1/6 – Introduzione
Per un bambino le punizioni devono essere un motivo di crescita e riflessione è, quindi, sempre molto importante usare questo tipo di metodo educativo solo in momenti specifici e per sottolineare comportamenti sbagliati di una certa rilevanza. Per cui è, sempre, bene non abusare nell’uso delle punizioni e, comunque, spiegare sempre al bambino il motivo che ci ha portati a simili decisioni che non rendono felici neppure noi adulti. Il piccolo deve capire la nostra delusione nell’arrivare a tanto e non vivere questo momento come un qualcosa fatto esclusivamente a suo danno. Per capire come impartire le giuste punizioni e, soprattutto, quando decidere di attuare questa metodologia educativa leggete questa guida. Potrà esservi di aiuto ed evitarvi inutili sensi di colpa che, spesso, sono una diretta conseguenza di comportamenti autoritari e rigidi, ma necessari per ogni genitore.
2/6 Occorrente
- Pazienza
- Razionalità
- Comprensione
- Autorevolezza
3/6 – Quando punire un bambino
La prima cosa da capire, ancora prima di come, è quando punire un bambino. La punizione deve essere, infatti, un’eccezione nel suo percorso educativo. Non bisogna, quindi, usare questa tecnica ogni qualvolta il bimbo sbaglia, o semplicemente non ascolta, o non fa esattamente quello che gli è stato chiesto. Va sempre ricordato che occorre avere una certa elasticità, soprattutto con i più piccoli, evitando di pretendere troppo da loro. Sbagliare per un bambino è importante per capire se stesso e crescere, per cui lasciamo che i bambini commettano errori e puniamoli solo per comportamenti davvero importanti. Per esempio un bambino va punito se ha atteggiamenti aggressivi verso gli altri, se usa un linguaggio inappropriato, se non raggiunge rilutati sufficienti a scuola, ma facendo questo esempi non intendo il semplice dare una spinta ad un altro bambino al parco, nè l’usare nomignoli ridicoli per chiamare un amico e neppure il prendere il primo brutto voto a scuola. La punizione va data quando gli atteggiamenti persistono e sono davvero gravi proprio perché la punizione deve essere intesa come conseguenza a qualcosa di davvero importante che non deve e può più accadere in futuro.
4/6 – Come punire un bambino
Una volta stabilito se è il caso di punire o meno il bambino, allora, è il momento di decidere come punirlo. Qualsiasi sia la punizione ricordatevi sempre di non mortificalo in pubblico. Ciò significa comunicargli la punizione in privato e mai davanti agli amichetti o a persone esterne. Il bambino potrebbe vergognasi e la sua reazione sarebbe sicuramente di rabbia non tanto per la punizione in se stessa, ma soprattutto per il fatto di aver subito un’umiliazione davanti agli altri. Parliamo, quindi, con lui a casa, spiegandogli per filo e per segno il motivo della punizione, senza per forza indirizzarsi su cose per lui davvero molto importanti. Essere severi va bene, ma la cosa fondamentale, che non si dovrebbe mai dimenticare, è che la punizione è fatta per far riflettere il bambino sull’errore commesso. Evitiamo, pertanto, di infliggere punizioni di lunga durata, come per esempio per una settimana, o quelle che vietano al bambino l’attività per lui più importante della giornata. Spesso i genitori utilizzano la televisione come prima “minaccia” di punizione. La classica frase è ” se non la smetti non guardi la televisione per tre giorni”. A queste parole il bambino immediatamente smetterà di fare quello che non va bene, ma senza pensare al perché, ma solo a come non perdere il suo cartone animato preferito. Occorre, quindi, agire d’astuzia per fare in modo che la punizione sia davvero efficace ed educativa.
5/6 – Come rendere una punizione efficace
Per evitare che una punizione sia un solo “vuoto a perdere” occorrerà renderla, quindi, davvero efficace. Come fare? Semplice, evitando che diventi solo uno spunto di scontro e nervosismo tra genitore e figli. Usare punizioni non troppo invasive è un modo per far capire al bambino che siamo delusi di lui, ma, nonostante tutto, restiamo comprensivi verso la sua tenera età. Da piccoli l’errore o la ribellione sono caratteristiche primarie della crescita per cui non vanno punite troppo severamente. Spesso basta obbligare il bambino a pensare su ciò che ha fatto o che non ha fatto per ottenere i risultati sperati. Una delle punizioni a mio avviso più efficaci è quella di creare un angolo del pensiero. Scegliete un posto specifico della casa, metteteci una sedia e identificate quel posto come appunto l’angolo del pensiero. Ogni volta che il bambino commetterà qualcosa che, a vostro avviso, necessita una punizione, mandatelo là a sedersi senza indugi, invitandolo a pensare bene al suo comportamento. Permettetegli di riflettere per qualche minuto vedrete che, se sulle prime, il bambino attenderà il vostro richiamo per tornare, con il passare del tempo, sarà lui stesso ad autoregolarsi ed a decidere il tempo necessario alla riflessione o andrà addirittura da solo a sedersi a pensare dopo aver commesso una marachella.
6/6 Consigli
- Date sempre una punizione in accordo con il patner. Mamma e papà devono seguire lo stesso percorso educativo se vogliono che sia efficace
- Evitate di minacciare di dare punizioni. O si danno od è meglio non menzionarle affatto
- Se non ottenete i risultati sperati con le punizioni inflitte, consultatevi con le insegnati, le educatrici o la stessa pediatra per avere consigli educativi