Lo zainetto con pigiamino, spazzolino e dentifricio; sottobraccio il peluche preferito ed ecco che il cucciolo di casa è pronto per passare la notte da un amichetto. Un’abitudine da favorire? Risponde Daniele Novara, presidente del Centro psicopedagogico per la pace.
«Dormire fuori casa è un’avventura che offre al bambino la possibilità di “fare cucciolata” con i coetanei: un aspetto molto importante specie per i figli unici» spiega l’esperto. «Per cominciare, non ci sono regole. In genere, dopo i 2 anni si può provare a dormire dai nonni. Per fermarsi da un compagno, invece, è meglio aspettare i 4-5 anni».
«Vietato dire frasi come: “Se hai nostalgia, chiama, così ti veniamo a prendere”. Perché proiettano l’ansia di mamma e papà e non aiutano il bambino nelle sue prime prove di autonomia. Anche telefonare all’ora della nanna è un errore: è il momento in cui prende sempre un po’ di nostalgia». Meglio fare un saluto all’ora di cena. Il giorno dopo, il piccolo sarà felice di raccontare la sua avventura.