Si sa, per crescere un bambino ci vuole tempo . E se si aggiunge quello dedicato al proprio lavoro e alla cura della casa, ne consegue che per noi stesse ne rimane ben poco. Una ricerca ci fornisce dati più precisi in merito
Come trascorrere del tempo di qualità divertendosi con i propri figli
Riuscire anche a ritagliarsi un po’ di tempo da dedicare esclusivamente alla coppia, dopo l’arrivo di un figlio, può rivelarsi un’impresa estremamente ardua! Specialmente i primi mesi, quando la mamma sembra dedicare tutte le sue attenzioni al nuovo arrivato. Eppure, è fondamentale mantenere un’identità di coppia , nonostante l’inevitabile scombussolamento dato dai nuovi ritmi di vita.
«Ammetterlo non è facile, perché sembra di tradire i propri figli» commenta Daniele Novara, pedagogista e consulente familiare (www.cppp.it). «Ma è liberatorio riconoscere che le cose non vanno come ci si era immaginati. Il punto è questo: neanche l’essere umano più organizzato riesce a prepararsi all’arrivo di un figlio. Può comprare libri sul tema, osservare amici e parenti, rivangare i ricordi d’infanzia. Ma tra quelle esperienze (o la sua happy family immaginata) e la realtà la distanza è siderale». Ecco allora da dove partire per ritrovare il piacere di essere genitori.
A volte succede: i bambini giocano tranquilli, noi riusciamo a finire un lavoro in tutta calma e sul tavolo scopriamo addirittura una sorpresa. Un disegno con dedica: «ti voglio bene mamma!». Sono attimi magici (e fugaci) che ci riappacificano con il nostro ruolo e con il mondo. Ma perché, per il resto del tempo, siamo permeati da un mix di ansia e senso del dovere che, alla fine, toglie gioia al nostro agire?
«Perché diventare genitori è una delle metamorfosi più improvvise e radicali che un adulto possa subire» spiega Daniele Novara. «E visto che oggi ci accolliamo volontariamente questo impegno, al quale in passato non ci si poteva sottrarre , nutriamo aspettative più elevate: diamo per scontato che avere figli ci renderà più felici. Non è così: l’errore è che consideriamo i figli una fonte di appagamento continuo anziché una componente normale della vita, con i suoi alti e bassi». Crescere un bambino non è una performance legata all’ottenimento di buoni risultati. E lo scopo della vita di nostro figlio non è quello di rallegrarci e darci piacere.
Eppure i figli, anche oggi, sono “portatori sani di gioia ”. Perché non riusciamo a goderne fino in fondo? «Presi dall’ansia di controllo o di prestazione, siamo via via diventati impermeabili a una fondamentale esperienza di felicità. Quella di rivivere sensazioni ed emozioni mai più provate dopo la nostra infanzia» spiega l’esperto. «I bambini imparano quel che c’è da sapere sul mondo toccando e sperimentando. Al contrario di noi adulti, che tendiamo ad assorbire informazioni rapidamente e usando solo logica e razionalità.
Lasciarci contagiare e comportarsi come loro, quindi, è il segreto per essere genitori felici». Cosa vuol dire? Fermarsi a guardare un insetto, usare le tempere con le dita, creare bolle giganti con la schiuma della vasca da bagno, fare insieme le smorfie allo specchio, tracciare una pista nella neve per lo slittino. E scoprire che tutto questo è fantastico.
Succede (quasi) a tutti: quando si diventa genitori aumentano di gran lunga le occasioni di socializzazion e con altre famiglie (in oratorio, nelle associazioni scolastiche, nei gruppi di quartiere). A diminuire radicalmente, però, sono le serate e i weekend con gli amici o dedicati agli interessi personali. Continuare a occuparci di questa nostra dimensione, invece, è fondamentale per la nostra identità e felicità.
La soluzione è attivare una rete di aiuti su cui contare. «Le mamme, in particolare, devono liberarsi del mito dell’onnipotenza » commenta Daniele Novara. «I nonni, le zie, l’asilo nido sono tutte possibilità da sfruttare. Ma bisogna partire da una convinzione: crescere un figlio non è il progetto di un solo individuo, riguarda una comunità di persone».
Per quale motivo un bisticcio tra fratelli ci irrita così tanto? Come mai un capriccio ha il potere di riempirci di rabbia al punto che pensiamo “ma chi me l’ha fatto fare? ”. «Un figlio ci mette di fronte ad aspetti inediti del nostro carattere, a emozioni che non sospettavamo neppure di poter provare» spiega Daniele Novara. «Esserne consapevoli aiuta a spostare la nostra attenzione da ciò che ha scatenato rabbia o frustrazione (il capriccio) alla nostra vulnerabilità.
Così è interessante chiedersi perché, da dove sbuca la nostra rigidità di fronte a una normalissima dinamica infantile. Essere genitori, quindi, diventa così una preziosa occasione per scoprire qualcosa su noi stessi. E questo, inevitabilmente, ci rende felici ».
Con i bambini ci sono giorni buoni e altri… da incubo . «È il pensiero dei primi, dei tanti piccoli momenti straordinari a farci dire che niente e nessuno ci dà altrettanta gioia quanto i nostri figli» commenta l’esperto. «Ogni mamma, insomma, ha dentro di sé una preziosa risorsa di felicità: il ricordo di quella buffa espressione, di un abbraccio fortissimo, di una scoperta o di una conquista condivisa».
Ecco perché, come scrive Jennifer Senior, molti genitori dicono che quando non litigano con i figli per i compiti, e non stanno pulendo il pavimento dall’uvetta che il piccolo ci ha appena schiacciato sopra, a ben pensarci sì, sono proprio felici.