Zinnia: inno alla gioia
Mi sono innamorata di lei, la Zinnia, quasi per caso. Non sapevo quanto facile e gratificante fosse ospitarla nel mio Giardino Felice che ancora era un pezzo di montagna terrazzata, molto più selvaggio (e forse anche più saggio) di quanto non lo è oggi.
Per caso perché cercavo (proprio a caso essendo allora una giardiniera in erba) delle corolle belle e rifiorenti, dai colori decisi, quasi scioccanti. Allora dicevo “bold colors” (ndr: tinte audaci, forti) perché ero ancora una giornalista di moda e descrivevo le botaniche con la stessa terminologia che ero solita utilizzare per le didascalie dei servizi fotografici.
Le prime Zinnie, le mamme biologiche di quelle che vedo ora sul mio tavolo, arrivate oramai alla decima generazione, mi arrivarono da Gaggero (https://www.vivaigaggero.it), il vivaio di Carasco che mi ha adottata, accompagnandomi passo passo e con molta pazienza in questa mia transizione green. Il vivaio che mi ha anche legalmente spacciato quasi tutto ciò che mi è servito per iniziare questa bella avventura.
Acquistai una bustina di questa pianta annuale, originaria del Messico ma felice quasi ovunque, anche un po’ controvoglia. Ma mi fidavo, mi sono sempre fidata di tutti lì in vivaio, forse perché da loro l’amore per il verde si respira. Controvoglia perché l’immagine della corolla sulla confezione mostrava qualcosa di davvero appariscente, vistoso, quasi pacchiano per una redattrice di moda (“flashy” per restare in tema didascalie) pensavo allora, non rendendomi ancora conto che la Zinnia è -semplicemente- un inno alla gioia, all’estate, alla vita. E indiscutibilmente alla bellezza.
Ora lo so. Per questo ve ne voglio parlare subito, anche se purtroppo non è più stagione di semina (per questo dovrete aspettare la prossima primavera), ma di raccolta di semi. Forse meglio?
Coltivare il tramando
Recuperare e conservare i semi di Zinnia è tra i lavoretti settembrini più facili, veloci e appaganti da fare in giardino. Basta recidere le corolle essiccate sulla pianta e “sgranarle” con le mani, facendo attenzione a non esercitare troppa pressione per non rovinare i semi che hanno la bellissima forma di una lancia e, assottigliandosi come un punto vita da modella proprio a metà della loro lunghezza, restano piuttosto delicati. Dopodiché basta riporli in un sacchetto di carta (io riciclo quelli del pane, vanno benissimo) in un luogo fresco, buio ed asciutto, aspettando la prossima primavera (ricordiamocelo, vi spiegherò allora passo passo come seminare, anche se davvero questa specie ha una germinabilità così buona che fa quasi tutto da sola, promesso).
Se non ne avete a disposizione, chiedetene una corolla a chi ne ha. Davvero, bastano pochi semi (e un fiore solo ne ha già tantissimi) per iniziare questa relazione d’amore, che ho la sensazione durerà a lungo.
Perché lei, la zinnia?
Per una serie infinita di buone ragioni: non solo è facile da seminare e far germinare, ma anche e soprattutto da coltivare. Si adatta bene in vaso anche se dà il meglio di sé in piena terra, non ha bisogno di troppe cure se collocata in un luogo molto soleggiato e protetto. Ha anche esigenze idriche ridotte ai minimi termini nonostante la copiosa fioritura super duratura, e le sue corolle sono multicolor, semplici doppie o stradoppie in base alla varietà scelta (che poi si ibriderà in autonomia coi semi del tramando).
Inoltre la corolla tiene bene -benissimo!- il vaso, ed è perfetta per i mazzolini estivi nei quali si fa davvero notare per colore e gioia.
Non vi basta? Potrei continuare per righe e paragrafi. Aggiungo: la Zinnia è molto amata dagli impollinatori proprio per questo suo look così appariscente, quindi è perfetta seminata qua e là anche nell’orto, perché lei attira api e bombi ma non solo su di sé. Infine, un’ultima info: i petali sono pure eduli, anche se io non ne vado matta perché al palato risultano un pochino coriacei. Li uso però per decorare i piatti più spenti (leggi: quelli ahimè meno riusciti). Se non sono buoni… che siano almeno molto belli!
Pillola verde
Per facilitare la rifioritura, tagliate i capolini oramai secchi con una forbice proprio sopra l’attacco del palco fogliare più prossimo. Proprio da lì si genereranno nuovi fiori, fino all’arrivo dei primi freddi.
Curiosità
Non sono una fanatica del linguaggio dei fiori, ma mi piace controllare il significato di ogni specie soprattutto dopo averla conosciuta bene e ospitata per un po’ nel mio Giardino Felice. Devo dire che per la Zinnia non si sarebbe potuto dire di meglio e di più giusto: proprio perché è una pianta poco esigente e coloratissima, simboleggia semplicità, tenacia e buonumore. Ve lo richiedo: come si fa a non amarla?