Puoi scoprire il tradimento di tuo marito nel più banale dei modi, sul telefono, usando quel codice pin che ti aveva dato proprio lui diversi anni fa. Ma magari non sai che lui può denunciarti per violazione di corrispondenza.
Violare lo smartphone è un reato
La norma del Codice penale che lo prevedi dice: «Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni». Ecco alcuni esempi di qualche sentenza.
Il tradimento scoperto sul pc non vale
Un marito trova il computer della moglie acceso e con la pagina Skype aperta. Prende alcuni messaggi della moglie e li utilizza nel giudizio di separazione. L’uomo è stato condannato per essersi intrattenuto all’interno del sistema telematico protetto da misure di sicurezza, leggendo e stampando le conversazioni.
Anche i social sono off limits
O, ancora, un marito, conoscendo le password, accede al profilo Facebook della moglie e fotografa la chat tra la donna e un altro uomo. Anche in questo caso è stato condannato per il reato in questione.
Spiare il tradimento non ripaga
Insomma, leggere, copiare, stampare, fotografare chat, mail e messaggi altrui, configura i reati di accesso abusivo a sistema informatico e violazione di corrispondenza. Questa condotta può esserci anche se ci si introduce per caso nei sistemi.
Scoprire il tradimento con la password
Il fatto che si sia a conoscenza della password è del tutto irrilevante e non autorizza a muoversi nel device elettronico dell’altro. Sussiste il reato se l’attività di “spiare” porta a conseguenze in contrasto con la volontà del titolare del dispositivo.
Non l’hai avuta per questo scopo
Il reato, insomma, si configura non solo quando il colpevole entra negli account violando le password, ma anche quando, pur inizialmente autorizzato ad accedere dal titolare, ci resti con scopi diversi da quelli per i quali era stato consentito l’accesso.