Dal 20 maggio si può inviare all’Agenzia delle Entrate il modello semplificato, disponibile dal 30 aprile per i lavoratori dipendenti, i pensionati e anche i liberi professionisti in possesso di Partita Iva. Rispetto all’attuale modello 730 non ci sono quadri e codici.

Il modello semplificato disponibile dal 30 aprile 2024

Dal 30 aprile l’Agenzia delle entrate mette a disposizione sul proprio sito il modello precompilato, dopo aver elaborato i dati che andavano inviati tramite le Certificazioni Uniche, le cosiddette CU (entro il 18 marzo). Grazie a un processo di semplificazione, inoltre, quest’anno gli utenti possono disporre del nuovo modello 730 semplificato, che si presenta come una sorta di questionario.

Modello 730, si cambia

La sperimentazione arriva a pochi mesi dalla scadenza per la compilazione del modello 730 e consiste in una alternativa alla tradizionale modalità di dichiarazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate, infatti, mette a disposizione dei contribuenti un modello “semplificato” di dichiarazione precompilata. In concreto la novità principale consiste nel fatto che non ci sono riquadri da riempire né codici di tributi da riportare, seguendo istruzioni spesso non facili. Di fatto gli utenti devono confermare informazioni già a disposizione del Fisco. L’altra novità riguarda il fatto che quest’anno possono usufruire di questo modello anche i titolari di Partita Iva, a partire dal 30 aprile. Le dichiarazioni andranno comunque consegnate (semplificate e non) entro il 30 settembre 2024.

Come funziona il nuovo 730 semplificato

A spiegare come funziona il nuovo modello è stato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in una memoria consegnata alla commissione Finanze e Tesoro del Senato pochi giorni fa: «Il contribuente potrà verificare, ed eventualmente integrare, le informazioni di dettaglio proposte dall’Agenzia nell’applicativo web dedicato alla dichiarazione precompilata, con un percorso guidato, che non richiede l’individuazione dei campi del modello dichiarativo, e con un linguaggio semplificato». Le domande contenuto nel nuovo modello potranno essere, ad esempio, sulla «correttezza del reddito», la rispondenza delle «spese mediche» e delle «detrazioni» che sono proposte dal sistema in modo automatico.

Come modificare le informazioni

In caso occorra modificare un dato contenuto nel nuovo modello precompilato, il contribuente potrà procedere in modo autonomo, seguendo un percorso guidato. Come spiegato ancora dall’Agenzia delle Entrate, sia in caso di conferma che in caso di modifica delle informazioni a disposizione del Fisco da parte del contribuente, quest’ultimo sarà avvisato tramite un messaggio. In ogni caso la novità non rappresenta un “obbligo”, ma solo un’opzione: chiunque potrà ancora utilizzare il modello 730 tradizionale.

Chi può accedere al 730 precompilato semplificato

A chiarirlo è ancora l’Agenzia delle Entrate: «Possono utilizzare il modello 730 i contribuenti che nel 2023 hanno percepito: redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (per esempio contratti di lavoro a progetto); redditi dei terreni e dei fabbricati; redditi di capitale; redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (per esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente); redditi diversi (per esempio, redditi di terreni e fabbricati situati all’estero); alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata (per esempio, i redditi percepiti dagli eredi – a esclusione dei redditi fondiari, d’impresa e derivanti dall’esercizio di arti e professioni); redditi di capitale di fonte estera, diversi da quelli che concorrono a formare il reddito complessivo, percepiti direttamente dal contribuente senza l’intervento di intermediari residenti».

Quando entrano in vigore le novità

La novità entra in vigore dopo il via libera da parte del Garante della privacy all’uso delle informazioni che sono contenute nella versione alternativa e semplificata del modello 730. Il nuovo questionario, infatti, è formulato sulla base di dati già a disposizione delle banche dell’erario, che l’utente dovrà limitarsi a confermare oppure potrà modificare in modalità “fai-da-te”, senza dover mettere mano, come avviene oggi, a quadri e codice tributo. Tra questi, per esempio, rientreranno informazioni relative a un mutuo in corso di pagamento o spese mediche o per ristrutturazioni, sostenute.

Attenzione agli errori

L’arrivo del 730 semplificato è stata accolta positivamente anche dagli addetti ai lavori, che però non nascondono che qualche criticità potrebbe comunque verificarsi: «Sono sicuramente da valutare favorevolmente gli sforzi dell’amministrazione finanziaria di semplificare l’adempimento del contribuente. Va tenuto presente sempre, tuttavia, che il rapporto fisco-contribuente è complesso non solo per le procedure, ma soprattutto per la specialità della materia tributaria», spiega Giuseppe Buscema, esperto fiscale della Fondazione Studi Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro.

La responsabilità degli utenti

«Avvalersi dei dati messi a disposizione dell’amministrazione finanziaria è utile, ma le valutazioni circa il corretto adempimento rimane a carico del contribuente. In buona sostanza, resta onere del contribuente verificare il diritto alle detrazioni, deduzioni, ma anche degli altri aspetti che possono impattare sui redditi da dichiarare. Il rischio è quello di far passare che con un click si possa definire senza problemi un adempimento che rimane comunque soggetto ad eventuali verifiche nel caso di errori – osserva il commercialista – L’invito è dunque, nei casi di contribuenti con più redditi o spese, di rivolgersi ad un esperto della materia».

Sempre più dati online

La possibilità di utilizzare un modello precompilato si inserisce in un percorso di sempre maggiore digitalizzazione dei dati e condivisione di questi tra enti. Un esempio è rappresentato dalle spese sanitarie, che sono comunicate al Fisco pressoché in tempo reale al momento dell’acquisto dei farmaci. Secondo la stessa Agenzia delle Entrate, infatti, nel 2023 le informazioni precaricate nel 2023 sono state oltre 1,3 miliardi, con 19,7 milioni di download. Di queste oltre 1 miliardo è costituito proprio dai dati sanitari. A seguire ci sono oltre 99 milioni di dati relativi ai premi assicurativi e 73 milioni di certificazioni uniche.