione fredda, tra le mete più ambite, vi sono quelle delle vette: dalle Alpi agli Appennini passando per tutte le alture d’Italia sono in tanti coloro che, scarponi, sci e tavole ai piedi, non vedono l’ora di salire e scendere alla conquista della montagna. Ecco quindi alcuni consigli per farlo all’insegna della sostenibilità, un passo che dovrebbe essere dovuto da parte di ogni visitatore considerato che parliamo di ecosistemi spesso fragili, messi a rischio dai cambiamenti climatici e dall’impatto che può discendere da un turismo di massa che non badi alle conseguenze delle proprie azioni.

Proprio per questo spesso iniziative di comunicazione e informazione partono dagli stessi enti locali interessati, come ha fatto la Val di Sole che ha lanciato un decalogo per lo sciatore ecosostenibile con lo scopo di allearsi con turisti e sportivi per rispettare e tutelare le amate montagne.

Cosa si intende per turismo sostenibile

Cosa si intende per turismo sostenibile? In parole semplici, il turismo sostenibile è quella tipologia di turismo che si fonda sul rispetto dell’ambiente e della popolazione locale, nella piena consapevolezza dell’impatto economico, sociale e ambientale che la presenza di turisti ha su un territorio. Questo tipo di turismo coinvolge sia i visitatori sia chi offre i servizi: i turisti, infatti, devono comportarsi in modo etico, riducendo il proprio impatto sulle risorse ambientali, rispettando la comunità locale e agendo in modo green; dall’altra parte, però, anche i gestori delle strutture turistiche devono proporre servizi attenti alla sostenibilità.

Che tipo di turismo c’è in montagna

Se per anni la montagna è stata una meta ‘di nicchia’, ultimamente sempre più persone la stanno scoprendo, apprezzandone le meraviglie che offre. Il turismo montano, ancora lontano dal poter essere definito ‘di massa’, è legato soprattutto agli sport invernali, come lo sci, e a quelli estivi, come il trekking. C’è poi un turismo più ‘d’avventura’, costituito da quelle persone che amano il brivido dell’arrampicata e dell’escursionismo professionistico, e un turismo legato al relax, composto da chi ama coccolarsi in Spa affacciate sulle vette. Tutte queste tipologie di turismo possono (e, anzi, devono) essere sostenibili. Scopriamo come.

weekend alle terme

La meta giusta: come sceglierla e come arrivarci

Se il richiamo delle cime innevate e degli sport invernali è quel che sentite come un canto della sirena, sarà fantastico farsi “ammaliare”. Certo però è che potremo decidere noi dove andare magari seguendo qualche buona regola di sostenibilità. La prima è prediligere aree non troppo lontane dal nostro punto di partenza. Sarebbe poi utile valutare la possibilità di poterle raggiungere lasciando a casa l’auto privata. Per quanto riguarda invece abbigliamento e attrezzature spesso si possono affittare in loco, come tra poco vi racconteremo, viaggiando così più leggeri! Anche sulle maestose Alpi sono diverse ormai le mete che prevedono la possibilità di esser raggiunte grazie a treni, funivie e skibus.

Se il vostro viaggio ha come scopo il praticare un po’ di sci, ricordate di informarvi sull’origine delle vostre piste. Nel caso siano coperte da neve artificiale, l’accortezza è scegliere quelle che per l’innevamento utilizzano acque di recupero e zero prodotti chimici, come ad esempio in Val di Sole.

L’abbigliamento e attrezzatura da montagna è ecofriendly

Quando si va in montagna, specie nelle stagioni invernali, ci si dota di un abbigliamento specifico per il clima rigido, le condizioni meteorologiche tipiche delle alture e in relazione alle attività sportive che si intendono praticare.

Esistono a riguardo molteplici scelte che consentono di ridurre il proprio impatto ambientale.

La prima cosa da valutare è quella di individuare effettivamente solo ciò che ci serve. Senza inseguire le mode più o meno stagionali, se possediamo già un capo perfettamente funzionante, non ha senso, dal punto di vista ecologico, prendere un doppione solo perché il modello è da ritenersi superato solo in base a regole fashion. Se poi si fosse sfilata una cerniera o venuta via una cucitura, provate in primis a ripararli. Probabilmente torneranno come nuovi con un minimo investimento.

Valutiamo poi la possibilità di chiedere in prestito ad amici e parenti i capi che possono servirci. Spesso gli abiti da montagna vengono messi per pochi giorni, specie per chi li adopera solo per la classica settimana bianca. Praticamente nuovi passano gran parte dell’anno infatti riposti in qualche armadio.

L’altra opzione, come perfetto esempio di sharing economy, è il noleggio: dall’abbigliamento tecnico all’equipaggiamento sportivo, oggi è possibile praticamente affittare di tutto. Giacconi, scarponi, sci, tavole da snowboard saranno a disposizione in base alle esigenze ma non avrete l’impiccio di doverle portare con voi e ricondurle a casa, oltre che trovare loro spazio.

Se invece propenderete per l’acquisto, potreste innanzitutto rivolgervi al mercato dell’usato.

In ogni caso, sia per il nuovo che il second hand, una accortezza è il verificare che il capo sia senza i perfluorocarburi (PFC).

Queste sono sostanze – come portato alla luce da una nota inchiesta di Greenpeace condotta nel 2012 – rintracciate purtroppo in campioni di acqua e neve ad alta quota, ciò perché usate da diverse catene di abbigliamento outdoor per rendere impermeabili i capi. Oggi, dopo anni di campagne di sensibilizzazione, sono diverse le collezioni che hanno trovato alternative ben più sostenibili.

Lasciamo la montagna più pulita di come l’abbiamo trovata

Nel 2014 le immagini delle tonnellate di rifiuti raccolte su K2 fecero il giro del mondo. Purtroppo luoghi che dovrebbero rimanere d’incanto divengono spesso delle pattumiere a cielo aperto. Se la prima regola che tutti dovrebbero seguire è quella di non gettare nulla, sarebbe anche buona norma raccogliere e mettere nello zaino ciò che si trova magari durante una passeggiata o una ciaspolata. In generale poi, ci si può attrezzare per cercare proprio di ridurre i rifiuti generati durante la vacanza sulle alte vette.

Nello zaino del perfetto eco amante della montagna potremo avere borracce per l’acqua, ma anche tazze termiche lavabili per le bevande calde. Pensate poi che all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio è stata addirittura fatta una scelta radicale in favore dell’ambiente: quella di Pejo3000 è stata la prima ski area plastic free del Pianeta. Qui sono messe al bando plastiche usa e getta, incluse le bottiglie!

Il menù da montagna

La montagna è un luogo che racconta la propria biodiversità anche a tavola. Sarà importante chiedere quali sono i piatti tipici locali e di stagione, preferire quelli realizzati con materie prime e prodotti che hanno ottenuto certificazioni relative all’indicazione geografica (come Dop e IGP), eventualmente selezioni di cibi biologici o presidi slow food. Oltretutto in questo modo aiuterete a sostenere le economie locali montane. Infatti l’isolamento delle aree montane spesso diviene un ostacolo all’accesso al mercato per i piccoli produttori fuori dalle proprie zone, sostenerli in loco darà quindi vita all’economia locale e a voi, mediante le prelibatezze enogastronomiche, rimarrà vivido il sapore della vacanza per molto tempo nei ricordi.

Grazie a mele, erbe tipiche e spontanee sono diverse al giorno d’oggi le bevande, cocktail incluse, realizzate grazie ai sapori tipici delle terre montane. Da provare assolutamente.