Otto milioni di italiani scelgono prodotti bio. Secondo l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, rispetto al 2007 sono in crescita la vendita di verdure (+ 20 per cento) e di pane, pasta e uova bio (+ 14).
«Il reparto dedicato ai prodotti freschi attira, ma non basta per conquistare una clientela fissa» dice Marco Mascagni, presidente dell’Associazione negozi biologici (assonegozibiologici@ya hoo.it). «Limitarsi ad aprire un negozietto è rischioso, meglio avere almeno 100 metri quadri a disposizione. Serve un assortimento di confezionati, dai biscotti ai cosmetici. E per attirare la clientela bisognerebbe organizzare visite guidate dai produttori locali, giornate di assaggio e corsi di cucina».
Il settore vi piace? Ecco come avviare un biocenter di successo.
«A chi abita in una grande città e ha molta concorrenza consiglio di affiliarsi a una catena di negozi che segue passo passo fino all’apertura e aiuta a crearsi un’immagine forte e a farsi pubblicità» spiega l’esperto. «Nei piccoli centri, invece, va bene anche un punto vendita indipendente, così si può scegliere l’assortimento in autonomia e specializzarsi in un settore, come i prodotti per celiaci».
Fra le catene di franchising ci sono B’io e NaturaSì che, con l’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa , garantisce contributi a fondo perduto fino al 75 per cento dell’investimento a chi apre un nuovo negozio nel Sud Italia.
Scelto il locale, si comunica l’apertura al Comune e si richiede l’autorizzazione sanitaria. Poi, si passa all’allestimento che, tra frigoriferi, scaffalature, bilance, casse e una fornitura di prodotti, richiede circa 90.000 euro.
Se si vendono prodotti sfusi, come frutta, verdura, pane o formaggi, l’Unione europea ha stabilito che si debba richiedere una specifica certificazione bio all’inizio dell’attività e ogni anno seguente. Gli enti qualificatori sono Bioagricoop e l’Istituto per la certificazione etica e ambientale . La spesa da sostenere va da 500 a 1.000 euro l’anno.
Un negozio bio ben inserito nel mercato guadagna da 1.000 a 1.500 euro al giorno. Se è così, nel giro di due anni, si è in grado di ricoprire le spese.