Affrontare il lutto di un genitore dopo la separazione
La separazione per un figlio è un evento doloroso che richiama il vissuto della perdita e a volte dell’abbandono. Tuttavia questo vissuto è solo presente in una certa misura in un primo momento, per poi essere superato in nome di un nuovo equilibrio più o meno stabile. Quando però a questo evento si aggiunge il lutto di un genitore, la cosa si complica.
Ad un’iniziale sensazione di disorientamento e confusione per il nuovo status si aggiunge una condizione dalla quale non si può tornare indietro, ossia una realtà che può essere solo accettata e non cambiata o negoziata. Una realtà alla quale ci si adatta con molta più difficoltà e verso la quale non ci sono soluzioni possibili. Tutto questo conduce tutti, non solo i bambini, ad uno stato di impotenza molto frustrante.
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Molto importante perciò è non cercare di distorcere la realtà o nasconderla a causa di questo vissuto inaccettabile, ma cercare di guardare la realtà per come è e si presenta, proprio per incoraggiare il bambino a fare altrettanto. Generalmente si pensa che un bambino dell’età prescolare non sia ancora in grado di comprendere appieno il concetto della morte, oppure si pensa che sia per lui un dolore troppo grande da sopportare, per questo si sarebbe automaticamente portati a cercare di proteggerlo.
In realtà, i bambini sono in grado di comprendere benissimo il concetto della morte, se viene loro spiegato adeguatamente in base all’età, altrettanto bene sanno gestire la situazione, spesso molto meglio degli adulti. Ciò che il bambino è in grado di capire della morte, dipende dalla sua età, dalle sue caratteristiche personali e dalla relazione che aveva con la persona che sta per morire.
E’ essenziale che diciate sempre la verità al bambino su quanto sta accadendo, anche nel caso che si mostri arrabbiato o indispettito quando iniziate a parlargliene. I bambini più piccoli , tra i tre e i sei anni, possono essere spaventati dall’idea di aver potuto in qualche modo causare la morte della persona cara con i propri pensieri o per essersi arrabbiati in qualche momento, soprattutto se l’evento lutto si è presentato dopo l’evento separazione, che già di per sé stimola i sensi di colpa dei figli e dei genitori stessi; rassicurate vostro figlio dunque dicendogli che la morte non è assolutamente in relazione con lui.
Il bambino può essere inoltre molto preoccupato ed impaurito dall’idea che qualcun altro della sua famiglia potrebbe morire o dall’idea che se perde uno dei genitori potrebbe perdere anche l’altro. Anche questa è una questione di cui parlare, e da ridimensionare immediatamente.
Nell’affrontare con il bambino questo argomento è importante fargli capire che non è la morte in sé, in quanto evento fisico, ciò che ci fa stare male, ma che piangiamo e manifestiamo il nostro dolore perché è la fine di una relazione speciale che ci rende estremamente tristi.
I bambini dovrebbero essere incoraggiati ad esprimere liberamente le proprie emozioni e a piangere. Il pianto, infatti, non rappresenta unicamente la manifestazione di un’emozione, ma stimola la produzione di sostanze chimiche che agiscono da fattore calmante. Piangere è importante in uguale misura sia per i bambini sia per le bambine.
I bambini possono essere aiutati a comprendere la morte attraverso l’osservazione di quello che succede quando è un animale a morire, considerando il fatto che non è più vivo, non respira più, non mangia più, non soffre, se ne è andato per sempre e non tornerà più. Dire che qualcuno sta per morire, invece che dargli la notizia della morte quando è avvenuta, rende l’evento meno drammatico per il bambino.
Favorisce, infatti, l’accettazione della morte nel momento in cui accadrà realmente e permette al bambino di cominciare pian piano a sperimentare il suo dolore. Essere informato dell’inevitabilità dell’evento prima che accada gli permette inoltre di avere a disposizione del tempo prezioso da trascorrere con la persona che sta per morire, per chiarirsi o risolvere qualsiasi cosa sia rimasta sospesa