Maggio, è ormai tempo di presentare la documentazione per la dichiarazione dei redditi e per le famiglie. È utile ricordare quali sono le voci di spesa che si possono portare in detrazione nel 730: dalla mensa scolastica alle gite, passando per le attività sportive. Ci sono poi anche le deduzioni. Qui gli esperti ricordano quali sono i documenti necessari e che tipo di bonus sono ancora disponibili per le famiglie, nel 2024.
730: quali spese recuperare
Le voci di spesa che si possono portare in detrazione in sede di dichiarazione dei redditi riguardano i figli a carico (e il coniuge, se non lavora) e sono di vario tipo. Si va dalle spese sostenute per la mensa scolastica a quelle per la gita didattica o il contributo volontario all’istituto, a patto di avere la relativa documentazione. Non vanno, però, dimenticati, neppure i costi per l’attività sportiva o le visite mediche e farmaci in genere. Ecco i dettagli.
Le detrazioni possibili nel 730
Le detrazioni sono le riduzioni all’importo di tasse dovute e possono riguardare diverse voci di spesa, in particolare: «Spese sanitarie, interessi pagati per mutui e prestiti, spese per l’istruzione di figli a carico, per l’affitto in caso di studenti universitari fuori sede, per l’asilo nido (per chi non ha beneficiato del Bonus asilo nido), ma anche per le attività sportive per ragazzi, l’iscrizione all’alta formazione Artistica e Musicale, l’assistenza di persone non autosufficienti, o per minori o maggiorenni con Disturbi specifici dell’apprendimento. Inoltre si possono portare in detrazione anche i costi di abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale e le spese veterinarie», chiariscono Giovanni Pizza e Fabrizio Pinci, founder di BonusX, piattaforma che gestisce la burocrazia per conto del cittadino.
Altre spese a carico della famiglia nel 730
A questi costi si possono aggiungere anche quelli per «spese funebri, premi assicurativi sulla vita, rischio infortuni, tutela persone con disabilità, rischio di non autosufficienza ed eventi calamitosi. Ci sono poi ancora le spese relative all’IVA pagata nel 2023 per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, che possono gravare sui bilanci famigliari, le spese di ristrutturazione casa, di acquisto mobili per abitazioni ristrutturate, di creazione e gestione aree verdi e ancora le donazioni a Onlus, istituzioni religiose, fondazioni, organizzazioni culturali e artistiche», spiegano gli esperti.
Deduzioni nel 730: cosa sono e quando chiederle
Rientrano, invece, tra le voci da poter dedurre, cioè le spese che danno diritto a riduzioni al reddito totale su cui le tasse sono calcolate: le spese mediche generiche per persone con disabilità (prestazioni rese da un medico generico, acquisto di farmaci o medicinali); i contributi previdenziali e assistenziali, anche per familiari a carico (esclusi quelli già considerati dal datore di lavoro); l’assegno periodico corrisposto al coniuge e ai figli; i contributi e premi per forme pensionistiche complementari e infine le spese per l’acquisto o la costruzione di abitazioni date in locazione.
Chi può detrarre le spese per i figli nel 730
In particolare, se si parla di detrazioni per le spese dei figli, a poterle chiedere è il contribuente che si fa loro carico. Il requisito fondamentale che i figli siano minorenni, anche se in realtà è possibile annoverare tra le spese anche quelle per i figli di età superiore ai 21 anni e anche se residenti all’estero (per esempio per motivi di studio) se dipendenti economicamente dal genitore. Naturalmente la norma è applicabile sia ai figli naturali che a quelli adottivi. Le detrazioni ai fini Irpef valgono poi anche per il coniuge non percettore di reddito proprio o per fratelli e sorelle, così come suoceri, nuore e generi, se questi hanno un reddito complessivo entro i 2.840,51 euro.
Importi massimi differenti
La cifra che può essere “recuperata”, però, non è sempre uguale. In caso di figli, è possibile portare in detrazione le spese anche fino ai 24 anni di questi ultimi, purché il loro reddito (frutto magari di “lavoretti” o stage nel periodo universitario), non superi i 4.000 euro al mese. Il rapporto di parentela, invece, porta a tetti massimi detraibili differenti: per i figli, per esempio, non si superano in genere i 900 euro, che scendono a 800 per il coniuge a carico e a 750 per altri familiari.
Le novità nel 730 del 2024
Rispetto all’anno scorso queste ci sono alcune novità introdotte: per quanto riguarda i figli la più importante è che «sono state modificate le detrazioni per familiari a carico, con l’assegno unico che sostituisce le detrazioni per i figli minori di 21 anni – spiegano gli esperti di BonusX – Con i ritmi della vita familiare districarsi tra le procedure per la dichiarazione dei redditi è diventata un’attività molto onerosa sia in termini di tempo che di complessità».
Quali spese nel dettaglio: la mensa e le gite
Le spese scolastiche (dalla mensa alle gite, ecc.) possono essere portate in detrazione nel 730 per tutti i figli che frequentano dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di II grado (le superiori): comprendono la mensa (fino alle medie, dove è erogato il servizio) In sede di dichiarazione dei redditi può essere richiesta la detrazione per le spese sostenute per i figli che frequentano la scuola d’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado. Anche in questo caso si tratta del 19%, ma per un massimo di 800 euro per ciascuno figlio (152 all’anno). Vi rientrano anche gite scolastiche, contributi volontari ed erogazioni liberali ed eventuali costi di pre e post scuola, ma non i libri di testo o il materiale scolastico.
