I genitori di un adolescente con ADHD spesso mi chiedono come possono aiutare il loro figlio. Può capitare che il disturbo da deficit d’attenzione e iperattività venga scoperto non da piccoli ma più da grandi. Le ragazze per esempio sono sottodiagnosticate perché magari non hanno quell’estrema vivacità dei “bambini terremoto” ma manifestano più un’instabilità interiore.
L’ADHD è una neurodivergenza
L’ADHD è una neurodivergenza, cioè una modalità di funzionamento del cervello differente e, a seconda della gravità, può avere ripercussioni molto forti. In genere ci si convive per sempre e può essere accompagnato da altri disagi psichici come ansia, depressione, dipendenze.
Per un genitore di un adolescente con ADHD la cosa più importante è imparare a conoscere l’ADHD, per capire le fatiche che fa il figlio
Che spesso viene visto come pigro, svogliato, incoerente e quindi criticato e questo peggiora la situazione perché lui sperimenta già giudizi negativi e, per esempio, può venire preso in giro dai compagni. In più ha una bassa autostima e difficoltà a motivarsi quando è alle prese con compiti ripetitivi e noiosi. Certo è che non si può dirgli: “Studia così poi puoi uscire” perché questi bambini vivono nell’immediato e la ricompensa lontana nel tempo non li smuove. I genitori insomma hanno le armi un po’ spuntate.
Cosa fare con un figlio con ADHD
Quello che non devono fare è sentirsi in colpa. L’ADHD ha una componente genetica e spesso è legata a problemi alla nascita come la prematurità. Gli adolescenti che vivono questa condizione vanno invece sostenuti con un rinforzo positivo sui loro talenti: in genere sono molto creativi e, per esempio, possono diventare degli imprenditori. È importante però che questi ragazzi vengano seguiti da uno specialista che, se è il caso, potrà prescrivere delle terapie farmacologiche.