Non sempre le reazioni negative dei bambini sono dei semplici capricci. Spesso sono solo un modo per esprimere forti emozioni. Ti insegniamo come gestirle
I consigli di Tata Lucia in tema compiti delle vacanze: prima il dovere e poi il piacere…ma sempre incoraggiando il bambino senza sovraccaricarlo.
Ma quanto movimento deve fare?
Un tempo si sosteneva almeno 1 ora al giorno per tutti i bambini. Ma recenti studi propongono di modulare l’attività fisica (qualunque essa sia) secondo genere ed età . Così.
Maschi : 2-6 anni 73 minuti; 6-9 anni 8 5 minuti
Femmine: 2-6 anni 58 minuti; 6-9 anni 66 minuti
«Finita la scuola, ci vuole un periodo di dolce far niente, che serve ai bambini per riposarsi e riprendere contatto con se stessi» spiega il dottor Crosera. Sì, quindi, alle lunghe dormite al mattino e a giochi e corse in libertà . Almeno per tutto giugno.
Parola d’ordine: ritmo! Suggerisci a tuo figlio di scandire il momento dei compiti. Per esempio, si fanno i giorni dispari, un’ora al giorno, al pomeriggio, una materia alla volta.
«Non si può pretendere che i bambini, soprattutto dai 6 ai 12 anni, sappiano gestire autonomamente il loro tempo, perché non hanno la nostra stessa percezione dei giorni che passano» osserva lo psicologo. Essere generici, dicendo loro che bisogna fare i compiti, difficilmente funziona.
Invece di controllare di continuo che cosa ha fatto e cosa no, rivedi insieme a tuo figlio il suo lavoro una volta alla settimana.
«È bene coinvolgere anche il padre in questa operazione, magari suddividendo le materie: per esempio a un genitore quelle scientifiche, all’altro il resto» spiega l’esperto.
Vietato stargli con il fiato sul collo intervenendo ogni momento e, peggio ancora, mai fare i compiti al posto suo.
«In questo modo» dice Crosera «il messaggio che gli trasmettiamo suonerebbe più o meno così: “Non ti va di fare una cosa? Stai tranquillo, ci sono io pronta a sgobbare per te”. Se proprio non riesce a finirli, meglio che se la veda con gli insegnanti quando tornerà a scuola».
Dire “Il tuo compagno è più avanti di te” o “tuo fratello li ha già finiti” non serve a convincere il bambino a mettersi all’opera, ma solo a rendergli ancora più odioso l’impegno. Piuttosto, se è in ritardo, aiutalo nella programmazione e a stabilire le priorità.
Durante le vacanze, soprattutto quando tutta la famiglia è riunita, programma una o due settimane di sosta-compiti. E non costringerlo nemmeno a leggere un libro, se non ne ha voglia. Lo puoi stimolare con altre attività alternative, come un museo o una passeggiata.
È il momento giusto, insomma, per renderli curiosi verso ciò che li circonda. E questo vale più di qualsiasi ripasso.