1/5 – Introduzione
I tic nervosi sono dei movimenti incontrollabili, improvvisi ed involontari che si ripetono sempre uguali. Nascono quasi sempre sin dall’infanzia, come gesti di rassicurazione, però con il tempo possono diventare molto complessi e fastidiosi e interferire quindi con la vita quotidiana. Bisogna cercare di riconoscere il comportamento ripetitivo in un bambino che spesso risulta essere l’effetto di situazioni in cui il bambino si sente sopraffatto dalle emozioni o vive situazioni di stress.
2/5 – Scomparsa del disturbo
Secondo alcune ricerche dai 6 anni in su circa un bambino su 100 soffre di tic nervosi che nella maggioranza dei casi diminuiscono o scompaiono in breve tempo, sono infatti davvero pochissimi i tic che perdurano oltre l’adolescenza. Quando si è piccoli le strutture cerebrali – e in particolare la corteccia motoria e i cosiddetti bulbi basali – sono ancora in piena maturazione, ed è quindi molto più facile che una serie di movimenti sfugga al controllo. Ma con la crescita e lo sviluppo delle strutture cerebrali scompare quasi sempre anche il disturbo.
3/5 – Quando preoccuparsi?
La maggioranza dei tic nervosi sono dei semplici gesti abituali che facciamo senza neache rendercene conto, come battere un piede a terra in maniera frenetica stando seduti, inanellarsi i capelli, rosicchiarsi le unghie. Questi movimenti però, da semplici atteggiamenti a cui non diamo peso, portati all’estremo possono sfociare in un vero e proprio disturbo ossessivo come ad esempio la tricotillomania, caratterizzato dal bisogno di strapparsi i capelli da testa tanto da provocarsi zone di alopecia. Inoltre un’altro segnale d’allarme si ha se il tic non sparisce ma perdura negli anni. I bambini affetti da tic cronici possono presentare anche balbuzie, deficit di attenzione, disturbi nell’apprendimento, difficoltà di concentrazione.
4/5 – Classificazione dei tic
Oltre ad i movimenti i tic possono essere anche una produzione vocale involontaria e ricorrente. Li possiamo infatti distinguere in tic motori: come battere le palpebre, fare smorfie, (o effettuare i movimenti elencati poc’anzi); e in tic vocali: come schiarirsi la gola, tossicchiare, fischiare. C’è inoltre un’ ulteriore classificazione ovvero tic transitori, e cioè destinati ad una scomparsa spontanea, o cronici, se la loro durata supera l’anno e vede anche l’associarsi di nuovi tic. Quando si manifestano tic sia motori che vocali si parla di sindrome di Tourette.
5/5 – Come risolvere il problema
Ancora oggi la causa scatenante dei tic nervosi è sconosciuta ma resta uno dei tanti modi in cui il nostro corpo esterna un disagio. Spesso i nostri figli vivono delle situazioni che possono di per sé sembrarci banali ma che per il bambino sono difficili da affrontare. La cosa più importante che dobbiamo fare come genitori è parlare ed ascoltare i nostri figli. E così anche in questo caso occorre capire se ci possa essere un motivo di stress nel bambino parlandolgi senza cercare di corregerlo. Occorre parlare con gli insegnanti per evitare che in classe venga preso in giro. È utile fargli praticare un’attività che lo diverta e che lo faccia rilassare come ad esempio i corsi di yoga specifici per bambini. Escludendo i casi patologici, se il problema non si dovesse risolvere in un arco di tempo che può aggirarsi anche intorno all’ anno è importante rivolgersi al proprio pediatra di fiducia ed intervenire poi con un approccio di tipo psicologico.