Ad agosto ombrelloni chiusi per tre giorni, il 9, 19 e 29, contro le nuove norme per l’assegnazione delle concessioni. Cosa accadrà e come tutelarsi se si hanno abbonamenti o prenotazioni

Niente ombrelloni in spiaggia per tre giorni. Accadrà il prossimo venerdì 9 agosto, con un primo sciopero di due ore. Ma se non dovessero arrivare risposte soddisfacenti da parte del Governo ai gestori degli stabilimenti balneari, si continuerà lunedì 19 agosto, per quattro ore, e infine giovedì 29 agosto, per sei oppure otto ore. A far scattare lo sciopero è la direttiva europea Bolkestein sulle concessioni. Qui vi spieghiamo cosa prevede e come tutelarsi in caso di abbonamento o pagamento del servizio che non si potrà usufruire.

Perché ci sarà lo sciopero degli ombrelloni

La singolare protesta, con la decisione di tenere chiusi gli ombrelloni, è legata alla direttiva europea Bolkestein, che regola le concessioni balneari. Secondo le norme vigenti, entro il 31 dicembre 2024 si dovranno mettere a gara le concessioni attuali e a gennaio 2025 si terranno le prime aste per le nuove assegnazioni. A parte qualche dubbio su alcuni punti (come quello relativo ai casi di cosiddette “risorse scarse”), gli operatori contestano le normative in arrivo definendo la protesta «un’iniziativa doverosa di fronte a un’irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica e segnatamente del governo».

La risposta dei consumatori allo sciopero degli ombrelloni

Non la pensano così le associazioni dei consumatori. «Si tratta di una categoria privilegiata, che si considera proprietaria dei litorali» commenta Mauro Antonelli, dell’ufficio studi dell’Unione nazionale dei consumatori, che aggiunge: «Le richieste dei gestori degli stabilimenti sono pretestuose. Gli investimenti che hanno effettuato devono essere recuperati durante la durata delle concessioni. Non crediamo sia opportuna la richiesta di indennizzi che hanno presentato e che rischiano di essere pagati dai contribuenti o dai nuovi gestori, in caso di assegnazione ad altro soggetto. Insomma, se anche – come dicono – hanno comprato nuovi ombrelloni, vorrà dire che li venderanno a chi otterrà la concessione».

Il nodo delle concessioni

Il problema riguarda proprio la durata delle concessioni: «Occorrere stabilire un limite massimo di dieci anni, anche per le concessioni autostradali o dei porti: è un tempo utile per recuperare gli investimenti effettuati, senza che il bene dato in concessione diventi una proprietà privata. Adesso è tempo che si facciano le gare, che poi magari saranno vinte comunque dai gestori attuali, se ne hanno i requisiti. Di sicuro – prosegue Antonelli – chiediamo che i prezzi applicati ai consumatori siano accessibili». Intanto, però, incombe il timore di trovare gli ombrelloni chiusi per tre giorni ad agosto.

Attenzione, se si è prenotato

Come comportarsi, quindi, in caso di sciopero? Sono 280mila le prenotazioni complessive ricevute fino alla seconda settimana di luglio ed effettuate da 170mila clienti di stabilimenti balneari in Italia. Secondo Spiagge.it il numero di turisti stranieri che ha prenotato tramite sistemi online quest’anno è aumentato del 39% rispetto allo stesso periodo del 2023. In generale, la durata del soggiorno è più lunga rispetto agli italiani del 21% e dipende molto dalla località: per esempio, nella città di Grado gli stranieri soggiornano una media di 1,9 giorni rispetto a una media di 2,8 giorni degli italiani. Per tutti, però, c’è il rischio di non poter usufruire appieno del servizio, che si traduce in un danno.

Cosa fare in caso di sciopero degli ombrelloni

«Chi ha già prenotato e pagato un servizio, che prevede l’accesso in spiaggia con ombrellone, lettino o sdraio, ha diritto alla spiaggia gratis in quei giorni di sciopero», chiarisce Antonelli. «Secondo noi è giusto chiedere che, a titolo di indennizzo, il costo di quel giorno di sciopero sia scorporato da quello complessivo della prenotazione, che sia settimanale o di durata differente. È vero che la protesta è limitata a un paio d’ore, almeno nella prima giornata, ma il danno c’è, specie per chi magari si reca in spiaggia al mattino presto».

Abbonamenti settimanali o servizio giornalieri: come comportarsi

«In caso di ingresso giornaliero, invece, dipende dall’orario in cui se ne usufruisce: è chiaro che se ci si reca in spiaggia quando lo sciopero è già finito, il costo non potrà subire variazioni o sconti. Ma se si dovesse attendere la fine della protesta per poter accedere all’ombrellone, allora anche in questo caso ci sarebbero le condizioni per chiedere un indennizzo, che può essere l’esenzione del pagamento, in tutto o in parte. Il codice civile a tutela del consumatore prevede compensazioni di questo tipo. Certo non c’è un contratto tra utente e gestore dello stabilimento, quindi sta anche alla discrezionalità. Ma è indubbio che, specie per chi ha pochi giorni di vacanza o uno soltanto, il danno ci sia. È per questo che, secondo noi, la giornata gratis sarebbe una richiesta corretta in via equitativa, che il gestore dovrebbe accogliere».