Chi non ha in casa almeno uno smartphone o un computer? Divenuti strumenti essenziali nella vita di tutti i giorni, in casa come in ufficio, sono continuamente a portata di mano (e di pollice) per quasi tutti gli italiani. Eppure ci siamo mai chiesti come essere più virtuosi, dal punto di vista ambientale, nell’uso ma anche nella scelta di tali dispositivi?
Spesso infatti quando si parla di sostenibilità, si fa accenno alle buone pratiche legate ai consumi derivanti dall’utilizzo di determinati beni come, ad esempio, i climatizzatori o le automobili. Tali aspetti sono certamente importanti e quindi è bene attuare tutte le precauzioni utili ad evitare sprechi come, ad esempio, non mantenere elettrodomestici, televisori e ovviamente anche pc e cellulari in stand-by o, peggio ancora, lasciarli accesi quando non serve. Tuttavia è essenziale considerare che l’impatto ambientale di uno strumento non è limitato solo al suo utilizzo: per produrre qualsiasi oggetto – e per smaltirlo – si consumano risorse che non sono mai illimitate. Allungando la vita di un bene, quindi, se ne ridurrà l’impronta ambientale. Ecco quindi alcuni consigli per essere più green anche con i nostri smartphone e computer!
Alla scoperta dei dispositivi ricondizionati
Se è arrivato il momento di acquistare un nuovo dispositivo, perché non valutate l’ipotesi di sceglierne uno ricondizionato (in inglese refurbished)? Si tratta di prodotti dispositivi elettrici o elettronici usati che vengono rimessi in circolo, in buone condizioni, dopo essere stati revisionati. Da dove provengono? Talvolta sono stati oggetto di lunghi noleggi o di leasing da parte di aziende che cambiano spesso il parco computer o smartphone dei propri dipendenti. In altri casi sono stati venduti dal precedente proprietario ad un negozio, sono frutto di un reso o, ancora, non vengono venduti nel mercato “primario” perché presentano difetti estetici. L’apparecchio in questione – per essere rimesso in commercio come ricondizionato – viene testato, all’occorrenza riparato (con l’aggiornamento dei software), igienizzato per poter quindi esser rivenduto con l’indicazione di “ricondizionato”. Tutti questi prodotti, peraltro, oltre ad essere perfettamente funzionanti, sono assistiti da una garanzia di un anno, come previsto dalla legge. Questa scelta è economica perché consente di ottenere un gran risparmio rispetto ad un prodotto nuovo ed ecologica visto che continueremo a far circolare strumenti già preesistenti, rimandando il momento in cui dovranno essere buttati!
Che upgrade! (Ovvero aggiungere nuove funzionalità al vecchio apparecchio)
Spesso la scelta di cambiare smartphone o computer non dipende da eventuali guasti del nostro device quanto dalla voglia di avere un modello con caratteristiche diverse o di avere le funzionalità reclamizzate nelle ultime pubblicità. A volte quindi si tratta di soddisfare un desiderio generato dalla cosiddetta obsolescenza percepita e di seguire la moda del momento che vede nell’ultimo modello di un particolare device uno status symbol al quale non si può rinunciare. Se il problema è rappresentato dai giga, si potrebbe cercare di risolverlo cancellando ciò che non serve più o spostando la galleria fotografica in una card o in un hard disk esterno (creando così una copia di backup) o, qualora si tratti di file ai quali dobbiamo spesso accedere, tramite i servizi in cloud.
Nel caso in cui sia per noi necessario fruire delle funzionalità offerte dai nuovi modelli, possiamo verificare l’esistenza di app sostitutive di tali tecnologie o se sia possibile fare un upgrade del software o far sostituire qualche componente obsoleta. Quando, invece, dobbiamo affrontare un guasto non è sempre corretto il luogo comune che sostiene che conviene ricomprarlo anziché ripararlo. Prima di sostituire il nostro device chiediamo una stima o un’alternativa ad un tecnico: se la webcam interna si è rotta, ad esempio, potrebbero bastare pochi euro per acquistarne una esterna!
Adottando queste buone pratiche – con spese spesso contenute – continueremo ad usare l’apparecchio già in nostro possesso allungando la sua vita!
Cosa fare se voglio dar via un pc o un cellulare funzionante
Cosa fare del vecchio notebook o del telefonino che non usiamo più? Riporli nei cassetti o nelle soffitte potrebbe essere un vero spreco: potremmo rivenderli (anche il settore dell’usato ha un grande mercato) o regalarlo magari ad una onlus che potrà revisionarlo e donarlo a chi ne ha bisogno. Infatti, un po’ come avviene nel caso dei prodotti refurbished, sono attive diverse associazioni no-profit che raccolgono computer, tablet o cellulari per donarli a persone non abbienti che potranno riutilizzarli per motivi di studio o di lavoro. Negli ultimi anni, ad esempio, nel corso dei periodi più bui della pandemia, molti studenti hanno potuto continuare a svolgere attività didattica a distanza grazie a tablet o computer messi a disposizione dalle rispettive famiglie. Non tutti, però, hanno avuto la possibilità economica di affrontare questa spesa e la filiera solidale di chi donava e chi rimetteva in funzione ha garantito il diritto allo studio di molti bambini e ragazzi.
Dove buttare smartphone e pc non funzionanti
Cosa accade però se il nostro cellulare o pc è davvero inutilizzabile? Anche se troppo vecchio o non riparabile può avere un valore per la società. Dimenticatevi di buttarli nell’indifferenziato (frazione secca) o di riporli in soffitta. Questi apparecchi rientrano all’interno dei cosiddetti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) la cui caratteristica comune è quella di essere congegni il cui funzionamento richiede l’impiego di energia elettrica. Sono apparecchi complessi, composti da diversi materiali (plastica, vetro, metalli) tra cui le cosiddette “terre rare”. Se dispersi in natura tali dispositivi possono essere molto inquinanti, mentre se vengono avviati alla raccolta differenziata, diventano piccole miniere d’oro dell’economia circolare. Quindi dove si buttano? Solitamente vengono ritirati presso appositi centri di raccolta comunali per essere poi spediti ad appositi centri di trattamento. Tuttavia questa non è l’unica opzione: i consumatori spesso ignorano che quando si acquista un apparecchio elettronico da un venditore o da un installatore quest’ultimo, su semplice richiesta dell’acquirente, è obbligato a ritirare gratuitamente il vecchio dispositivo. Comprate un nuovo computer? Potete consegnare al venditore il vecchio esemplare che sarà poi avviato al riciclo: questa pratica viene comunemente chiamata “Uno contro Uno”.
Per i piccoli dispositivi – ovverosia quelli che non superano i 25 cm di lunghezza come, ad esempio un tablet o un cellulare – è addirittura possibile avvalersi dell’ “Uno contro Zero” che consentirà al cittadino di consegnare il vecchio device in tutti i negozi di elettronica con un’estensione inferiore ai 400 mq senza obbligo di effettuare l’acquisto di un nuovo bene. Nel caso dei negozi più piccoli il recupero del vecchio oggetto senza obbligo di acquisto del nuovo è invece facoltativo.