Ogni separazione è accompagnata da un misto di sentimenti ed emozioni sia positive che negative. Allo stesso tempo la coppia cessa di essere coppia coniugale ma continua a essere coppia genitoriale. Ciò comporta che se la separazione non è stata accettata del tutto da una delle parti (in questo caso dalla donna) o sono stati molto conflittuali i momenti d’incontro come coppia genitoriale nei confronti dei figli si possono rivelare momenti di forte tensione innescando sentimenti ed emozioni sia positive sia negative del tutto sopite.


Che cosa fare in questi casi?


Prendere atto che si continuerà a essere per sempre coppia genitoriale e quest’ultima va tenuta nettamente distinta dalla coppia coniugale che non c’è più.  Spesso ci si dimentica di questo e i momenti d’incontro con i figli portano a rivivere in maniera inconscia una dimensione coniugale che non c’è più. Prendere atto semplicemente di questa consapevolezza aiuta a contenere i propri sentimenti alla presenza dei figli.

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Sembra che la maggior parte delle “relazioni d’amore” diventi relazione di amore-odio entro breve tempo. L’amore può allora in un batter d’occhio trasformarsi in attacchi selvaggi, sentimenti di ostilità o in una completa rinuncia all’affetto. E’ considerato normale. Allora il rapporto per qualche tempo, mesi o anni, oscilla fra le polarità dell’ “amore” e dell’ “odio” e fornisce piacere e dolore in egual misura. Non è insolito per le coppie diventare dipendenti da questi cicli.


Il loro dramma le fa sentire vive. Quando l’equilibrio fra le polarità positiva e negativa va perduto e i cicli negativi, distruttivi, si ripetono con frequenza crescente, il che tende ad avvenire presto o tardi, allora entro breve tempo la relazione crolla definitivamente.

"il lato negativo di un rapporto affettivo è naturalmente più facile da riconoscere come disfunzione rispetto al lato positivo.
Ed è anche più facile riconoscere la fonte della negatività nell’altra persona piuttosto che vederla in se stessi.
Può manifestarsi sotto varie forme: ossessività, gelosia, controllo, chiusura in se’ stessi e risentimento inespresso, bisogno di avere ragione, insensibilità, esigenze emotive e manipolazione, impulso a litigare, criticare, giudicare, biasimare oppure attacco, collera, vendetta inconsapevole per il dolore passato inflitto da un genitore, rabbia e violenza fisica
."Eckhart Tolle