C’è anche la procreazione medicalmente assistita tra le prestazioni incluse nel nuovo tariffario del sistema Sanitario Nazione, che cambia dal 30 dicembre 2024. L’elenco comprende circa 3mila trattamenti e accertamenti offerti gratuitamente o a fronte del pagamento del solo ticket. Tra questi ci sono numerosi esami, anche se non mancano le critiche, come quelle giunte dalle famiglie di persone con spettro dell’autismo.
Il nuovo tariffario SSN
Aumenta il numero di trattamenti e supporti sanitari a disposizione dei cittadini, in ambito terapeutico e di protesi. Dopo il via libera al Decreto Tariffe dello scorso novembre, infatti, entra in vigore il nuovo tariffario sanitario SSN, che contiene l’elenco delle prestazioni offerte dal Sistema Sanitario Nazionale, molte delle quali gratuitamente. I costi di esami e visite mediche avranno lo stesso costo in tutta Italia, senza differenze regionali. Si tratta di novità attese da tempo, dopo le precedenti rivisitazioni, avvenute nel 1996 e nel 1999.
Come cambiano le tariffe degli esami
Era da tempo che Regioni e Stato cercavano un’intesa che azzerasse le differenze territoriali. Adesso tutti i cittadini pagheranno lo stesso ticket per lo stesso tipo di prestazione. Per esempio, per una prima visita specialistica si pagheranno in tutta Italia 25€ a fronte di una media regionale finora di 24,12, che tiene conto proprio dei diversi tariffari. Per una visita di controllo il costo sarà di 17,90€ (media finora 15,78€), per un elettrocardiogramma 12,60€ (prima era 11,60€), per una radiografia del torace sono previsti 17,61€ (prima 15,45€) e per una ecografia all’addome inferiore l’aggiornamento ha postato il prezzo a 38,35€, mentre finora era di 37,80€.
Con il nuovo tariffario SSN si pagherà di più?
Il dubbio che, a fronte di una parificazione delle tariffe, in molti casi si finirà col pagare di più per le prestazioni. Tra le eccezioni, nel caso della prima visita, c’è il Friuli Venezia Giulia: qui fino ad ora si dovevano sborsare 29€ (in Trentino addirittura 36,15€, mentre dal 2025 il costo scenderà a 25€, appunto. Come ricorda Altroconsumo, comunque, «Bisogna considerare che il nuovo nomenclatore delle prestazioni ha introdotto delle distinzioni di tariffa per alcune visite specialistiche: ad esempio, la prima visita cardiologica avrà un ticket pari a 34€ (perché includerà sempre l’elettrocardiogramma) mentre la prima visita otorinolaringoiatrica (che può prevedere esami strumentali) costerà 26,20€».
Procreazione medicalmente assistita: cosa cambia
Una delle novità più attese riguarda proprio la procreazione medicalmente assistita: «Per la prima volta in Italia c’è ufficialmente un tariffario per la copertura delle spese inerenti le tecniche di fecondazione assistita nelle strutture pubbliche. È un passaggio importante dopo l’inserimento nei livelli essenziali del 2017, commenta Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni che da tempo si batteva perché la PMA ottenesse un riconoscimento anche nelle strutture ambulatoriali pubbliche. «Ora ci aspettiamo che vi sia piena copertura economica per queste prestazioni e che i nuovi LEA prevedano la copertura anche delle indagini diagnostiche sulle blastocisti», aggiunge Gallo.
Chi paga gli esami per la PMA
Il riferimento è a quel tipo di esame diagnostico, «lecito e previsto anche dalla legge 40/04 non è previsto dai LEA e sono poche le Regioni se ne fanno carico». Anche per l’Osservatorio Malattie Rare esistono ancora diversi ostacoli da superare: «Il nuovo tariffario non ha introdotto alcuni elementi essenziali ai fini della salute riproduttiva, come il NIPT test (noto anche come test del DNA fetale) per le donne in gravidanza, che oggi la maggior parte delle regioni non offre gratuitamente, e che ha un costo variabile tra i 500 e i 1000 euro. Il tariffario ha introdotto alcune prestazioni legate alla PMA, ma non sono state inserite le prestazioni necessarie per il test di diagnosi preimpianto per la stessa Procreazione medicalmente assistita», osserva Ilaria Vacca, responsabile dello Sportello Legale di Osservatorio Malattie Rare.
Il costo della PMA
Nello specifico, per quanto riguarda la PMA, le tariffe che saranno applicate a partire dal 2025 saranno quelle finora previste «dalla Regione Emilia-Romagna, che comprendono la remunerazione di tutti i cicli del percorso delle coppie assistite, tenendo anche in considerazione l’inclusione del reperimento dei gameti e il relativo monitoraggio», precisa Altroconsumo. Il nuovo tariffario rappresenta comunque un passo avanti nell’attuazione dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, di fatto in stand by dal 2017.
