Una volta consolidato il buon rapporto con l’acqua, il bimbo a partire dai 4 anni è pronto per iniziare a frequentare vere lezioni di nuoto in piscina. Il nuoto è uno sport adatto a tutti, con delle eccezioni. Vediamo quali
Tempo di partenze…mare, montagna, lago, dove porterete i vostri bimbi? Seguite i consigli degli esperti per prevenire i piccoli contrattempi che possono capitare durante le vacanze
Proteggersi dal sole è importante per tutti, per i bambini in particolare. Ma la pelle non è tutta uguale. Vediamo insieme come proteggere quella dei bimbi neri, olivastri o…bianco latte!
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LA PRIMA VOLTA PER…
. fare il bagno nella vasca di casa: 3 mesi
. andare in piscina (riscaldata): 4 mesi
. mettere i piedini nel mare: 5 mesi
. osare un tuffo (da seduto) dal bordo della piscina: 6 mesi
. entrare in mare (per qualche minuto): 8 mesi
. nuotare con i braccioli: 18 mesi
. sguazzare in mare da solo (ma tenuto d’occhio!): 2 anni e mezzo
. prendere lezioni di nuoto: 4 anni
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«Bagna i piedini. Se vedi che il bambino è contento immergilo a poco a poco fino alle spalle. Tienilo con una presa sicura, ma non troppo stretta. Se però senti che è lui a stringerti più forte, significa che ha paura: rassicuralo!».
Evita di insistere se piange o non è tranquillo. «Non aver fretta, riproverai più avanti. Nel frattempo fagli provare una piscinetta gonfiabile: si sentirà al sicuro».
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«Quando cominciate ad andare in acqua, fai fare al bambino almeno metà del bagno con il tuo sostegno. Ciambelle o tubi non possono sostituirsi a te, sono solo strumenti di gioco. Quando ha più confidenza, per insegnargli a stare a galla da solo, non togliere un bracciolo, ma sgonfiali entrambi un po’alla volta, così da stimolarlo a galleggiare. In questo modo se ne distaccherà gradualmente».
Evita di usare il salvagente a mutandina. «È pericoloso, il bambino rischia di ribaltarsi».

«Già a partire da un anno puoi abituare tuo figlio a trattenere il respiro, incoraggiandolo a fare le bollicine. Inizia tu, soffiando con una cannuccia o un fischietto in una ciotola piena d’acqua. A poco a poco inizierà a imitarti. Fagli ripetere l’esercizio con regolarità. Quando avrà imparato a controllare il respiro, cominciate a fare le bolle immergendo il viso, poi a trattenere il fiato da 1 a 5 (tu conta a voce alta)».
Evita di mandare tuo figlio da solo in mare convinta che sappia nuotare perché si tiene a galla. «Prima di abbassare la guardia, accertati che sia in grado di respirare in acqua o alla prima onda rischierà di bere».
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«Per superare il fastidio, versagli delicatamente un po’ di acqua dall’alto mentre fa il bagnetto. Ma non coglierlo alla sprovvista: prima avvertilo. Se si aspetta di essere “innaffiato”, non si spaventerà».
Evita di arrenderti se non gradisce. «Prova a distrarlo, fallo ridere o dagli il ciuccio. E ritenta».
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«Lui diventa rosso e tossisce, ma tu mantieni la calma! Capita a tutti di bere o tirare su un po’ d’acqua dal naso. Niente di grave: sdrammatizza con frasi come “Forza campione, che ormai è passata”».
Evita di andare nel panico e spaventarlo. «E mai farlo uscire dall’acqua solo perché ha bevuto».
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«Lui è distratto dal gioco e non se ne rende conto, ma se vedi che ha la pelle delle mani raggrinzita o addirittura le labbra viola, è arrivato il momento di portalo all’asciutto».
Evita di stare con l’orologio in mano. «Non c’è un limite di tempo prestabilito per la durata del bagno».
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«Punta più sul gioco che sul risultato: se non vuole bagnarsi non fargli pressione. Asseconda i suoi timori e aiutalo ad ambientarsi gradualmente, raccontandogli con tono pacato e dolce dove siete, cosa state facendo e, passo dopo passo, cosa state per fare». Usa tutto quello che può servire per metterlo a suo agio, come coccolarlo o cantargli delle canzoncine.
Evita di fare gesti a sorpresa. «Per esempio spingerlo in acqua o fargli mancare il sostegno che lo tiene a galla: lo spaventeresti ancora di più».
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«A patto che stia leggero! Se ha fatto un pasto completo ci vogliono tre ore prima che possa fare il bagno. Pasta e pane, però, sono più veloci da digerire e gli permettono di immergersi subito senza problemi».
Evita di farlo entrare di colpo nell’acqua fredda. «Se ha mangiato bisogna che impari a immergersi gradualmente per lasciare al corpo il tempo di abituarsi».

Capita spesso che i bambini preferiscano la piscina, perché è più rassicurante. «Non ci sono onde e ha dei confini precisi. Al mare, invece, devono affrontare una massa d’acqua che si muove, fa rumore ed è anche più fredda. Prendi tuo figlio per mano e accompagnalo sulla battigia, raccontagli dove siete e cosa ha di speciale quel posto, poi lascia che si bagni i piedini».
Evita di forzarlo. «Perché scopra il piacere del mare è meglio che prenda confidenza con la nuova situazione».