Troppi passeggeri per i posti disponibili: se dovessimo definire l’overbooking in poche parole, lo descriveremmo così. Il fenomeno, purtroppo legale, si verifica infatti quando le compagnie aeree vendono più biglietti rispetto ai sedili effettivamente disponibili, confidando nel fatto che un certa percentuale di viaggiatori, statisticamente, rinuncia a partire. «Se all’imbarco si presentano più persone rispetto al numero previsto, per prima cosa la compagnia cerca volontari che accettino di salire su un volo successivo, in cambio di un benefit, per esempio un voucher per un altro viaggio, o la possibilità di volare in Business class. Se ciò non è sufficiente, seleziona i passeggeri che resteranno a terra» spiega Mariana Giuliano, avvocata esperta in diritti dei passeggeri e portavoce di AirHelp Italia, il servizio che aiuta a ottenere rimborsi e risarcimenti in caso di disservizi aerei.

Chi rischia l’overbooking

Non tutti i passeggeri sono uguali, e anche se non esiste una regola certa, in certe condizioni è più facile perdere la roulette russa dell’overbooking. In linea di massima, infatti, la compagnia sceglie con maggiore facilità i viaggiatori con biglietti in Economy, chi non ha un programma fedeltà o chi effettua tardi il check-in. Non per caso, uno dei consigli che gli esperti danno sempre, è quello di effettuare il check-in online già diversi giorni prima della partenza. Il rischio, se ci si riduce all’ultimo momento, specie nei periodi di alta stagione, è di finire in “lista di attesa”. Se a fine procedura si riceve una comunicazione di questo tipo, significa infatti che sì il check-in è stato completato, ma il volo è già al completo, e la compagnia non ha potuto assegnare un posto. Il numero del sedile sarà comunicato al banco o al gate di partenza, sempre che qualcuno rinunci a salire sull’aereo.

Cosa succede a chi rimane a terra

«Se accade di essere “prescelti”, si può scegliere tra il rimborso del biglietto o l’imbarco sul primo volo successivo. In questo secondo caso, se l’attesa è lunga, si ha diritto all’assistenza con pasti, bevande e un eventuale pernottamento. È inoltre prevista una compensazione pecuniaria che va tra i 250 e i 600 euro, a seconda della lunghezza della tratta» spiega Mariana Giuliano. Occhio, avverte l’esperta: chi sceglie volontariamente di restare a terra, accettando il benefit della compagnia, non ha diritto alla compensazione pecuniaria ma solo al beneficio proposto.

Quali diritti per chi è vittima di overbooking?

Per ottenere l’indennizzo per il mancato imbarco, il più delle volte è necessario inviare una domanda scritta o un reclamo alla compagnia, usando i form presenti sul sito. «Il consiglio, in questo caso, è di farsi prima fornire una traccia scritta, in cui il vettore dichiara di aver negato l’imbarco. Non è raro, purtroppo, che la richiesta vada a vuoto: dal 2013 abbiamo aiutato 2,3 milioni di italiani a ottenere quanto spettava loro». In caso di diniego, il passeggero ha però altre carte da giocare. Può infatti accedere alla conciliazione gratuita, tramite il portale dell’Autorità per i Trasporti (autorita-trasporti.it/conciliaweb/) o, in alternativa, si può affidare a servizi come AirHelp.

Cosa cambia fuori dall’UE

Il diritto alla compensazione in caso di overbooking, così come per i ritardi e le cancellazioni, è previsto per tutti i voli da e per i Paesi dell’Unione europea, se di una compagnia europea. «Molti altri Paesi extraUe, come Usa, Uk e Canada, prevedono protezioni analoghe in caso di disservizi aerei» spiega Giuliano. «È necessario però conoscerli ed essere in grado di far rispettare i propri diritti». Su regole e tutele nell’ambito del trasporto aereo, AirHelp ha pubblicato qui una guida.