A una decina di giorni dalla fine del mercato tutelato per il gas sono ancora moltissimi gli italiani che non hanno scelto un nuovo contratto, rimanendo di fatto “nel limbo”, ma tempestati di offerte più o meno allettanti dai gestori. Per chi non ha optato per un nuovo fornitore nel mercato libero, infatti, è scattato il servizio di “PLACET in deroga”. Secondo una ricerca condotta da Segugio.it, però, una famiglia con un consumo medio può arrivare a pagare fino al 7% in più rispetto alla migliore offerta del libero mercato. Attenzione, però: avere fretta di scegliere un operatore nuovo può costare anche molto caro. I consigli dell’esperto.
Fine del mercato tutelato del gas
La data, spostata più volte e che le associazioni dei consumatori chiedevano di posticipare ulteriormente, è ormai passata: dal 10 gennaio il mercato tutelato del gas è terminato. Significa che tutti gli utenti sono chiamati – se non lo avevano già fatto – a passare al mercato libero. Nel frattempo e a chi non ha ancora le idee chiare sul nuovo operatore, è stata assegnata, d’ufficio e dallo stesso fornitore che li serviva in Tutela, una tariffa chiamata PLACET in deroga, dove PLACET è un acronimo (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela). Indica la condizione di transizione in cui viene applicata una tariffa standard, dallo stesso fornitore, basata su un prezzo del gas definito dall’autorità. Insomma, un “limbo”, che comunque non durerà per sempre.
Quanto tempo si ha per scegliere
Il PLACET in deroga, dunque, ha una scadenza: entro il 31 dicembre 2024 si dovrà effettuare una scelta nel mercato libero del gas. Lo stesso accadrà, pur con tempi differenti, per la luce: la fine del mercato tutelato, infatti, è fissata al 1° luglio 2024 e in questo caso la fase transitoria (chiamata di tutele graduali) terminerà il 31 marzo 2027. Il tutto escludendo i cosiddetti “vulnerabili” che hanno condizioni diverse (sono gli ultra 75enni, chi ha Isee sotto i 15mila euro e particolari condizioni di salute). Ma come si sceglie un nuovo operatore? Per aiutare i clienti a districarsi nella giungla delle offerte l’Autorità di Regolazione per Energie Reti e Ambiente (Arera) ha pubblicato l’elenco dei codici offerta relativi alle PLACET in deroga, in modo da confrontare i prezzi.
Come si confrontano i prezzi del gas
Come spiega Arera, è possibile consultare il sito ilportaleofferte.it che è un portale pubblico, indipendente e istituzionale, dove inserire il codice offerta relativo alla propria fornitura del gas attuale. Qui si dovrebbero trovare «le ipotesi di spesa annuale di ciascuna possibile alternativa, sia nel mercato libero che con le PLACET in deroga». Il condizionale è d’obbligo, però, perché l’elenco è molto lungo e non è sempre facile districarsi. Anche armandosi di pazienza, poi, l’Unione Nazionale Consumatori ha verificato che il rischio di pagare di più è molto più che concreto: «Si possono trovare offerte più convenienti nel mercato libero, ma sono pochissime. A Roma, ad esempio, ci sono solo 4 offerte del mercato libero più convenienti della PLACET in deroga su un totale di 458 offerte, cioè lo 0,66%, mentre a Milano si scende allo 0,63%», spiega Mauro Antonelli, dell’Ufficio Studi dell’associazione.
Attenzione al costo finale del gas
«Dalle nostre ricerche su Roma è emerso che quasi tutte le offerte costano di più e si può arrivare a pagare fino a 8.601,84 euro all’anno, ben +6.803,59 in più della Placet in deroga e +6.804,64 in più rispetto alla tutela della vulnerabilità – prosegue Antonelli – La più conveniente, invece, è pari a 1.754,51 euro, -43,74 euro rispetto alla Placet in deroga. A Milano non va meglio: inserendo per il gas l’offerta PLACET in deroga del principale operatore della città, con la tutela della vulnerabilità si pagheranno 1597,51 euro, con la PLACET in deroga 1679,50. L’offerta più conveniente è pari a 1.554,46 euro, 125,04 in meno della PLACET in deroga. Ma il vero problema è che la più cara può farvi arrivare a pagare una bolletta di 8.401,79 euro all’anno (una Placet ordinaria), ben +6.722,29 euro in più rispetto alla Placet in deroga».
