La maturità quest’anno parte il 19 giugno. Lo stabilisce l’ordinanza del ministero dell’Istruzione e del merito appena pubblicata e che ha dato il via al conto alla rovescia in tutte le scuole. Ma a che punto siamo con tutor, orientamento e e-portfolio, le grandi novità per gli studenti da quest’anno?

Chi è il tutor

Gli istituti scolastici a quest’ora dovrebbero aver già fatto almeno un incontro di orientamento con le classi, presentato il tutor e le attività da svolgere. Ogni scuola si è organizzata in autonomia, ma va detto che il tutor – che è stato assegnato ai ragazzi di terza, quarta e quinta superiore – non deve necessariamente essere un docente della classe. Ciascuno può gestire fino a un massimo di 50 studenti, e resterà per tutto l’anno la figura di riferimento soprattutto per coloro che si stanno preparando alla maturità. Un po’ troppo, secondo i sindacati, tanto che c’è chi vede nuvole nere all’orizzonte, come il coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti Rino Di Meglio: «La retribuzione fissata per i docenti tutor è estremamente bassa per la mole di impegni, e facendosi i conti, molti a fine anno rinunceranno» dice a Donna Moderna.

Qual è il ruolo del tutor

Per ora i docenti nominati affiancano i ragazzi e li aiutano a compilare sulla piattaforma Unica (unica.istruzione.gov.it/it) l’e-portfolio. «Si tratta di una sorta di curriculum che racchiude le esperienze scolastiche ed extrascolastiche di ogni studente, dallo sport alle attività di volontariato, dai corsi di lingue ai lavoretti» spiega Agostino Bistarelli, professore di Storia e Filosofia e tutor al Liceo Montessori di Roma.

Come contattarlo

Ogni istituto può decidere come gestire questi aspetti, ma ovunque gli studenti possono contattare anche di propria iniziativa il proprio tutor tramite la piattaforma Unica , accedendo alla propria area personale, lì si trova una sezione dedicata. Il tutor può organizzare incontri di gruppo o one to one. Dice Bistarelli: «Nel nostro caso abbiamo fissato un calendario per gli appuntamenti individuali negli orari scolastici, le disponibilità sono su Unica. Possono essere previsti anche incontri online, e anche per i genitori che desiderano confrontarsi con il docente. Questa figura serve anche per affiancare i ragazzi che hanno bisogno di essere indirizzati o chiedere consigli».

Come si compila l’e-portfolio

«Nell’e-portfolio c’è una sezione che riguarda la descrizione di sé, in cui lo studente descrive i suoi punti di forza e di debolezza, spiega perché ha scelto questo percorso di studio» spiega Bistarelli. «C’è poi un’autopresentazione che viene redatta attraverso il racconto delle attività extracurriculari svolte. Qui vanno inserite tutte le attività svolte fuori dalla scuola, dagli stage proposti dall’istituto stesso in orario extrascolastico ai percorsi alternanza scuola lavoro, fino alle attività di cittadinanza, di volontariato, sportive e culturali, insomma ogni cosa sia utile a descrivere la propria personalità». Al momento, purtroppo, non è ancora possibile per gli studenti compilare per intero l’e-portfolio, perché il form non è ancora del tutto completo. Per ciascuna di queste attività lo studente dovrebbe segnalare quali competenze ha sviluppato. È la parte più complicata, ma è anche il cuore del documento ed è qui che entra in gioco il tutor».

Perché è importante l’e-portfolio

«L’e-portfolio è fondamentale per la prova di esame, perché la commissione lo guarderà ed esaminerà il curriculum di ogni singolo studente prima di iniziare, sarà una sorta di carta d’identità. Per questa ragione è importante iniziare a ragionarci sin da ora, anche se il form non è completo, concentrandosi in particolar modo sulla parte in cui si descrivono le competenze sviluppate in questi anni, i propri punti di forza, e le proprie inclinazioni. La commissione d’esame potrebbe indirizzare il colloquio finale prendendo spunto proprio dalle caratteristiche del ragazzo» aggiunge il professore.

Cos’è il capolavoro

Sempre nel portfolio, gli studenti devono inserire il proprio capolavoro per ogni anno scolastico a partire dal terzo anno delle scuole superiori. Poiché si tratta di una novità, chi si diploma questo giugno sarà tenuto a inserire un solo capolavoro. «È una produzione di qualunque tipo, può essere un testo scritto, un podcast, una presentazione, ma è fondamentale perché può segnare l’inizio della prova orale, e dovrebbe essere sia in linea con le inclinazioni dello studente e valorizzare ciò che ha acquisito sia a scuola, sia fuori» spiega Bistarelli. «Se per esempio uno studente ha una particolare sensibilità artistica, può ispirare il suo capolavoro a un’opera d’arte e mettere in luce le sue competenze. La filosofia dell’esame, almeno sulla carta, è proprio questa, far emergere e valorizzare le inclinazioni e le competenze di ciascuno».