1/7 – Introduzione

Soffiarsi il naso è sicuramente una di quelle azioni così semplici da compiere che, in un adulto, diventano tanto automatiche da venire svolte senza pensarci su. Le cose non sono però altrettanto facili se la stessa operazione viene eseguita da un bambino, che finisce col trovare difficoltà sia nell’apprendere come ci si soffia il naso che nel ripetere da solo questa operazione. In questa guida vi spiegheremo come insegnare ad un bambino a soffiare il naso.

2/7 Occorrente

  • specchietto
  • carta riso
  • carta velina

3/7 – Collaborazione con il piccolo

Si sa: riuscire a mantenere pulite le vie aeree di un bambino è difficile sin dall’inizio. Infiniti sono gli strepiti e i pianti già da quando, appena lattante, mamma e papà sono costretti ad eliminare i muchi dal suo nasino per farlo respirare bene. E la cosa non migliora con il tempo, quando il piccolo cresce e difficilmente collabora con voi. Un pregiudizio già antico nella giovane mente del piccolo, e quindi difficile da scardinare.

4/7 – Incentivo all’uso del fazzoletto

La prima cosa da fare, è sicuramente spiegare al bambino quanta importanza si nasconde dietro la semplice azione di soffiarsi il naso. Usando le parole più adatte, in modo da colpire positivamente la sua fantasia, dovremo innanzitutto spiegare che tenere il nasino pulito è un lavoro da bambini grandi e che se gli si affida questo compito è perché mamma e papà pensano che lui sia in grado di farlo. Oltre a sentirsi elogiato per le sue capacità, il bambino si sentirà così incentivato a svolgere un nuovo compito che lo faccia sentire più grande ed indipendente. Non scoraggiatevi per i piccoli disastri che combinerà all’inizio: di sicuro il bambino non sarà perfetto al primo tentativo, ma non dovrà essere criticato né sgridato. Al contrario, se qualcosa non andrà bene in quello che ha fatto, siate assertivi: elogiatelo per il tentativo fatto e correggete le imperfezioni esprimendo le vostre osservazioni sempre in positivo. Così gli darete fiducia e lo indurrete ad essere sempre più preciso e autonomo.

5/7 – Piccoli stratagemmi

I piccoli stratagemmi da usare per insegnare al vostro bambino la corretta pulizia del naso possono essere davvero molteplici. Per fare in modo che impari in fretta, avremo bisogno di utilizzare un metodo che sia istruttivo e nello stesso tempo divertente. Ad esempio, potreste cominciare raccontando una piccola storia nella quale, ad un certo punto, il protagonista ha bisogno di soffiarsi il naso. Una volta che il racconto verbale ha preso piede, potrete cominciare a fare qualche dimostrazione pratica. Per realizzarla avrete bisogno di procurarvi uno specchietto, quelli per il ritocco del trucco è sicuramente il più indicato. Sistemate lo specchietto sotto le narici del vostro bambino e chiedetegli di soffiare fuori un pochino di aria. Spiegate al piccolo il significato della nuvola di vapore che si forma sullo specchio riallacciandovi alla storia che avete inventato poco prima di cominciare l’esperimento.

6/7

Una volta che il piccolo avrà capito questo esperimento passate alla fase successiva, nella quale farete muovere gli oggetti con il naso. Prendete qualche foglio colorato di carta velina o carta riso: più colori saranno presenti e meglio sarà per la riuscita dell’esperimento. Rompetela in tanti piccoli pezzettini e sistemateli sopra una cartolina o un cartoncino. Posizionate il tutto sotto il vostro naso e delicatamente soffiate fuori l’aria in modo da far volare i pezzetti di carta. Sistemate di nuovo i pezzetti di carta sopra la cartolina e collocate il tutto sotto il nasino del vostro bambino. Chiedetegli di soffiare l’aria dalle narici proprio come avete fatto voi e come aveva fatto lui in precedenza per ricreare la nuvola di vapore. Fate ripetere il gioco al vostro bambino diverse volte, in modo che possa prendere confidenza con il movimento e il meccanismo. Dopo alcuni tentativi fatti per puro gioco, il piccolo avrà memorizzato il modo giusto per soffiarsi il naso e comincerà a tentare di farlo per pulirsi il naso.

7/7 Consigli

  • Spiegate l’operazione come se fosse un gioco e non un’imposizione