1/6 – Introduzione

Preoccupazione di molti genitori è capire se il loro bambino sarà un tipino socievole, simpatico, pieno di amici o piuttosto sarà più introverso e solitario. I bambini fanno tanti cambiamenti durante la loro crescita e fare questa valutazione è un po’ difficile e spesso prematuro. Ci sono alcuni segnali da osservare tenendo comunque conto del carattere del piccolo e dell’ambiente in cui cresce.
Ecco come capire se il bambino ha problemi di socializzazione.

2/6 – Il gioco fino ai tre anni

L’osservazione di nostro figlio mentre gioca può darci un’idea dello suo spirito di socializzazione. Intanto non dimentichiamo mai che il gioco è soprattutto un mezzo per conoscere se stesso e il mondo che lo circonda, per questo ad ogni fascia di età il modo di giocare è differenze e prevede passaggi e modalità particolari e diversi. Più i bambini sono piccoli, al di sotto dei tre anni, più ovviamente giocano in solitaria, per prendere confidenza con il proprio corpo, per imparare a muoversi, camminare, prendere contatto con gli oggetti o l’ambiente. A quest’età non c’è molto tempo per socializzare, presi come sono da scoprire se stessi.

3/6 – il gioco fra 3 a 5 anni

I bambini di età compresa fra i tre e i cinque anni, ad esempio, avranno un modo di giocare e di socializzare diverso da più piccoli e da quelli più grandicelli. Siamo nella fase del cosiddetto “gioco parallelo”. Completato il tempo della scoperta di se stesso e del mondo circostante ora il bambino comincia a osservare gli altri, i suoi coetanei. Non giocano ancora insieme ma la socializzazione si compie nel fare lo stesso gioco “in parallelo”, in spazi diversi, uno vicino all’altro, ma non insieme.
È un processo normale nella crescita dei nostri figli. Se non giocano ancora insieme non è per forza un segno di problemi di socializzazione.

4/6 – Il gioco dai 6 agli 8 anni

Dopo i sei anni l’approccio al gioco e ai rapporti con i coetanei cambia sostanzialmente. La frequenza della scuola mette il bambino davanti all’esigenza di doversi confrontare con gli altri, di dover condividere spazio e tempo e finalmente c’è l’occasione di entrare in confidenza. Inizialmente la socializzazione avviene avvicinandosi a un solo amichetto per volta, l’idea del giocare in gruppo è ancora un po’ lontana. C’è la curiosità di conoscere l’altro e qualche volta c’è anche la voglia di provocare nel tentativo di prevaricare, di mettere alla prova, di “misurare” chi ci sta davanti.

5/6 – Il gioco dagli 8 anni

Capire se un bambino ha problemi di socializzazione è possibile, quindi, solo dopo i sette, otti anni di età. Fino ad allora il gioco in solitaria è prevalemente un processo di crescita. Durante questa valutazione è comunque importante tenere conto di tutte gli aspetti caratteriali del bambino. Molti bambini sono estroversi, vivaci, amano la compagnia degli altri e giocare in gruppo. D’altro canto molti altri bambini sono più introversi, timidi, insicuri: hanno bisogno di più tempo per integrarsi in un gruppo di coetanei. Questo non significa che abbia problemi di socializzazione.

6/6 – Il gioco di gruppo

Per aiutare i nostri bambini alla socializzazione con i coetanei, è necessario innanzitutto capire l’indole caratteriale del bambino. Evitiamo di forzarlo a inserirsi in un gruppo dove non si sente a suo agio e soprattutto a colpevolizzarlo se predilige il gioco in solitaria. Accrescere la sua autostima, facendolo sentire sicuro di se stesso lo aiuterà certamente a integrarsi nel gruppo senza sentirsi inferiore o sureriore, ma uno di loro.