1/7 – Introduzione
Per un genitore non è sempre facile riuscire a farsi prendere sul serio dai propri figli. Qui spero di fornirvi qualche consiglio utile su come agire.
Il ruolo del genitore necessita di una grande sensibilità per instaurare un rapporto di fiducia e per far comprendere al bambino che le regole imposte sono a fine di bene.
Nel scelte educative inoltre è importante tenere conto del fatto che ogni bambino ha il proprio carattere e quindi bisogna trovare il modo più adatto per creare un confronto e un dialogo.
2/7 – Comportarsi da genitori e non da amici
In una società nella quale i modelli di comportamento propongono di instaurare un rapporto paritario con il bambino o con l’adolescente, si ha sempre più la tendenza a mostrarsi “amici” dei propri figli.
Ma il rischio è proprio quello di non riuscire a impartire le proprie regole nel modo corretto, e di non essere presi sul serio.
È necessario mantenere dunque una netta distinzione dei ruoli reciproci, ed è necessario separare il momento del gioco o dello svago, durante il quale l’adulto può porsi sullo stesso piano comunicativo del bambino, rispetto ai momenti di gestione ordinaria.
Essere genitori “divertenti” è un modo per creare affiatamento con il proprio figlio, ma è bene che il bambino possa riconoscere senza dubbi il momento in cui è necessario essere seri.
3/7 – Proporre regole chiare e coerenti
È bene essere sempre precisi nell’imporre delle regole, anche perché i bambini hanno un’ottima memoria e si confondono se ricevono istruzioni contraddittorie, oppure se i due genitori hanno linee educative diverse.
È indispensabile che entrambi i genitori forniscano la stessa risposta, per essere credibili.
Altrimenti il ragazzo potrebbe finire per distinguere i ruoli di genitore “buono” e di genitore “cattivo”. Il risultato sarebbe che il bambibo non prenderebbe più sul serio le decisioni del genitore “buono”. Oppure che tenderebbe a contrastare quelle del genitore “cattivo”.
4/7 – Spiegare il senso del sì e del no
Un genitore non dovrebbe essere né permissivo né autoritario. Ma dovrebbe riuscire a mostrare quella che psicologi infantili chiamano autorevolezza.
È indispensabile che un NO resti tale, nonostante le insistenze, ai fini della credibilità. Ma è altrettanto indispensabile che il NO non sia l’unica risposta, perché altrimenti subentra la sfiducia, con il rischio che il bambino smetta di chiedere, per non ottenere un rifiuto. Oppure che si ribelli in maniera rigida e senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze delle proprie azioni.
Se invece si verifica il caso per cui alla stessa domanda il genitore fornisca una risposta diversa è bene spiegare il “perché” di tale decisione. È bene che il bambino o l’adolescente abbia chiare le differenze per cui hanno ottenuto una risposta diversa.
5/7 – Utilizzare un tono pacato e neutro
L’utilizzo di un tono di voce pacato aiuta il bambino a percepire serenamente la proposta o la regola.
Bisogna lasciare passare la sensazione per cui non si tratta di un’imposizione ma di una normale gestione quotidiana.
In particolare nei momenti di rabbia o di forte stress emotivo, in cui il bambino o il ragazzo perde il controllo, è assolutamente vietato urlare.
Le urla non soltanto non sono di aiuto ma finiscono per minare la fiducia del bambino e la sua capacità di recuperare la calma.
A volte può essere opportuno lasciare al bambino il suo “tempo” per liberarsi dalla rabbia, e per lasciarla scemare.
Si può suggerire di parlarne successivamente, quando si sarà sfogato, e cercare una soluzione insieme per eliminare le cause di disagio.
6/7 – Educare all’autonomia
Lasciare svolgere al bambino alcune attività in piena autonomia è un modo per dimostrare fiducia nelle sue capacità e per migliorare la sua autostima.
Il questo modo egli non solo acquisirà sicurezza ma avrà a sua volta maggiore fiducia nei confronti dell’adulto e delle sue decisioni.
Si sentirà maggiormente motivato nell’accettare le regole.
7/7 – Ascoltare per essere ascoltati
Questo sembra facile ma non lo è affatto.
Un genitore si pone, senza neppure rendersi conto, in una posizione di superiorità nei confronti del figlio.
È come se dicesse: “io ho ragione. Quindi comando io”.
Non c’è nulla di peggio per creare disagio e distacco da parte del proprio figlio.
I giovani hanno una forte esigenza di sentirsi ascoltati, di percepire che dall’altra parte c’è una persona che comprende il loro punto di vista.
Ascoltarlo e quindi collaborare per trovare, ove possibile, una soluzione insieme, è il modo migliore per ottenere la fiducia di un figlio.