I costi universitari
Che fare con le spese universitarie? In questo caso, la detrazione del 19% si applica a tutte le spese inerenti lo studio (come l’iscrizione), ma senza limiti di importo massimo a meno che non si tratti di atenei privati. Per questi ci sono differenze a seconda del corso di studi e della località geografica dove si trova l’ateneo, con un limite massimo detraibile di 3.900 euro, in base a parametri del ministero dell’Università. Gli studenti fuori sede possono detrarre anche le spese di affitto, sempre al 19%, fino a un massimo di 2.633 euro annuali.
L’attività sportiva
Anche questa è una voce detraibile con aliquota al 19% e un importo massimo di 210 euro all’anno per ciascun bambino o ragazzo, ossia fino a 40 euro circa annui, per i figli con età compresa tra i 5 e i 18 anni che sostengano corsi sportivi. È importante che siano organizzati e tenuti presso palestre, piscine e impianti dove l’attività sia erogata da associazioni e società sportive dilettantistiche.
Certificati e visite mediche
In caso di attività sportiva, si può fare richiesta di detrazione anche per i certificati medici sportivi, ma in generale sono detraibili tutte le spese mediche per i figli. Significa che vi rientrano anche i costi per farmaci, analisi e visite, con una detrazione del 19% sull’importo che supera la cifra di 129,11 euro. Se una famiglia, quindi, ha speso 300 euro, potrà avere diritto a un rimborso del 19% sulla quota di 170,89 euro (300€ – 129,11), ottenendo circa 32 euro.
Spese per patologie particolari
Attenzione, perché rientrano tra le spese detraibili anche «quelle sanitarie per familiari non a carico affetti da patologie esenti. Non ci sono limiti massimi, in questo caso e i rimborsi sono eventualmente rateizzabili. Anche le spese sanitarie per persone con disabilità non hanno un tetto massimo: in particolare si possono chiedere per i mezzi necessari all’accompagnamento, deambulazione, locomozione e sollevamento; per i sussidi tecnici e informatici che facilitano l’autosufficienza e l’integrazione», spiega Pizza.
I bonus familiari: l’asilo nido
Un capitolo a parte, invece, riguarda i bonus che, come chiarisce Pinci, «In un periodo in cui l’inflazione è così tanto aggressiva, diventano ancora più importanti. Sono agevolazioni e opportunità economiche che spettano di diritto ad alcune categorie, ma anche spesso sembrano così lontane, complicate e inaccessibili. Tra i più noti c’è il bonus asilo nido, il cui importo dipende dall’ISEE: fino ai 25mila euro si ha diritto a un rimborso diretto fino a 3mila euro all’anno, pari a 272,72 euro per undici mensilità. Negli altri casi, invece, il rimborso è pari al 19% delle spese sostenute, ma con un tetto massimo detraibile di 632 euro, cioè fino a un massimo di 120 euro per un figlio, all’anno. I due bonus non sono cumulabili.
Bonus psicologo
Alle spese detraibili, inoltre, si aggiungono alcuni bonus che, come quello psicologo e quello per le spese veterinarie per le famiglie che abbiano un animale domestico. Nel primo caso, ammonta a un massimo di 1.500€ a persona, per chi abbia un ISEE non superiore a 15mila euro (copre circa 10/12 incontri), mentre si ferma a 1.000€ per chi ha un ISEE tra 15.000 e 30.000 euro e a 500 euro per chi supera i 30mila euro ma rientra nella soglia dei 50mila (oltre la quale non si può chiedere). C’è tempo fino al 31 maggio per presentare domanda presso il portale Inps (qui i dettagli).
Bonus veterinario
Le famiglie che abbiano un amico a quattro zampe – cane o gatto – o un altro animale domestico possono chiedere il bonus apposito per detrarre dalle imposte le spese veterinarie. L’aliquota è sempre del 19%, ma fino a 550 euro di costi, oltre la franchigia di 129,11 euro. Anche in questo caso, quindi, la cifra va sottratta all’importo di spesa sostenuto (fino a 550) e poi si calcola l’ammontare della detrazione a cui si ha diritto, applicando il 19% (quindi fino a un massimo di circa 80 euro all’anno).
Altri bonus, incentivi e misure familiari
Non vanno dimenticate, poi, le spese per minori o maggiorenni con DSA, i disturbi specifici dell’apprendimento, come quelle relative ai contributi versati per il riscatto degli anni di laurea dei familiari a carico. Danno diritto a detrazione le spese sostenute per l’iscrizione a bande, cori e corsi musicali, a deduzioni invece gli assegni periodici corrisposti al coniuge (figli esclusi, con un importo massimo €1.549,37, “fino a concorrenza del reddito complessivo”, come spiega la norma) e per contributi versati per familiari a carico.
Rimborsi per i premi assicurativi
Infine, rientrano tra le voci che danno diritto a un “recupero” i premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni (Importo massimo €530,00), per le assicurazioni per tutela delle persone con disabilità grave (Importo massimo €750,00), per le assicurazioni per rischio di non autosufficienza (Importo massimo €1.291,14) e per le assicurazioni per il rischio di eventi calamitosi.