L’essere genitori comporta insieme a innumerevoli gioie altrettante responsabilità. Significa rappresentare il fulcro affettivo e il riferimento educativo del bambino. Ogni spiegazione, regola o insegnamento avrà future ripercussioni sulla sua vita sociale. Per questo dovremmo essere cauti e accertarci in prima persona dell’educazione dei figli. È sbagliato cercare di non toccare argomenti che ci appaiono imbarazzanti o difficili, rischiamo di perdere l’occasione di dare ai nostri figli una corretta lettura. Con la diffusione delle tecnologie, moltissime informazioni sono ormai alla portata di tutti. Anche se spesso queste si muovono su un mercato libero, privo di controlli, e dove l’attendibilità delle stesse risulta compromessa dalla mancanza di riscontri tangibili e ufficiali. Come spiegare il fenomeno dell’omosessualità ai bambini, senza creare pensieri pregiudizievoli? Leggendo i prossimi passi lo scoprirete.

Reperire tutte le informazioni necessarie

La prima cosa da fare è quella di documentarsi efficacemente. Sia per rinnovare le informazioni possedute, sia per cercare di far fronte alle possibili domande che il bambino porrà conseguentemente alle vostre spiegazioni. In secondo luogo, cercate di essere autocritici e cogliete se nei vostri insegnamenti esiste una forma pregiudizievole, che potrebbe influenzare negativamente vostro figlio. Quando un bambino vi chiede il significato della parola “omosessuale”, restate sereni e spiegategli che è una questione di gusti. Come può esserlo portare i capelli neri o rossi, mangiare la cioccolata o un frutto.

Dovete elencare i rapporti sessuali insieme alle altre relazioni, cioè: uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna, evidenziando che la scelta di ogni rapporto dipende da una preferenza naturale, e che non ce n’è una giusta o sbagliata. Più degli insegnamenti diretti finalizzati alla spiegazione dell’omosessualità dovremmo concentrarci sull’educazione subliminale corretta, che li tutela da convinzioni erronee, per la costituzione di una personalità critica e priva di tabù. Bisogna essere preparati a ricevere una determinata risposta, per far sentire il bambino libero nella sua espressione sessuale.

Testare le conoscenze del bambino

Introduciamo l’argomento tentando di capire quello che lui già sa, o le nozioni che ha appreso, in modo da rettificarle se necessario. Chiariamo gli eventuali fraintendimenti riguardo a congetture come l’avere atteggiamenti maschili o femminili, che nulla centrano con la sessualità. L’equivoco del pregiudizio nasce nell’assimilare come sbagliati, dei comportamenti che appartengono all’altro sesso. Come ad esempio un maschietto che gioca con le bambole o una femminuccia che preferisce le macchinine. Lasciate liberamente giocare i piccoli con quello che vogliono, senza censurare il loro istinto. Altrimenti registreranno in quest’azione un comportamento discriminatorio che applicheranno al loro vissuto. E se gli altri bambini li scherniscono, spiegate chiaramente, che chi li schernisce ha solo un concetto sbagliato.

Prendere spunto dai personaggi famosi

Bisogna far comprendere ai bambini che i più piccoli possono avere degli atteggiamenti spontanei verso i compagnetti, e che abbracciarsi tra individui dello stesso sesso non significa essere omosessuali. Spiegategli che la diversità non è qualcosa di cui aver paura o da evitare, ma che al contrario può arricchirci a suo modo. Prendete spunto da personaggi noti omosessuali di cui magari non sospettano per fargli intendere che i gusti sessuali non intaccano le doti personali, la capacità di intrattenere, o di esprimersi. Il segreto sta nel restare neutri anche nella formulazione delle domande riguardo alle loro relazioni emotive. Per esempio “chi è la bambina che ti piace di più?”, sostituendo con “con chi ti piace stare di più?”. In tal modo la domanda non conterrà un aspettativa in merito alla risposta. E insegnategli a non saltare subito a conclusioni, né ad usare aggettivi di schernimento o discriminazione verso altri bambini, specie quelli che danno indicazioni sulle eventuali preferenze sessuali.

Ricercare il significato nel profondo

Il concetto di omosessualità, in realtà, può anche non essere per forza illustrato. È semplice e chiaro a tutti, ma va ricercato molto più nel profondo, forse nei sentimenti stessi. Ad esempio, la spiegazione è celata perfino nella definizione del re dei sentimenti, nella parola “amore”, ovvero una “dedizione appassionata ed esclusiva tra persone, volta ad assicurare reciproca felicità”. Infatti, cercando il lemma “amore” nel dizionario, istintivamente quasi come se fosse animato, questo, parla di persone, indipendentemente dalla loro sessualità.

Spiegare l’omosessualità ad un bambino senza alcun preconcetto sarebbe inutile come spiegargli perché ad alcune persone non piaccia la minestra o i broccoli, o entrambi, magari. I bambini, sanno già tutto, infatti, solo nell’immaginario degli adulti la scoperta della sessualità e l’infanzia sono fasi troppo distanti l’una dall’altra per potersi determinare a vicenda. In realtà, è il bambino stesso che, durante i suoi primi anni di vita, scopre il suo sesso e dello stesso inizia ad averne la consapevolezza. Quindi, coloro i quali indossano le scomode vesti di genitori, debbono in primis assecondare la natura della propria prole e poi, successivamente preoccuparsi di dare una spiegazione a tutto questo.

Spiegare i vari termini

Per avere una buona discussione con i bambini su questo argomento, è importante capire alcuni termini. Molte persone sono a conoscenza delle definizioni di base che si limitano a parole come “gay” o lesbica”, tuttavia c’è molta terminologia che neanche molte persone adulte conoscono. Una delle idee più incomprese è la differenza tra sesso, genere, identità di genere, espressione di genere e orientamento sessuale.

Cominciamo con il termine “gay”, che di solito viene usato per riferirsi ad un uomo che è attratto sessualmente da un altro uomo, ma non può essere usato per descrivere una persona che è attratta da qualcuno dello stesso sesso; mentre per “lesbica” si intende una donna che è attratta sessualmente da un’altra donna.

Con il termine “bisessuale” si indica una persona attratta sessualmente sia da uomini che da donne; mentre “pansessuale” sta per persona attratta sessualmente da tutte le persone, indipendentemente dall’identità di genere.

Con la parola “asessuale” si indica una persona che non è attratta sessualmente da nessun individuo, indipendentemente dall’identità di genere.

Infine, con il termine “transessuale” o “trans” viene definita una persona la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita.

Insegnargli a non discriminare

Anche se l’omosessualità va contro i principi religiosi della Bibbia, dobbiamo far capire ai nostri figli che le persone che hanno un orientamento sessuale diverso dal nostro non devono essere giudicate e discriminate; bensì devono essere rispettate come tutti gli altri esseri viventi. Purtroppo capita spesso, infatti, che le persone omosessuali vengano derise, discriminate e, nei casi più gravi, persino picchiate; questi atteggiamenti sono ovviamente frutto di una cattiva o mancata educazione sull’argomento fin da piccoli. Un bambino che riceve invece un’adeguata preparazione in merito, difficilmente si lascerà influenzare dalle idee sbagliate di altre persone e imparerà a rispettare tutti, a prescindere da tutto.

Un consiglio finale

  • Affrontare l’argomento prima che il bambino comincia fare domande