Mio figlio ha una bassissima autostima che lo penalizza a scuola e con i coetanei. Io provo a dirgli quanto è speciale e capace, ma mi risponde che le mie parole non contano perché sono sua madre. (Sara)
Cara Sara, dalle tue parole colgo sia l’amore sia la preoccupazione per la scarsa autostima di tuo figlio. L’adolescenza è un grande salto e la partita più difficile (e dolorosa) si gioca sul fronte delle relazioni con i coetanei. Un sorriso non ricambiato, una battuta infelice o l’essere ignorati fanno sanguinare copiosamente la mente e il cuore-adolescente.
Il bullo interiore nella mente dei nostri figli
In questi casi le parole dei genitori non riescono a fermare l’emorragia dei pensieri negativi. Questo cortocircuito si chiama ipermentalizzazione: la mente, come un disco rotto, si incanta rimuginando sull’accaduto. Pian piano si forma un vero e proprio Bullo Interiore: una voce crudele che dall’interno corrode, non solo l’autostima, ma anche la fiducia e la voglia di reagire.
Insegnagli a sabotare il suo bullo interiore
Devi condividere con lui questa lezione d’amore: «Noi non siamo i nostri pensieri. Siamo dei filosofi che possono guardarli, rivederli e soprattutto ripensarli». Pensare significa “soppesare”. La mente-adolescente deve interrompere l’ipermentalizzazione coltivando l’arte di “pesare meglio i pensieri”.
Distinguere il bullo interiore da un buon amico
Un’arte che prevede tre passi. Per prima cosa bisogna scrivere i giudizi sprezzanti su un foglio. Poi riconoscere che “non sono davvero nostri”, ma opera del Bullo Interiore. Infine chiedersi: un buon amico come trasformerebbe questi pensieri? Cosa ci direbbe? Se il Bullo Interiore ci dice che facciamo schifo, un buon amico ci aiuterebbe a vedere anche i nostri punti luce.
Occorre separare i pensieri
Aristotele diceva che l’amicizia è più potente della giustizia perché con un amico non “devo” essere giusto, ma “desidero” essere giusto. Nella società della prestazione tutti ci sentiamo non all’altezza. Capita anche a molti adulti. Contro questa paura dobbiamo coltivare il coraggio più importante: imparare a volerci bene, scegliendo con più accuratezza i nostri pensieri.