I bambini Indaco: quante volte abbiamo sentito citare questa “categoria” senza capire di cosa si stesse parlando. Ebbene, sono in molti i genitori che credono fermamente nell’esistenza della generazione dei bambini cosiddetti Indaco.
Ma facciamo un passo indietro: la prima persona ad aver parlato di bambini Indaco, è stata la dott.ssa Nancy Ann Tappe (psicologa) addirittura nel corso degli anni Ottanta. La Tappe era una convinta sostenitrice della presenza di un’aura attorno alla persona e sosteneva di riuscire a vedere proprio l’aurea caratteristica di ciascun essere umano.
Ed era relativamente a tali momenti di “visione” spirituale, che la Tappe affermò di aver notato come alcuni bambini fossero chiaramente circondati da un’aura color indaco. Anni dopo, alle soglie del 2000, Carrol e Tober (auto-definitisi sensitivi) hanno pubblicato il testo (guida per chi crede nell’esistenza dei bambini Indaco) The Indigo Children The New Kids Have Arrived: una sorta di approfondimento di ciò che la Tappe sosteneva vent’anni prima.
I bambini indaco
Innanzitutto, secondo la Tappe e i sostenitori della sua teoria, i bambini Indaco sono arrivati nel mondo per renderlo migliore, più umano. Il loro, quindi, sarebbe uno scopo molto alto e dallo spiccato valore morale.
Il bambino Indaco si distinguerebbe dalle altre generazioni di bambini perché dotato di una particolare intelligenza e, soprattutto, di un’intuizione quasi paranormale. Intuizione, quest’ultima, che secondo la Tappe porterebbe i bambini indaco (indigos) addirittura a colloquiare con gli angeli o, comunque, con una dimensione ultraterrena non accessibile agli altri.
Ma c’è di più: il bambino Indaco è molto vivace, ribelle, refrattario al cosiddetto mainstream e alle imposizioni dell’adulto e, dunque, può facilmente essere confuso con un bambino iperattivo o, forse, semplicemente con un “normalissimo” individuo curioso. Infine, i bambini Indaco sarebbero dotati di una naturale predisposizione verso la tecnologia. Quest’ultima caratteristica risulta peraltro di facile derivazione logica, se solo si considera la generazione a cui si fa riferimento.
Le tipologie
Non sono solo le suddette caratteristiche, secondo la Tappe e i suoi seguaci, a definire i bambini Indaco. Infatti, vi sono altri tipi di classificazioni che vengono applicate proprio a questi bambini. Esiste l’Indaco umanista che ha a che fare con le masse (futuri avvocati, insegnanti, commercianti, medici), estremamente attivo e difficilmente in grado di controllare i suoi movimenti o di soffermarsi su una cosa alla volta. Di questo bambino, la Tappe “giustifica” il disordine mentale e materiale quasi adducendo si tratti sempre e comunque di una sua forma espressiva peculiare e, dunque, accettabile dal genitore o dall’educatore.
Poi, esiste l’Indaco concettuale (futuri architetti, designer, ingegneri) con una forte mania del controllo sul genitore ma incapacità di controllare se stesso. Anche in questo caso, secondo la Tappe, domina l’iperattività associata a una buona forma fisica. Questa tipologia di Indigo, sarebbe soggetta a sviluppare dipendenze in età adolescenziale.
L‘Indaco artista, invece, è il bambino creativo per eccellenza. Spesso minuto nell’aspetto, sviluppa notevoli talenti nel campo dell’arte e non solo figurativa. Infatti, in questa categoria, la Tappe inserisce anche gli attori, i musicisti o i cantanti. Infine, l‘Indaco interdimensionale è il bambino decisionale, indipendente e che tende ad autodeterminarsi formando nuove regole per le generazioni a venire.
Leggenda, realtà o, forse, semplicemente le naturali e diverse predisposizioni delle nuove generazioni e dell’età infantile in generale?