1/4 – Introduzione
Il nuovo compagno può essere considerato il terzo genitore e per abituare tuo figlio, non devi mai metterti al livello del bambino, ma utilizzare astuzia e diplomazia. Oggi sempre più genitori si separano e dopo il divorzio formano una nuova famiglia tant’è che spesso sentiamo parlare di “famiglia allargata”. Il problema però è come relazionarsi con i figli acquisiti. Vediamo insieme quali sono i consigli più efficaci per andare tutti quanti d’accordo.
2/4 – Avere empatia per costruire un bel rapporto
Fare il “terzo genitore” non è certamente facile. Ci vuole molto coraggio ad iniziare una relazione quando uno dei due ha già uno o più figli. Ma non bisogna essere prevenuti e nemmeno intimoriti. Quello che bisogna fare è provare a mettersi nei panni dei figli. Non dare mai giudizi ma provare a trovare soluzioni. Soprattutto occorre avere una grande apertura ai possibili cambiamenti. Occorre essere diplomatici, sorridenti, anche verso le provocazioni e mai reagire con troppa durezza. Quello che serve per abituare il figlio al nuovo cambiamento è tanta positività e fiducia per creare un rapporto basato sull’empatia.
3/4 – Essere sempre sè stessi
Decidere di cambiare o di vestire i panni di qualcun’altro, solo per compiacere il figlio del compagno o della compagna è sbagliatissimo. È importante essere sempre se stessi, limiti e difetti inclusi. Dobbiamo farci conoscere per quello che siamo, senza promettere nulla che non possiamo mantenere e senza creare false aspettative. Non è solo il figlio che si deve abituare al nuovo compagno, è anche l’altra persona che deve accettare serenamente il cambiamento. Per fare ciò occorre procedere poco per volta. Non occorre avere fretta, bisogna darsi tutti quanti tempo. Deve nascere un rapporto di amicizia e di fiducia, non bisogna accettarsi subito in maniera anche “violenta” e per forza. Il rispetto soprattutto, non deve mai mancare.
4/4 – Creare un ambiente sereno senza gelosie
È probabile che possano nascere anche delle gelosie da entrambe le parti. Per questo motivo è bene, fin dall’inizio, far capire che figlio e compagno sono importanti nella nostra vita con ruoli diversi. Il bene che si vuole al proprio figlio non sarà mai messo in discussione dall’amore per il compagno. Importante è non oscurare il ruolo dell’altro genitore anche se non possiamo e non dobbiamo pretendere che il figlio chiami “papà” oppure “mamma”, quello che sarà considerato il “terzo genitore”. Il compagno potrà certamente avere un ruolo educativo ma solo nel caso che l’altro genitore non partecipi all’educazione del figlio. Solo rispettando ognuno i propri ruoli, sarà possibile creare l’accettazione da parte di tutti.