Lo affermano addirittura i più recenti studi di neuroscienza e neurobiologia. Un’educazione eccessivamente permissiva e priva di regole (nonché di punti di riferimento solidi) porta a crescere bambini meno felici e non in grado di percepire sensazioni importanti quali la gratificazione. Dunque la teoria che l’assenza di regole sia correlata alla maggiore spensieratezza e felicità dei bambini, naufraga di fronte a tali scoperte scientifiche. Ma c’è di più: al contrario di ciò che in molti sono portati a pensare, l’assenza di regole nell’infanzia genera individui già stressati da bambini (ne è indice un elevato livello di cortisolo, ormone dello stress) e adulti più cedevoli ad aggressività e pulsioni incontrollate.
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La gratificazione che non c’è più
Se ne parla nel saggio “Nuovi adolescenti, nuovi disagi” di Mariani e Schiralli (Ed. Oscar Mondadori): un’educazione eccessivamente permissiva e la mancanza di autorevolezza, crescono figli che non conoscono i limiti della gratificazione.
Lo affermano proprio studi recenti di neuroscienze e neurobiologia. Nell’organismo dei bambini e degli adolescenti cresciuti “senza regole“, si produce un enzima particolare (dopaminabetaidrossilasi) in grado di non far più percepire il limite della gratificazione e di annullare la sensazione di appagamento. Va da sé che la mancanza di regole, dunque, non generi tutta questa felicità a cui ambiscono i genitori altamente permissivi.
Con la conseguenza che queste generazioni, cresciute totalmente (e consapevolmente) fuori controllo, rischiano una sorta di bulimia del desiderio che li porta anche a sviluppare maggiore aggressività in età adulta.
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Il cortisolo alle stelle, a 6 anni
I bambini senza regole, secondo questi studi, soffrirebbero anche di stress. Dello stesso stress da cui sono affetti gli adulti e, a causa del quale, si ricorre in maniera sempre più massiccia all’uso di psicofarmaci.
Si parla, infatti, di bambini e adolescenti con livelli di cortisolo (ormone dello stress) alle stelle. Quando il cortisolo svetta, le conseguenze si fanno anche fisiche: si dorme peggio, si sviluppa una tendenza al sovrappeso, si è soggetti a numerosi malanni psicosomatici (e non).
Ma perché l’organismo dei bambini, in assenza di regole, produce più cortisolo? Perché, in sintesi, è stressante non avere punti di riferimento autorevoli nell’infanzia e nell’adolescenza. Genitori che diano regole e che sappiano riprendere i bambini quando quest’ultime non vengono rispettate, sono necessari per allentare lo stress della crescita. Così come è necessaria una fisiologica e sana ribellione alle regole.
Quando mancano i riferimenti e i paletti, tutto il mondo emotivo e psichico dei figli va in confusione generando non solo una aumento dello stress, ma anche un minor controllo delle pulsioni. Questo tipo di reazione ha una spiegazione scientifica: stressato e senza punti di riferimento, un figlio cresciuto senza autorevolezza genitoriale, sviluppa in modo inadeguato le vie nervose che portano dalla corteccia frontale del cervello al sistema limbico che gestisce e regola le emozioni.
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Sin dai primi mesi di vita
Gli studiosi sono chiari: un bambino ha bisogno, sin dai suoi primi mesi di vita, di figure genitoriali in cui rispecchiarsi e con cui rapportarsi. Sistemi relazionali in cui figure autorevoli, rispecchino sia le emozioni positive sia le reazioni negative del figli e che siano in grado di contenerle, guidarle, accoglierle e accudirle.
Il contenimento e l’accoglienza si esprimono anche attraverso il rispetto di alcune regole che valgono a prescindere, proprio in nome dell’autorevolezza di mamma e papà. Questo “valore a prescindere” dà sicurezza al bambino e lo accompagna nella sua crescita.
Crescere felice è soprattutto questione di equilibrio: è avere un nido sicuro e certezze solide, ma con la possibilità di dispiegare le ali rispettando se stessi e gli altri.