Forse ti è già capitato di ricevere un avviso di pagamento dall’Agenzia delle entrate per uno sbaglio nella dichiarazione dei redditi commesso dal commercialista o dal Caf a cui ti sei affidata. Chi paga la sanzione? «Se ci sono errori di calcolo o se sono stati inseriti dati non corretti, la responsabilità è del consulente» spiega Mariangela Conti, responsabile del Caf Cisl Lombardia. «Se succede il contribuente ha diritto al rimborso delle sanzioni e di almeno la metà degli interessi».
Errori nella dichiarazione dei redditi: quando hai diritto al risarcimento
«Che si tratti di Caf o commercialista, si procede allo stesso modo. Il consulente è tenuto a risarcire il contribuente, ma bisogna accertare che la responsabilità dell’errore sia sua, per esempio perché ha commesso un errore che incide sul calcolo delle imposte dovute o gli è sfuggito di aggiornare il dato sui familiari a carico o sul canone di affitto. Bisogna quindi tenere una copia di tutti i documenti inviati al professionista per poter dimostrare di aver fornito i dati necessari».
Errori nella dichiarazione dei redditi: come muoversi
Accertata la responsabilità, bisogna informare il Caf o il consulente. Questi è tenuto a rimborsare al cliente la sanzione dell’Agenzia, più parte o la totalità degli interessi. «Il nostro Caf rimborsa la quota del 50%, ma si valuta caso per caso e si può arrivare al 100%. Al cliente spetta invece saldare l’imposta, che avrebbe dovuto pagare comunque se la dichiarazione fosse stata corretta».
Se scopri prima l’errore
Nell’immediato, lo sbaglio si può correggere con una dichiarazione correttiva. «I modelli 730 che si presentano entro il 30 settembre possono essere corretti entro il 25 ottobre. In alternativa si può valutare la strada della dichiarazione integrativa, che può essere inviata anche negli anni successivi alla dichiarazione. È prevista una sanzione, ma se l’integrazione è “a credito”, cioè se per esempio non abbiamo inserito una spesa da detrarre, non si paga nulla».
Se l’errore è nell’Isee
E se il Caf sbaglia la certificazione Isee o una richiesta di sussidi all’Inps? «Poiché si tratta di autocertificazioni, viene chiesto ai contribuenti di fornirci tutti i documenti per la corretta compilazione ed è loro cura verificare quanto inserito. La responsabilità di quanto dichiarano è quindi loro».