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Favorire il rilassamento corpo e mente con il metodo Leboyer
09.10.2015
SII CONSAPEVOLE DELLA TUA FORZA
L'ostetrico e ginecologo francese Frédérick Leboyer, ideatore del parto dolce o parto senza violenza, all'interno del volume L'arte di partorire spiega alcuni consigli, raccolti attraverso l'esperienza e il lavoro di una vita, per aiutare le donne a riappropriarsi dell'esperienza del parto, spesso vissuta con molto stress e poca attenzione verso il momento magico della nascita. Questo momento è ben lontano dall'essere esclusivamente dolore e per una donna segna l'ingresso in una nuova condizione: diventare madre. La prima intuizione da tenere a mente? Sai già tutto. Partorire è un atto primordiale naturale, l'irrompere di una nuova vita, un fiume in piena da accogliere in tutte le sue emozioni. Nessuno può dirti ciò che provi se non tu stessa.
NON FUGGIRE DALLE EMOZIONI
“La paura è la molla segreta che fa scattare tutti i meccanismi di potere, di qualsiasi natura esso sia: politico, religioso, o medico” scrive Frédérick Leboyer nella lettera a una madre in attesa di un figlio. Certo, qualsiasi donna di fronte al parto prova un misto fra gioia e paura, ma entrambe fanno parte delle emozioni primarie. Affidarsi all’ostetrica di fiducia o al medico, conoscere i rischi e le modalità del parto non deve diventare una fonte di stress. Spesso le donne, soprattutto con il primo figlio, vengono trattate con una superficialità tale da accentuare l’insicurezza, e poco tatto da parte del personale medico, che, al contrario, non dovrebbe in nessun modo alimentare paure e ansie. Affidati alle tue sensazioni. Abbi il coraggio di circondarti solo di chi percepisci come una presenza positiva e costruttiva, non autoritaria: chi scegli di avere al tuo fianco non è lì per dettare ordini, ma per accompagnarti. Sei tu la madre, hai diritto ad avere il controllo e la libertà del tuo potere personale.
LA POSTURA CORRETTA
Attenzione alla schiena. Come spiega l’autore, la postura di una donna incinta tende alla lordosi lombosacrale. A causa della pancia prominente, la donna asseconda il nuovo stato fisico curvando la schiena in modo innaturale, fattore in grado di peggiorare la respirazione e la condizione della colonna vertebrale. Immagina che un filo esca dalla colonna vertebrale, alzandoti verso il soffitto: stai dritta, ma evita la rigidezza. Fra corpo e mente non c’è una divisione: siamo un tutt’uno. Più ascolti i messaggi del tuo corpo e lo aiuti a stare comodo, minore sarà la tensione muscolare e il dolore causato da posture rigide. Quando siamo il corpo è in uno stato di rilassamento, i livelli di ansia e stress si abbassano: allenare questa capacità, come testimonia l’esperienza di numerose ostetriche, ha un effetto diretto sulla percezione del dolore.
FRA UNA CONTRAZIONE E L’ALTRA
Ascolta il tuo bambino: è lì, nel tumulto di ciò che il parto rappresenta. Trova il silenzio, fuori e dentro di te, concentrati sulle tue sensazioni perché ciò che state attraversando, insieme, tu e lui, è un viaggio nella vita. Non dimenticare la cosa più importante: coltivare la sintonia fra te e il figlio che sta per venire alla luce. Affrontare il dolore con consapevolezza è un’esperienza del tutto differente. Durante le doglie sarebbe preferibile camminare, muoversi, meglio se a piedi nudi. Guarda negli occhi tuo figlio non appena è nato perché questo è il primo contatto, da te a lui, da lui a te.
DONNA E MAMMA, LA TUA CONSAPEVOLEZZA
“Lo giuro! L’unico aiuto affidabile di cui la donna ha bisogno per partorire, lo ottiene esclusivamente da se stessa, da nessun altro. Sono pronto a giurarlo”: risuonano perentorie, forti e piene di speranza le parole di Frédérick Leboyer, nato nel 1918, in un’epoca in cui i bisogni della madre e del bambino non costituivano la preoccupazione principale. Questo non significa non dover chiedere aiuto o agire da sola, ma semplicemente nutrire la propria coscienza di madre e donna che decide, sentire il potere della propria consapevolezza. Il suo metodo del pioniere del parto dolce ha rivoluzionato l’approccio alla nascita: a lui si deve l’introduzione del massaggio neonatale e l’intuizione di una delicatezza come rispetto alla persona, fra cui ritroviamo la pratica di porre il bambino sull’addome della madre, subito dopo il parto e prima del bagnetto, là dove il contatto epidermico segna il primo luogo dell’incontro fra mamma e figlio, nel calore di due cuori che battono all’unisono.
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