La dichiarazione dei redditi 2024 verrà ricordata come quella del 730 precompilato. Prima di tutto perché è arrivata la versione semplificata che guida passo passo i contribuenti nella compilazione fai da te. Ma anche perché da quest’anno perfino i lavoratori autonomi senza partita Iva e coloro che hanno redditi all’estero potranno usufruire della precompilata, evitando Caf e commercialisti. «Fino a ieri queste categorie erano tenute a presentare il Modello Redditi, o, se sceglievano il 730, dovevano poi presentare delle dichiarazioni aggiuntive» spiega Mariangela Conti del Caf Cisl Lombardia. Oggi solo i lavoratori domestici sono esclusi da questa ulteriore semplificazione, e anche per quest’anno, dovranno abbinare al 730 un quadro aggiuntivo, dove indicare il Tfr percepito nel 2023» dice Conti.
Con la dichiarazione precompilata meno controlli del Fisco
Con il 730 precompilato che guida passo passo i contribuenti, molti si chiedono se scegliere il fai-da-te o continuare a rivolgersi a un professionista. «La dichiarazione precompilata ha certamente un vantaggio: ogni volta che il contribuente conferma i dati già inseriti dall’Agenzia delle entrate, ha la certezza che il Fisco non farà controlli su quelle voci» spiega Mariangela Conti del Caf Cisl Lombardia. Per ipotesi, quindi, si può decidere persino di accettare il modello così com’è, senza perdere tempo o raccogliere i documenti su bonus e detrazioni. «Ma attenzione» sottolinea l’esperta. «L’esenzione da controlli riguarda solo le informazioni sulle spese sostenute, e solo se già in possesso dell’Agenzia, non tutto il 730».
Meglio andare al Caf se le cose sono cambiate
«La precompilata è utile soprattutto a chi ha una situazione di partenza simile a quella dell’anno passato» chiarisce l’esperta. «Alcuni dati, come quelli anagrafici, vengono caricati ogni anno dalle dichiarazioni precedenti. Se lo scenario muta, per esempio è arrivato un figlio, è cambiato il contratto di affitto o il datore di lavoro, le informazioni potrebbero non essere aggiornate e vanno controllate e corrette. Può essere complicato se non si è esperti». Se si opta per il Caf o un commercialista, saranno loro a occuparsi di tutti questi aspetti, ma il contribuente dovrà portare con sé tutti i documenti su redditi e detrazioni. «Per apporre il visto di conformità, i professionisti abilitati devono controllare tutte le voci».
Le spese per i trasporti si detraggono senza ricevute
La dichiarazione dei redditi 2024 si è arricchita di nuove informazioni. Tra queste compaiono per la prima volta le spese di abbonamento per bus e treni, che quindi, potranno essere portate in detrazione anche da chi ha perso le ricevute. Ma soltanto se si usa la precompilata. La spesa massima da poter detrarre è di 250 euro all’anno, per un risparmio massimo di 40 euro. Chi ha usufruito del bonus trasporti troverà indicata la somma al netto del bonus, non dovrà fare alcun calcolo o alcuna modifica.
Le detrazioni per i figli a carico sono assorbite dall’assegno unico
Non ci saranno le detrazioni per i figli a carico fino a 21 anni, né quelle per i figli con disabilità, perché entrambe sono state assorbite dall’assegno unico. «Andrà comunque controllato che ci siano i dati anagrafici dei figli, per poter usufruire delle altre detrazioni, come per esempio quelle sulle spese per l’istruzione, la palestra» aggiunge Conti.
Arrivano i rimborsi e i versamenti diretti con il Fisco
Tutti i contribuenti, indipendentemente dalla formula scelta, da quest’anno se hanno maturato dei crediti con il Fisco sulla base della dichiarazione fatta, potranno richiedere il rimborso direttamente all’Agenzia delle entrate, senza passare dal datore di lavoro, o all’ente pensionistico di riferimento. Basterà entrare nella propria area riservata dell’Agenzia delle entrate, con Spid o carta d’identità elettronica, e comunicare il proprio iban. Anche nel caso inverso, se risulta che sono dovute ulteriori imposte, il contribuente può scegliere il versamento diretto, evitando che le somme vengano detratte dallo stipendio o dalla pensione. Occhio, però. Come avverte la nostra esperta, in caso di rimborsi da parte del Fisco, conviene sempre optare per l’accredito sulla busta paga o sul cedolino della pensione, perché i tempi sono più veloci: se la dichiarazione viene presentata entro giugno, le somme vengono solitamente accreditate nella busta paga che arriva a fine luglio e nella pensione di agosto. Il rimborso diretto da parte del Fisco non arriva invece prima di novembre.