Si chiamano twin AI e sono i gemelli digitali, l’evoluzione dell’AI, l’intelligenza artificiale. Si annunciano come una novità: dei veri e propri assistenti digitali che possono aiutarci in compiti quotidiani e che saranno a disposizione direttamente sul nostro smartphone. Insomma, a portata di click. Forse sarebbe più corretto dire, però, che lo sono già. La novità, infatti, è già realtà nel campo della produzione, dell’industria e persino della sanità. Adesso arriva anche sui cellulari, per esempio con Motorola, che installerà i “gemelli digitali” virtuali sui dispositivi, in modo da rendere automatiche e veloci moltissime funzioni.

Digital twin: cosa sono i gemelli digitali

Come dice il termine (Twin in inglese significa “gemello”), i Twin AI sono “gemelli digitali intelligenti”, cioè delle repliche digitali, dei modelli virtuali di un oggetto fisico. Potrebbe trattarsi, per esempio, di un’auto, un ponte, una casa, un ospedale o un ufficio, con tutto il suo sistema organizzativo complesso, di cui viene realizzata una copia virtuale. Quest’ultima, grazie al ricorso all’intelligenza digitale, consente a sua volta di simulare il suo funzionamento in tempo reale, monitorandone le operazioni. Se finora erano stati utilizzati soprattutto nel mondo produttivo e industriale, ora potranno essere estesi anche ad usi quotidiani comuni, creando una sorta di “assistente virtuale” che ci permetterà di compiere azioni al posto nostro, sulla base di nostre istruzioni.

Digital twin: i gemelli digitali dalla NASA al nostro cellulare

Il termine digital twin è stato utilizzato per la prima volta nell’accezione attuale nel 2002, da John Vickers della NASA, e in effetti deriva da sperimentazioni in ambito spaziale. Già negli anni ’70, durante il programma spaziale Apollo XIII, gli scienziati dell’ente spaziale americano avevano portato a termine una missione molto delicata pericolosa, lavorando sul Digital Twin della navicella che era stato creato nella base di Huston, in Texas. Oggi i digital twin si utilizzano soprattutto nel campo dell’industria automobilistica (per simulare, predire ed evitare incidenti o criticità sulle vetture, per esempio), oppure nei settori dell’energia, dell’edilizia e della sanità, per monitorare e accelerare i tempi di produzione. Dal 2025, cioè tra poco più due mesi, sbarcheranno anche su pc e smartphone.

Cosa cambia con i digital twin, i gemelli digitali

Come annunciato al Tech World di Seattle, la fiera dell’innovazione che si tiene negli Usa, anche i cellulari potranno presto usare i gemelli digitali. Lo farà, per esempio, Motorola, che intende installarli di default sui propri apparecchi per semplificare e automatizzare alcune funzioni. Potranno essere personalizzati, infatti, gli accessi a chiavi digitali o App, con il consenso dell’utente, a secondo delle sue necessità. I comandi vocali si potranno utilizzare per dare “compiti” precisi (e complessi) agli assistenti virtuali, compresa l’organizzazione di una serata con cena fuori al ristorante (quindi prenotazione del tavolo), ricorso a Uber o taxi, e cinema o teatro a seguire, tutti rigorosamente riservati a un certo orario, dal nostro Digital Twin.

L’uso in medicina del digital twin: cure personalizzate

Uno dei campi più interessanti e promettenti è poi quello sanitario. Come spiega Salvatore Fragola, in un report dell’Associazione Scientifica per la Sanità digitale, i Digital Twin si usano già per la mappatura delle «caratteristiche fisiologiche e dello stile di vita di un individuo nel suo contesto ambientale, consentendo di elaborare cure e farmaci personalizzati». Non solo: «L’obiettivo della digitalizzazione del corpo umano e della creazione di repliche completamente funzionanti dei suoi sistemi interni, è quello di migliorare l’assistenza medica e i trattamenti verso i pazienti: il progetto Living Heart di Dassault è stato tra i primi modelli virtuali realistici di un organo umano (il cuore)». I gemelli digitali di farmaci, sostanze chimiche, ma anche apparecchiature, permettono di modificare o riprogettare i medicinali, e di monitorare un dispositivo medico, riducendo i costi di produzione e gestione, migliorandone prestazioni e sicurezza.

