Una lettrice, ormai nonna, chiede quali problemi può affrontare avendo dato in comodato due case ai figli, una in montagna per le vacanze a uno dei ragazzi e una in città all’altro figlio, perché ci viva stabilmente.
Casa in comodato: se è una casa di vacanza
Nel primo caso non ci sono problemi: se non è stato concordato un termine per la durata del comodato, il comodatario (il figlio) è tenuto alla restituzione della casa appena il comodante lo richieda. Il contratto di comodato non richiede la forma scritta: esiste per il semplice fatto che la casa è stata messa a disposizione del figlio, che la usa senza versare niente ai genitori.
Casa in comodato: se è la prima casa
Diverso e problematico il caso in cui i genitori concedano in comodato la casa a un figlio che ci abita con la famiglia come prima casa. In questo caso, se il figlio dovesse separarsi dalla moglie, la casa verrebbe assegnata a quello dei genitori presso cui vengono collocati prevalentemente i figli (spesso la mamma), malgrado si tratti di una casa di proprietà dei suoceri.
Casa in comodato: se il figlio si separa dalla moglie
A questo punto, sino a quando i nipoti non raggiungeranno l’indipendenza economica, i nonni non potranno tornare in possesso della loro casa, a meno che non riescano a dimostrare di averne “un urgente bisogno e imprevisto”. Tutto ciò accade anche se la coppia non è sposata ma semplicemente convivente con figli.
Anche se il figlio non è sposato e si separa, la casa resta alla ex compagna con i figli
In caso di separazione dei genitori, l’assegnazione può avvenire anche se la casa era stata concessa in comodato al figlio prima che si sposasse o convivesse. Infatti i proprietari hanno consentito implicitamente che la casa diventasse casa della famiglia del figlio e che in questa crescessero i nipoti. Quindi, può essere disposta l’assegnazione di questa casa a tutela dei bambini, per preservare l’ambiente domestico dei piccoli, che così non dovranno subire un trasloco forzato.