La moda del momento? Comprare oggetti di seconda mano nei negozi dell’usato. Un mercato in rapida crescita che promette affari d’oro. Ecco perché non c’è occasione migliore per aprire uno di questi punti vendita. “In dieci anni, i negozi così sono ormai triplicati. Ora ce ne sono più di 2.000 e la richiesta è altissima” spiega Alessandro Giuliani, direttore tecnico di Leotron, una catena di mercatini dell’usato (tel. 800715160). Per questo lavoro non è richiesta alcuna preparazione specifica, se non una predisposizione alla compravendita perché bisogna acquistare dai privati la merce che poi si rivenderà al pubblico. Ecco come si diventa imprenditore dell’usato.

Il locale

Ci sono due possibilità: aprire il negozio da soli oppure in franchising. Ma qualsiasi cosa si decida, l’iter burocratico è lo stesso. Il primo passo è rivolgersi all’ufficio tecnico del Comune e informarsi se il mercatino può essere aperto in uno spazio a destinazione artigianale (si può affittare un capannone e il prezzo è più basso, circa 5 euro al metro quadro) o commerciale (il costo raddoppia ed è obbligatorio avere un bagno e un parcheggio nelle vicinanze). In ogni caso, il negozio deve avere una superficie che varia da 100 a 400 metri quadrati. Una volta scelto lo spazio, si stipula il contratto d’affitto e si apre la partita Iva.

La licenza

Per aprire un’attività di vendita è necessario avere la licenza, che viene rilasciata dal Comune. Basta presentare la Dichiarazione di inizio attività, ovvero un’autocertificazione in cui si chiede il permesso di aprire il negozio e che si consegna insieme ad altri documenti, come la planimetria del locale. Se tutto è in regola, dopo 30 giorni ci si iscrive alla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura.

L’organizzazione

È importante rendere il negozio ordinato e accattivante. Chi sceglie il franchising riceve assistenza prima e dopo l’inaugurazione. Oltre alla Leotron, che comprende Mercatopoli e Baby Bazar, c’è la catena Il Mercatino (tel. 0458203355). “È bene pubblicizzare in anticipo l’apertura così i privati porteranno  gli oggetti da proporre al pubblico” consiglia Giuliani. “Una buona idea è stampare volantini da distribuire nel quartiere e contare sul passaparola. Un altro aspetto importante è la selezione della merce. Gli oggetti devono essere puliti, funzionanti e “stagionali”. Per esempio, i cappotti si accettano d’inverno, altrimenti restano invenduti. Infine, gli articoli vanno scontati di circa la metà del valore ed esposti”.

I costi e i guadagni

L’investimento iniziale è di 20/30 mila euro. I guadagni variano: “Su ogni articolo si incassa una provvigione dal 35 al 50 per cento” dice Giuliani. “Un mercatino di 400 metri quadri, per esempio, può fatturare 20.000 euro lordi al mese. Di questi, il 47 per cento va al gestore, il resto copre spese come i rimborsi ai clienti e l’Iva”.