I rischi del digital twin per la sicurezza

Già, la sicurezza. Quali sono i rischi, in larga parte temuti dai non addetti ai lavori, per la sicurezza dei propri dati, affidati a un assistente virtuale, intelligente, in grado di prendere decisioni in autonomia? «Il timore è più che giustificato: se le decisioni del “gemello” rimangono in qualche modo sotto il nostro controllo, la tecnologia può essere utile. Ma se il clone è innescato da una persona malintenzionata, è chiaro che ci saranno rischi», spiega il generale Umberto Rapetto, già Comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza.

Chi gestisce i dati personali: come proteggersi

Il pericolo riguarda non solo la destinazione e la gestione «di informazioni personali o localizzazioni, ma anche la possibilità che questi Digital Twins possano agire in nome e per conto della persona che, figurativamente, si serve di quello strumento», prosegue Rapetto. Ciononostante, rimarrà un margine di discrezionalità, previsto dalla legge, nel servirsi dell’innovazione: «Dovrà essere data la possibilità all’utente di poter scegliere se servirsene o meno, così come se disinstallare la funzione dal proprio smartphone. Occorre, però, aspettare di capire cosa succederà e come sarà in concreto», osserva l’esperto di cybersecurity.

Occorre più consapevolezza

«Il problema è che, poco alla volta, abbiamo abdicato alle nostre responsabilità. Il fatto stesso che abbiamo aperto la porta agli assistenti vocali, che fanno ciò che noi facevamo in modo molto naturale, è un sintomo e ha permesso un’evoluzione: siamo passati dall’assistente al clone e magari domani ci sarà il sostituto. È una progressione di carattere algebrico, forse persino esponenziale. Questo certamente un po’ spaventa qualcuno, mentre altri pensano soltanto alla gioia che possa fare molte cose al posto nostro – osserva Rapetto – Il rischio è di pentirsi di aver sfruttato delle opzioni ritagliate in modo sartoriale non su chi può servirsene (l’utente), ma su qualcuno che intende servirsene (chi le ha messe a punto)».

Bilanciare benefici e rischi dei gemelli digitali

Gli impieghi in ambito industriale e sanitario sono, però, accolti con entusiasmo dagli addetti dei rispettivi settori. «Deve, però, esserci un controllo accurato di queste tecnologie: un conto è il monitoraggio delle macchine, un altro la possibilità gestirle o farle gestire in autonomia da non si sa bene chi. Questo sarebbe inquietante», osserva l’esperto, che aggiunge: «Stiamo dicendo di sì a opportunità curiose, ma a un elevato tasso di pericolosità, per questo occorrono una maggiore educazione e una corretta informazione. Le norme ci sono, ma certa tecnologia va maneggiata con cura e intelligenza, altrimenti può accadere quanto successo a personaggi politici, di fatto geolocalizzati per colpa di App di fitness usate dai loro agenti di scorta». É successo al presidente francese, Macron, ma in passato anche a militari americani sotto copertura, individuati solo perché indossavano fitness tracker per fare attività fisica.

Il boom dei gemelli digitali e le norme

Di sicuro questa tecnologia si sta diffondendo rapidamente, come dimostrano i dati di una recente ricerca. Secondo Markets and Markets, una delle più importanti società di analisi di mercato, si stima che entro il 2026 il valore dei sistemi che usano digital twin potrebbe raggiungere i 48,2 miliardi di dollari, con un boom nel ricorso agli assistenti digitali pari a +40%. Gli utenti, presenti e futuri, sono avvertiti.