Digital detox per adolescenti

«Spegni quell’affare dico a mia figlia quando, alle sette del mattino, fotografa per Instagram la colazione col matcha abbinato allo smalto. «Spegni quell’affare» le dico in macchina quando non smette di agitarsi su TikTok (e nel mio specchietto retrovisore). Mi viene il dubbio: forse dirlo non è sufficiente.

La psicologa Jean M. Twenge della State University di San Diego, insieme ad altri ricercatori, ha di recente pubblicato uno studio che stabilisce una correlazione tra disturbi psichici e uso dei social più alta di circa 10 volte rispetto a quella relativa all’uso generico di dispositivi elettronici. Sono conclusioni simili a quelle della ricerca interna di Facebook rivelata dal Wall Street Journal qualche mese fa, in cui si evidenziava un legame tra permanenza su Instagram, depressione e scarsa accettazione di sé. Soprattutto tra le ragazze.

App che limitano il tempo passato sul web

Mi è sembrato un ottimo motivo per passare all’azione (tanto sono la madre: troverebbe comunque una ragione per avercela con me). Ho limitato l’accesso a specifiche app con la funzione Tempo di utilizzo dell’iPhone, su Android esiste la più affettuosa Family Link, ma è un po’ macchinosa e la giovane ha trovato modo di svicolare. Però si è abituata a usare la modalità Concentrazione (su Android: Focus Mode) che silenzia le notifiche per intervalli di tempo predefiniti (utili, per esempio, a preparare le interrogazioni). E di sua iniziativa ha installato Forest, un’app che fa crescere una piantina virtuale finché tieni il telefono bloccato e stila la classifica di chi resiste di più.

Per interventi più puntuali utilizzo Qustodio, una piattaforma di parental control che sorveglia l’attività di più figli su più dispositivi in ogni parola cercata su Google. Lei ovviamente lo sa, e non escludo che a volte lo usi per segnalare cose di cui magari vorrebbe parlare ma per le quali le manca il coraggio. Più spesso, trova il modo di svicolare anche lì. Ma quantomeno deve smanettare un po’ e, se ci pensate, è già un bel risultato.

Serena La Rosa, l’autrice di questo articolo, è una brillante giornalista di gossip, ha una laurea in ingegneria. E il pallino della tecnologia.