1/6 – Introduzione
La nascita di un figlio è l’esperienza più bella al mondo. Una vita in più su questa terra è un dono dal cielo, si dice, per molti è l’aspetto più importante della propria vita, per altri invece può diventare un problema.La nascita di un figlio con delle problematiche fisiche può essere all’inizio un trauma, poi con l’andar del tempo diventa un’esperienza indimenticabile, perché quello che riesci ad ottenere da un bambino con un handicap non lo puoi ottenere da un bambino così detto “normale”. Ora cerchiamo di analizzare come si cresce un bambino non vedente, cosa sono le prime cose da fare.
2/6 – Intervento precoce nei primi mesi di vita
La vista ha un ruolo determinante nello sviluppo psicomotorio del bambino, ecco perché un intervento precoce nello stimolare un bambino non vedente o ipovedente può eliminare i danni che potrebbero subentrare se non si interviene nei primi mesi di vita.
3/6 – Stimolazione basale e visiva
Con degli stimoli semplici e sensoriali si aiuta il bambino a scoprire il proprio corpo e se stesso. Bisogna innanzi tutto far crescere il piccolo in un ambiente armonioso e stimolante. Stimolare i sensi a sua disposizione quale il tatto, l’olfatto, l’udito, il descrivere un oggetto o un’ambiente può esser di aiuto per lo sviluppo dell’immaginazione.
4/6 – Psicomotricità e musicoterapia
Attraverso il gioco e il movimento si sviluppano le capacità creative del bimbo. La musica e il suono sono fattori da non tralasciare, aiutano il piccolo a percepire ed a esprimere le proprie emozioni. La dimensione spazio tempo è resa viva dall’ascolto di suoni, percepiti come onde di energia, che legati al movimento, fa prendere al bambino la consapevolezza di se e dello spazio che lo circonda.
5/6 – Autonomia personale
Aiutare il bimbo ad affinare le proprie capacità per i propri bisogni primari, così da renderlo indipendente nei movimenti in spazi a lui sconosciuti. Essere autonomi significa sviluppare tutte quelle attività necessarie alla vita quotidiana, quali vestirsi, lavarsi, mangiare etc. In questo processo formativo la famiglia gioca un ruolo molto importante, bisogna aiutare il bimbo passo per passo senza costrizioni e lasciandolo fare, così da renderlo piano piano autonomo e sicuro dei propri movimenti.
6/6 – Cosa deve sapere una famiglia di un bimbo non vedente
Innanzi tutto bisogna accettare la realtà senza pietismi e frustrazioni, in secondo luogo attivare tutte le risorse del territorio dove si vive come la Asl per ottenere, dopo le varie visite e certificazioni, i benefici spettanti. È importante pensare al proprio figlio nella sua globalità e non nelle sue limitazioni, aiutarlo a fare più esperienze possibili sviluppando appieno le sue potenzialità. Un bambino non vedente può fare tutto, il problema più grande forse è la relazione con gli altri, purtroppo non sempre si incontrano persone sensibili e informate, ma non possiamo cambiare gli altri ma solo il nostro modo di vedere le cose.