Il vademecum anti-truffa
Le truffe, inoltre, sono dietro l’angolo: «Per evitare spiacevoli sorprese abbiamo messo a punto un decalogo di ciò che non bisogna fare. Ad esempio: 1) Non cambiate fornitore rispondendo a una proposta telefonica o porta a porta, anche se ve la dipingono come la migliore del mondo. Il venditore dovete sempre andare a cercarvelo. 2) Iscrivetevi subito al nuovo Registro delle Opposizioni (RPO), basta compilare il modulo elettronico sul sito del RPO www.registrodelleopposizioni.it, oppure telefonare al numero verde 800 957 766 per le utenze fisse e allo 06 42986411 per i cellulari o inviare un apposito modulo PDF editabile tramite mail all’indirizzo [email protected]. Potrete azzerare tutti i vecchi consensi dati in passato. Probabile che alcuni continueranno a chiamarvi, ma saprete già che il venditore è scorretto, dato che per legge non potrebbe chiamarvi. Inoltre potrete denunciarlo al Garante della Privacy».
Non accettare offerte telefoniche
Il terzo consiglio riguarda le offerte telefoniche: «Rispondere educatamente alle domande dell’operatore è rischioso. Potreste ritrovarvi con l’attivazione di un contratto non richiesto vostro malgrado. Mai accettare l’attivazione di un contratto al telefono, anche se vi sembra conveniente e l’operatore non intende ingannarvi. Non è possibile, infatti, che in così breve tempo possano illustrarvi l’offerta in modo esaustivo», prosegue Antonelli. «Se vi dicono al telefono che è la vostra compagnia, non credeteci. Spesso è una scusa per non farvi riattaccare e “agganciarvi”. Non fornite, poi, i vostri dati al telefono, che siano della banca o il codice fiscale. Se vi hanno detto che sono i vostri gestori, ma vi chiedono il POD (Point of Delivery) e PDR (Punto di Riconsegna), vi stanno truffando. I vostri venditori questi dati li sanno già e non hanno alcun bisogno di chiederveli», aggiunge Antonelli.
Non aprite la porta a presunti venditori
«Se vi dicono al citofono che sono della vostra compagnia, che devono controllare la bolletta, non aprite la porta. Il venditore scorretto e aggressivo, una volta entrato in casa vi chiederà di andare a prendere la vostra bolletta per un controllo. È una scusa per poter carpire i dati che gli servono per farvi un contratto a vostra insaputa, ossia nome, cognome, Pod, Pdr e codice fiscale – spiega Antonelli – Infine, attenti alle truffe: se vi dicono che se non passate a quello libero prima della fine del mercato tutelato resterete senza luce e gas, è una bugia colossale. Se non si cambia fornitore della luce prima del 1° luglio 2024, si finisce nel Servizio a Tutele Graduali, per il gas con l’offerta PLACET (mentre i vulnerabili vanno nel Servizio di tutela della vulnerabilità)».
Cosa controllare per comparare i prezzi
Altri due accorgimenti riguardano le voci in bolletta da controllare per comparare i prezzi: «Il costo in bolletta si deduce da due soli componenti: le spese per la materia energia e la quota di commercializzazione fissa. Se vi danno solo la quota energia, rappresentando lo sconto rispetto al tutelato, “dimenticandosi” di darvi anche la quota di commercializzazione fissa, vi stanno ingannando. Oppure pubblicizzano con grande evidenza solo il prezzo della componente energia, riassumendo altre voci in un elenco di sigle incomprensibili con rinvii alle delibere Arera. Se vi dicono che sono il distributore e con loro non pagherete gli oneri di distribuzione, è falso. Un ultimo consiglio sempre valido: se non avete capito tutto e avete dubbi, non firmate nulla», conclude Antonelli.