Misurare la febbre ai bambini, soprattutto se sono molto piccoli, non è sempre un’impresa semplice. Tutto ciò vale soprattutto per le neomamme e per chi è alle prese con le prime febbri dei figli. Abbiamo quindi chiesto al dott. Gianfranco Trapani, pediatra, come si misura la febbre ai bambini. A partire dal tipo di termometro da utilizzare.
Quale termometro usare
Caduto nel dimenticatoio l’antico termometro a mercurio, oggi in commercio le mamme possono trovare diverse tipologie di termometri e accessori pensati per misurare la febbre al bambino. Ma quali sono i modelli più attendibili e consigliati dal pediatra?
«Per misurare la febbre al bambino, io consiglio di utilizzare il termometro digitale morbido messo sotto l’ascella oppure all’inguine. Infatti, benché siano molto gettonati per praticità e rapidità, i termometri auricolari a infrarossi non sempre sono attendibili. Si tratta di dispositivi che rilevano immediatamente la temperatura del bambino appoggiandone la sonda nell’orecchio (dopo aver cambiato, a ogni misurazione, l’apposito coprisonda). Il problema, però, è che può bastare un’infezione delle alte vie respiratorie (con infiammazione) come una sinusite o un‘otite, per alzare la temperatura di naso e orecchie. Rendendo, così, la misurazione non proprio attendibile. Per questi motivi, se si desidera usare un termometro auricolare, è opportuno rilevare anche la temperatura del bambino in condizioni normali. Infine, sconsiglio anche l’uso delle strisce per la rilevazione esterna della febbre, da applicare sulla fronte» spiega il dott. Trapani.
Dove misurare la febbre
Dopo aver scelto la tipologia di termometro più adatta, è importante sapere anche dove misurare la febbre al bambino al fine di ottenere un valore il più possibile attendibile.
«Escluderei in primis la misurazione della febbre per via orale, sconsigliata anche se il bambino è già grandicello. Tralasciando anche la misurazione auricolare, restano le rilevazioni ascellari, inguinali e rettali. Quest’ultime misurano la temperatura interna che, dunque, deve poi essere ridimensionata di mezzo grado. Inoltre, la misurazione rettale può agitare il bambino provocando un rialzo della temperatura non dovuto all’infezione. Consiglio, quindi, le misurazioni ascellari e inguinali, protratte per almeno tre minuti: in questo modo, il bambino resta tranquillo e l’agitazione non contribuisce a rendere meno rilevante la misurazione» continua il dott. Trapani.
Quando misurare la febbre
Ma quando misurare la febbre al bambino? Sicuramente non dopo aver mangiato, pena un rialzo fisiologico della temperatura.
«Consiglio di misurare la febbre al mattino prima della colazione e alla sera, prima di cena. Bisogna, però, ricordare che contano sempre molto le condizioni generali del bambino quando ha la febbre. Vi sono, infatti, bimbi vivaci e attivi con 39.5 di febbre, mentre vi sono altri casi di febbre “bassa” ma associata a peggioramento evidente delle condizioni del bimbo. In queste ultime situazioni, è bene monitorare con attenzione l’evolversi della condizione di malessere» conclude il dott. Trapani.
Quindi, non deve preoccupare tanto la febbre alta del bambino quanto, piuttosto, un peggioramento evidente e marcato delle sue condizioni. Di conseguenza, no all’ossessione di misurazioni continue della febbre: bastano poche volte ma buone, soprattutto senza eccessi di ansia o agitazione.