Reddito di cittadinanza: cosa cambia
Polemiche, cortei e file agli sportelli dei Comuni. Sono l’effetto dei 159.000 sms che l’Inps ha inviato a fine luglio ad altrettanti italiani per avvisarli che non avrebbero più ricevuto il Reddito di cittadinanza. Ma per capire, facciamo un passo indietro: questo sussidio è nato nel 2019, per assicurare per un massimo di 3 anni un’entrata alle famiglie sotto una determinata fascia di reddito, poi il governo Meloni ha “ridisegnato” la misura. «L’ultima Legge di Bilancio prevede che dal primo gennaio 2023 il Reddito possa essere erogato per un massimo di sette mensilità ed ecco il perché della prima pioggia di sms. Fa eccezione solo chi nel nucleo familiare conta almeno un minore, una persona con disabilità o un over 60. E fanno eccezione i nuclei presi in carico dai servizi sociali. Tutte queste persone continueranno a ricevere il Reddito fino a dicembre, dopodiché la misura non esisterà più» dice Ilaria Spada, del patronato Inas Cisl nazionale. «La ressa agli sportelli dei Comuni si spiega anche così: molte famiglie escluse sono corse a chiedere di essere prese in carico dai servizi sociali per continuare a percepire l’aiuto».
L’Assegno di inclusione al posto del Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza lascerà il posto all’Assegno di inclusione. Per lo Stato significa un risparmio di 3 miliardi di euro. «La nuova misura ha sempre come finalità quella di correre in aiuto delle fasce più deboli e favorire l’inclusione sociale e lavorativa, ma presenta delle differenze» spiega Raffaele Fabozzi, ordinario di Diritto del lavoro alla Luiss. La più significativa riguarda la platea dei soggetti beneficiari: non basta più avere un Isee basso per ricevere l’assegno. «Sono inclusi solo coloro che hanno anche in famiglia figli minori, persone con disabilità o over 60, e chi è in carico ai servizi sociali».
Le nuove regole dell’assegno di inclusione
L’assegno durerà 18 mesi, con un rinnovo di 12, e partirà da 480 euro. «A cambiare saranno i controlli, più rigidi, e i percorsi di occupazione e formazione, a cui si dovrà aderire» aggiunge il docente. Non più con i “navigator”, figure che il governo Meloni ha mandato in soffitta, ma attraverso una piattaforma digitale che dovrebbe rendere più snella ed efficace la macchina. A gennaio, gli “occupabili” dovranno infatti iscriversi a un sistema informativo (Siisl), e siglare un “patto di attivazione” al lavoro. Solo dopo riceveranno l’assegno. «Ma chi rifiuterà un’offerta di lavoro con determinate caratteristiche, perderà subito il beneficio».
Chi prende la pensione avrà l’assegno
Gli over 67 che oggi percepiscono la pensione di cittadinanza, da gennaio la perderanno ma avranno diritto all’assegno di inclusione (lo spieghiamo qui a sinistra). «Dovranno però ripetere l’iter di domanda presso patronati e Inps. Dovrebbero rientrare tutti, ma non possiamo dirlo con certezza, finché non saranno più chiari i criteri» spiega Ilaria Spada del patronato Inas Cisl.
Hai ricevuto l’sms? C’è un altro sussidio
Chi ha ricevuto l’sms dell’Inps potrà fare da settembre domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro, assegno mensile di 350 euro per 12 mesi non rinnovabili, riservato alle fasce deboli con un Isee familiare che non supera i 6000 euro. «La domanda andrà fatta all’Inps, o via patronato ma l’erogazione non è automatica» spiega Spada. «Ci si dovrà iscrivere a un portale dedicato, i dati saranno inviati a chi si occupa del collocamento lavorativo, e solo da quel momento si potrà ricevere l’assegno».