Contro i rincari ingiustificati dei prezzi dei voli aerei arriva una nuova “arma”. Con il decreto Omnibus il Governo ha voluto arginare gli aumenti che hanno colpito soprattutto i collegamenti da e per le isole principali, come Sardegna e Sicilia. Di fatto è stato stabilito il divieto alla cosiddetta «fissazione dinamica delle tariffe» da parte delle compagnie aree: si tratta della lievitazione dei prezzi che avviene in base al momento della prenotazione. Stop anche ad aumenti superiori al 200% della tariffa media del volo. «È un primo passo avanti importante deciso dal Governo, che chiedevamo da tempo per impedire quelle che riteniamo pratiche commerciali scorrette. Ora, però, vanno ampliati i criteri di applicazione del decreto», commenta Marco Antonelli, dell’Ufficio studi dell’Unione consumatori.
Stop alle tariffe “dinamiche” per i voli
Il primo punto del decreto vieta la fissazione dinamica delle tariffe, che viene modulata in relazione al tempo della prenotazione. È quanto capita, ad esempio, se si visita un sito per confrontare i prezzi delle offerte, ma non si effettua subito l’acquisto: le volte successive la tariffa appare spesso aumentata e questo spinge di fatto l’utente ad affrettarsi nel comprare il biglietto, per il timore che il costo possa crescere ulteriormente.
Un tetto massimo ai rincari dei voli
La stessa pratica di aumento “automatico” del costo del biglietto capita durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità, come nel caso delle isole maggiori in estate, o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale, come accade se avvengono incendi. Il Governo è intervenuto per vietare anche che il prezzo del biglietto aereo o dei servizi accessori superi del 200% la tariffa media del volo. «Si tratta di una misura importante, anche se non va dimenticato che, tradotto in numeri, significa che il divieto scatta se il prezzo triplica: sarebbe auspicabile che questo avvenisse anche con ritocchi di minor entità», osserva Antonelli.
Basta profilazione dell’utente
Il testo prevede anche un argine alle procedure automatizzate per determinare le tariffe che si basano sulla profilazione dell’utente o sul tipo di dispositivi elettronici usati per le prenotazioni. Questi casi saranno considerati «pratica commerciale scorretta», perché comportano un pregiudizio economico. Infine, le compagnie aeree dovranno sempre informare l’acquirente di biglietti online del ricorso a strumenti di profilazione. «In questo modo l’utente potrà negare il consenso ai cookies e al trattamento dei dati personali per ridurre la profilazione stessa», spiega l’esperto dell’Unione consumatori.
Come difendersi dai rincari ingiustificati
Come prevedibile, le misure volute dall’esecutivo e che per ora hanno validità solo su tratte nazionali e di collegamento alle isole, hanno scatenato la reazione delle associazioni delle compagnie aeree europee, che invocano le normative Ue e chiedono un “confronto costruttivo”, come si legge in un comunicato di Ibar, l’Italian Board of Airlines Representatives, e di Assaereo, l’Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo. «È normale, ma questo non deve scoraggiare il Governo, anzi secondo noi è possibile ipotizzare che in futuro siano introdotte norme analoghe a livello europeo, o comunque che la legge rimanga valida per gli acquisti dei biglietti da siti in Italia, ma anche per tratte che partono dal nostro Paese e che abbiano una destinazione europea», commenta Antonelli.
Il problema del monopolio
«I rincari che si sono creati non sono strettamente legati all’aumento generalizzato dei costi, che riguarda anche il carrello della spesa. Ma hanno a che fare con una situazione di monopolio che di fatto si è venuta a creare, in particolare su alcune tratte», osserva Marzio Govoni, Presidente di Federconsumatori Modena che gestisce lo sportello nazionale Sos Turista. Se le compagnie aeree difendono «il mercato libero e deregolamentato» e dicono no a «tentativi di limitare le libertà del settore e la concorrenza che lo contraddistingue», Govoni ricorda come «ormai i prezzi delle compagnie low cost non sono più così distanti da quelli dei vettori “tradizionali”. È normale che, alcune aziende, non avendo concorrenza, abbiano applicato incrementi, superando però ogni legittimità. Se sei l’unico che vola a Trapani o Tenerife senza scalo, ti permetti di vendere biglietti per una tratta di media percorrenza a un prezzo che non si discosta di molto da quelli di un volo intercontinentale».
Come risparmiare su voli e vacanze
«Se si vuole scegliere il posto con una low cost devi pagare; la gestione del bagaglio è cambiata e anche l’opzione dell’assicurazione è molto cara», concorda Gabriella Guidetti, dello sportello Sos Turista: «Gli unici modi per risparmiare sono le prenotazioni con largo anticipo. Oppure, al contrario, i last minute, che però valgono soprattutto per i pacchetti. Ad esempio, molti tour operator offrono i “prenota prima”, per cui acquistando a marzo si usufruisce di uno sconto del 30%». «Purtroppo gli algoritmi stanno spopolando anche in altri settori che non sono soltanto quello aereo – spiega Govoni -. Ci è appena stato segnalato un hotel in Alto Adige che non ha fornito il prezzo per un soggiorno per il prossimo Natale, spiegando che sarà indicato in base al numero di richieste che arriveranno. È intollerabile».
Come evitare la profilazione (e i rincari)
Da qui l’urgenza di un intervento, che le associazioni dei consumatori sperano sia estesa a tutto il settore. «L’utente è profilato: se mio fratello prenota un volo da Londra e io da Modena per la stessa destinazione, avremo un prezzo diverso. Sia in base al numero di ricerche avremo fatto, sia in base alla profilazione», conferma Govoni. «Come prima cosa l’utente dovrebbe scegliere la navigazione in incognito e rifiutare i cookies – consiglia Antonelli– Se però si dovesse incappare in una pratica scorretta, il suggerimento è di rivolgersi alle associazioni dei consumatori o all’Antitrust, segnalando il caso. Non appena sarà effettivo il decreto si capirà se sarà attivo anche un sito apposito del Ministero. Nel frattempo auspichiamo che, in fase di conversione in legge, il decreto possa essere migliorato, estendendo il divieto di modulazione automatica delle tariffe a tutti i voli, non solo per le isole, e abbassando la soglia di rincaro dall’attuale 200%. Inoltre vorremmo che fosse vietato l’uso degli algoritmi che modificano i prezzi considerandolo a tutti gli effetti una pratica commerciale scorretta, perché condiziona l’utente, mettendogli fretta», conclude Antonelli.