Le multe per eccesso di velocità rilevate dagli autovelox non sono valide se l’apparecchio non è stato omologato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione pronunciandosi a favore del ricorso presentato da un automobilista di Treviso, contro una multa presa in questo modo. Come si è scoperto, infatti, sono moltissimi in Italia gli apparecchi non, omologati, ma solo “approvati” dal ministero dei Trasporti. Secondo i giudici della Suprema Corte, le sanzioni provenienti da questi autovelox sono da considerarsi irregolari e quindi, non valide. Solo l’omologazione – questa la motivazione – garantisce il corretto funzionamento della macchina.
Cosa verificare se si riceve una multa
La prima cosa da fare, nel caso si riceva una multa di questo tipo, è partire con delle verifiche. «Bisogna accertarsi che l’apparecchio che ha segnalato la violazione non sia omologato. «L’indicazione dell’eventuale omologazione o approvazione è solitamente sul verbale, ma per esserne certi meglio inviare all’ente che ha notificato la sanzione una richiesta di accesso agli atti» suggerisce Dario Giordano, avvocato dell’Unione per la difesa dei consumatori.
Come fare ricorso e quanto costa
Se l’autovelox risulta non omologato si può procedere con il ricorso al Giudice di Pace e contestare il verbale, sulla base della sentenza della Cassazione. Si hanno 30 giorni di tempo dalla notifica, e bisogna evitare di pagare la multa. «Le probabilità di vittoria sono abbastanza alte, ma va considerato che il ricorso ha un costo: chi presenta la pratica al giudice è tenuto a versare un contributo unificato, che per le sanzioni fino 1033 euro è di 43 euro. Certo, si potrà poi chiedere al giudice che l’importo venga rimborsato in caso di vittoria, ma passerà tempo e bisogna essere consapevoli che, nonostante la sentenza della Cassazione favorevole, l’esito del procedimento non è mai scontato».
Andare dal prefetto non è una buona idea
In alternativa al tribunale, è possibile ricorrere anche al prefetto, entro 60 giorni dalla notifica e molti preferiscono percorrere questa strada perché la procedura è completamente gratuita e non serve rivolgersi all’avvocato. A differenza del, giudice, però, il prefetto non entra nel merito di questioni e interpretazioni giuridiche, e non possono essere chiesti accertamenti tecnici, per esempio sul corretto funzionamento dell’autovelox. Il ricorso al prefetto è infatti indicato per le questioni in cui l’illegittimità della multa è palese». E non è il caso degli autovelox non a norma.