I bambini imparano a stare a tavola anche con l’età. «Via via che crescono migliora il loro controllo sul corpo e la capacità, per esempio, di tenere bene le posate » dice la psicomotricista Anne Marie Willie
Qualche idea per coinvolgere i bambini in cucina
«È vero: il cibo non si spreca, ma anche il bambino va rispettato» spiega Polacci. «Se viene obbligato a finire il primo o il secondo anche quando è sazio, non imparerà ad autoregolarsi ».
Il consiglio ? Iniziare mettendo nel piatto una porzione piccola . Se ha ancora fame, sarà lui a chiedere il bis.
Stabilito che, nel mangiare, molti bambini sono diffidenti verso le novità, è giusto proporre loro alimenti differenti. Ma senza obbligarli, evitando così inutili tensioni che li renderebbero ancora più ostili ai nuovi sapori.
«Un buon modo per aiutare il figlio a non essere prevenuto è cucinare insieme: familiarizzare con colore, consistenza e profumo lo stimola ad assaggiare qualcosa che non ha ancora provato» suggerisce l’esperta.
Oggi vale esattamente il contrario : quello del pasto, spesso, è l’unico momento della giornata in cui la famiglia è riunita. «La cena, in particolare, è un appuntamento importante anche sul piano della relazione genitori-figli » afferma la psicologa. «Il dialogo dunque non va vietato ma, semplicemente, disciplinato. Basta parlare a turno: così c’è tempo per ascoltare gli altri» .
«I figli piccoli hanno bisogno di orari fissi, perché la routine li rassicura» spiega l’esperta. «L’ideale è trovare un compromesso tra le esigenze di tutti. Se un genitore rientra tardi dal lavoro, è meglio che i figli abbiano già mangiato: si passerà del tempo insieme prima che vadano a nanna ».
«Un bambino ha bisogno di muoversi: non si può pretendere che stia seduto a tavola troppo tempo anche se si cena fuori» commenta Alisa Polacci. «Per questo alcuni locali hanno creato uno spazio giochi. Il piccolo potrà andarci dopo aver finito il primo. Oppure distrarsi con un gioco o un foglio da colorare portati da casa».