Mio figlio è sempre stato un bambino affettuoso. Da quando è entrato nell’adolescenza ha cambiato carattere: è irascibile e nervoso e mi accusa di stargli troppo addosso. Ieri mi ha detto che mi odia. Dove sto sbagliando? (Lucia)

Gli adolescenti sono uno yo-yo emotivo ma la ragione non è ormonale, bensì cerebrale. Il cervello di noi Sapiens ha due piani: quello che pensa, la corteccia prefrontale che regola l’intensità delle emozioni, e il cervello che sente, dove si trovano i circuiti emotivi. Grazie alle neuroscienze sappiamo perché tutti gli adolescenti prendono fuoco così velocemente e frequentemente.

Com’è il cervello degli adolescenti?

Fino ai 23 anni la loro corteccia è in fase di “maturazione neurale” e non possiede ancora la capacità di raffreddare le emozioni più incandescenti. Simultaneamente l’amigdala (il sistema di allarme della collera) nel cervello-adolescente è iper reattiva. Quando perdiamo il controllo c’è sempre lo zampino dell’amigdala: arriva a “spegnere temporaneamente” la capacità empatica della corteccia portandoci a dire cose che in realtà non pensiamo.

Genitori degli adolescenti: cosa dire

Contro questa iper reattività un genitore deve essere un pompiere, non un piromane: non sto dicendo di accettare comportamenti inaccettabili ma di non gettare benzina sul fuoco rispondendo a provocazione con provocazione. Se i toni si alzano si può dire: «Hai diritto di essere arrabbiato, ma non di essere violento. Ti lascio tempo e spazio per raffreddarti. Se dopo vuoi parlarne, ci sono. Ricordati che ti voglio bene».

Come comunicare con gli adolescenti

Quando la temperatura del conflitto si alza si può abbassarla dicendo: «Quello che mi dici mi rende triste». Comunicando con rabbia (piromane) attiviamo l’amigdala dei figli rendendoli più bellicosi, comunicando la nostra tristezza (pompiere) riattiviamo l’empatia della sua corteccia. Non è facile ma in attesa della sua completa maturazione neurale, dobbiamo essere la “corteccia nella stanza”.