Cosa cambia per i LEA
È dal quasi 8 anni, infatti, che è stato ridefinito l’elenco delle prestazioni che il SSN è tenuto a offrire a tutti i cittadini. Comprende, per esempio, il diritto ad avere il medico di famiglia e il pediatra, screening oncologici, vaccinazioni, esami, visite specialistiche o interventi chirurgici, a fronte di un ticket o gratuitamente. Senza la definizione di tariffe uniche, però, di fatto «i LEA sono rimasti sulla carta: prima serviva stabilire quanto remunerare ospedali, ambulatori e laboratori pubblici e privati accreditati per le varie prestazioni, soprattutto per quelle nuove, elencate dai nuovi LEA. E di conseguenza, stabilire quale ticket debbano pagare i cittadini», osserva ancora Altroconsumo.
Cosa succede alle prestazioni prescritte prima del 30 dicembre
Se le buone notizie non mancano, ci sono alcuni aspetti che devono essere ancora definiti: «Le Regioni hanno già ottenuto che sulle prestazioni prescritte entro la fine dell’anno possano applicare le vecchie tariffe per i successivi 12 mesi, prorogabili di altri 6», spiega l’associazione dei consumatori, secondo cui il motivo è essenzialmente burocratico: evitare confusione tra ricette emesse nel 2024, ma per prestazioni erogate nel 2025.
Il nodo dell’autismo
In vista dell’attuazione del nuovo tariffario, inoltre, è arrivo il rilievo dell’Associazione Nazionale Genitori persone con Autismo-Angesa: «Il nuovo decreto Tariffe dimentica l’autismo con il mancato inserimento delle terapie psico-educative basate sull’Aba (Analisi applicata del comportamento)». Secondo l’associazione si tratta di una grave mancanza, dal momento che «una sentenza del Consiglio di Stato del 6 ottobre 2023, n. 8708, ha stabilito la piena esigibilità dell’Aba a carico del Servizio Sanitario Nazionale».
Quali protesi disponibili con il nuovo tariffario SSN
«L’entrata in vigore del nuovo tariffario è certamente un’ottima notizia e contiene degli elementi di forte innovazione soprattutto per quel che riguarda il nomenclatore per ausili e protesi, ed in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali tecnologicamente avanzati», commenta ancora Ilaria Vacca dello Sportello Legale di Osservatorio Malattie Rare, che però sottolinea come sia «esiguo il numero di dispositivi totalmente nuovi, come alcune ortesi degli arti inferiori o la classe di ausili per la terapia circolatoria».
Il problema degli esami genetici
Una delle criticità, inoltre, riguarderebbe gli esami genetici avanzati «tra i quali il sequenziamento dell’esoma e del genoma (i test NGS, Next Generetion Sequencing). Sappiamo che oggi sono assolutamente fondamentali per poter garantire una diagnosi tempestiva e una corretta presa in carico delle malattie rare, che colpiscono centinaia di migliaia di persone in Italia, molte delle quali sono bambini affetti da gravi disturbi del neurosviluppo. L’assenza di un riconoscimento appropriato delle prestazioni genetiche nei LEA rende difficoltoso, se non impossibile, garantire a tutti i cittadini un accesso equo a queste essenziali procedure diagnostiche», aggiunge Vacca.
Novità per i celiaci con il nuovo tariffario SSN
Sul fronte delle malattie rare, viene estesa a livello nazionale la diagnosi e il monitoraggio della celiachia, così come gli screening neonatali per alcune patologie. Sono anche state riviste e ampliate le protesi per arti superiori e inferiori per le quali ci sarà un’offerta (gratuita o con ticket), inclusi ausili per la mobilità e calzature ortopediche, includendo numerosi dispositivi prima non previsti o solo parzialmente finanziati. Tra le novità, per esempio, si contempla anche la copertura per le videocapsule monouso utilizzare per diagnosticare le patologie intestinali.
Nessun passo avanti per endometriosi e fibrosi
Se alcune novità sono state accolte con generale soddisfazione da Cittadinanzattiva, la stessa organizzazione punta il dito su un’altra criticità: «Restano fuori prestazioni, anche importanti, ad esempio per l’endometriosi, la fibromialgia, alcune prestazioni dietistiche ambulatoriali che sono un supporto per la gestione di patologie croniche come diabete, e in generale molte prestazioni innovative che sono intervenute dopo il 2017», sottolinea la segretaria Anna Lisa Mandorino, segretaria di Cittadinanzattiva, che chiede una «revisione costante dei LEA, nonché un aggiornamento dello stesso Decreto Tariffe, con cadenza biennale».