Sbaglia chi pensa che la scherma sia uno sport d’élite. Lo dimostra il grande successo di campioni come Valentina Vezzali e Aldo Montano. «Le bimbe scelgono di impugnare il fioretto perché così si sentono più forti, i maschietti non vedono l’ora di darsi battaglia» spiega Marcella Bounous, psicopedagogista dello sport
«Prima di tutto bisogna rassicurare i genitori: questo sport non è pericoloso. Il corpo è ben protetto e le spade hanno lame flessibili. Lo consiglio dai 6 anni in su. Attenzione, però, perché sviluppa il corpo in modo asimmetrico e, quindi, va integrato con un’altra attività fisica, come il nuoto per esempio».
La scherma migliora l’equilibrio, i riflessi e, dal punto di vista psicologico, stimola l’intelligenza tattica del bambino. «Significa che lo spinge a prendere velocemente le decisioni e a sentirsene responsabile» prosegue l’esperta. «Lo abitua a tenere sotto controllo l’ansia da prestazione e a convogliare l’aggressività verso uno scopo, la vittoria. Due doti indispensabili anche nella vita».