1/7 – Introduzione
Quando nasce un figlio, la prima cosa che si prova è un immensa felicità. Felicità che però potrebbe essere ostacolata dalle mille difficoltà che ha ogni genitore, a cominciare dalle notti insonni causate dai pianti del bambino. Per preservare la tranquillità dell’intera famiglia, è necessario seguire qualche dritta per potersi organizzare al meglio, superando così gli ostacoli del cammino neonatale. In questa guida ci occuperemo prevalentemente di come far dormire il bambino nella culla, un problema da non sottovalutare ma risolvibile talvolta con facilità.
2/7 Occorrente
- Cibi ricchi di serotonina e clorofilla
- Culla vicino al lettone dei genitori
- Pazienza
- Orari fissi
3/7 – Le buone abitudini
Mettere il neonato nella culla fin dall’inizio è una buona abitudine. Potrete posizionarla anche vicino al letto di voi genitori, ma l’importante è che il bambino rimanga all’interno di essa durante la notte. Armatevi di pazienza se vostro figlio non è abituato a tutto ciò; occorrerà del tempo, ma resistete agli eventuali pianti del neonato. Piuttosto, cercate di eliminarne le cause: il pannolino bagnato, il naso tappato, i dolori alla pancia, la febbre, sono fastidi fisici che fanno piangere il bambino. Se terrete sottocontrollo la sua salute, avrete già compiuto un passo in più per tranquillizzarlo. Assicuratevi poi di non allattarlo o fargli bere bevande come la camomilla prima di coricarlo: questo potrebbe limitare una cattiva digestione, il meteorismo e il bisogno di urinare. Imparate a far rilassare il piccolo, evitando agitazioni e stimoli durante le ore precedenti alla nanna. Un errore da evitare è quello di farlo addormentare con voi sul divano davanti alla TV, riponendolo nella culla già addormentato. Il bimbo deve coricarsi ancora sveglio e non troppo tardi!
4/7 – I comportamenti da adottare
Anche se il bambino piange con o senza motivazioni valide, non lasciatelo solo. È importante che senta la presenza dei genitori, affinché la notte o il momento di addormentarsi non diventino per lui un’esperienza traumatica. Evitate dunque i carichi d’ansia; se vostro figlio è entrato nell'”età della pappa”, puntate su alimenti che inducono il sonno, come l’orzo, l’avena, il riso e i cibi ricchi di vitamina b3 (produttori di serotonina). Quest’ultima si può trovare all’interno delle verdure verdi ricche di clorofilla, sostanza che concilia il sonno e favorisce il rilassamento. Siate abitudinari col piccolo, stabilendo orari ben precisi di veglia e sonno; ciò lo aiuterà a dividere i momenti della giornata. Una delle strategie migliori è quella di considerare il momento della nanna come un “rito”, rafforzando così i significati di “notte” e “dormire”.
5/7 – La gestione dei pianti
La situazione è diversa se il bimbo si sveglia piangendo disperatamente nel cuore della notte. Fate un passo indietro: avete già allattato diverse volte il piccolo quando piangeva di notte? Se sì, lo avete instradato su cattive abitudini. Non dovreste, infatti, farlo mangiare per calmarlo, ma pazientare e non avventarvi subito su di lui. A volte può capitare che i risvegli notturni siano solo apparenti e momentanei; se sarete troppo solerti potreste incappare nell’errore di svegliare definitivamente il bambino che sarebbe di lì a pochi secondi ritornato a dormire. Se i vagiti si trasformano in pianto, significa che il piccolo ha realizzato l’assenza della mamma. L’ideale sarebbe di posizionare sempre la culla per i primi mesi accanto al lettone e, nel caso di risveglio, accarezzare il piccolo facendogli sentire la propria presenza. Non abituatelo, infine, ad essere estratto dalla culla troppo facilmente.
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7/7 Consigli
- Non allattate o somministrate cibo e bevande al piccolo immediatamente prima di dormire.
- Mantenete un clima tranquillo per facilitare il sonno del piccolo.
- Non innervositevi se i primi tentativi non danno frutti: per comprendere o migliorare le buone abitudini, sono necessari tempo e pazienza.