Quando il genitore scredita l'altro davanti figli
Molto spesso si crede che sia la separazione in sé fonte di disagi profondi da parte del o dei propri figli. In realtà, al di là del dispiacere che un bambino può vivere per l’assenza di entrambi i suoi genitori in casa, i figli vivono in modo molto più amaro, sino a sviluppare vere e proprie sintomatologie, in presenza della conflittualità.
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La conflittualità che molto spesso accompagna le separazioni coniugali, rende ciechi i genitori dei bisogni effettivi ed affettivi dei propri figli: la separazione dei genitori significa per il bambino avere un padre ed una madre che non si amano più, innescando in lui conflitti e domande sul se sia giusto continuare ad amare entrambi dal momento che loro non si amano più. Molte volte i genitori, consciamente o inconsciamente, quando soprattutto si contendono l’affidamento del bambino, lo “chiamano” ad effettuare una scelta tra di loro.
Dell’Antonio (1984) riporta che questa scelta aumenta il disagio del bambino stesso, in un contesto in cui vi sono i genitori che si trovano in un momento di crisi in cui prevalgono sensi di inadeguatezza e bisogni di trovare all’esterno di sé conferme della loro validità, sia come persone, che come genitori, cercando quindi questa conferma nel ruolo che rivestono; il figlio da parte sua si trova in una situazione concreta di perdita di riferimenti e di rapporti che non ha voluto e che spesso nemmeno si aspettava e quindi in una situazione di lutto.
Quando i genitori non riescono a superare la crisi personale innescata dalla separazione e quindi trovare dentro di sé motivi di autostima, sospinti anche da motivazioni di conflittualità latente, hanno bisogno di definire il coniuge negativamente e quindi anche di definirlo “inidoneo” nel ruolo genitoriale. Da qui la sempre più frequente denigrazione dell’altro genitore agli occhi del figlio e la richiesta, formulata in modo più o meno esplicito, che anche il figlio contribuisca a tale definizione, scegliendo lui come unico genitore…tutto ciò comporta un vissuto di profonda conflittualità interna, spesso piuttosto dannosa.
Per un figlio è come trovarsi davanti ad un bivio, che lo costringerà comunque a rinunciare ad un qualcosa che sino ad allora aveva per lui senso. Cosa fare dunque se l’ex coniuge si pone in questo modo, mostrando di voler manipolare il proprio figlio e spingendolo ad avere una pessima percezione dell’altro? Affrontarlo a volte risulta controproducente e perciò l’unica cosa possibile da fare è aprire un dialogo con il proprio figlio, cercando di curare la relazione il più possibile, evitando allo stesso tempo che però si parli ancora dell’altro come nemico da abbattere, o genitore da denigrare a sua volta.
Se infatti il rapporto è realmente valido dal punto di vista affettivo, non ci sarà figlio che potrà essere convinto del contrario, perché l’attaccamento positivo creatosi fino a quel momento farà certamente da scudo a qualsiasi forma di persuasione alternativa. Inoltre è assai importante che sia chiaro che un conto è il ruolo all’interno della coppia e gli errori che possono riguardare il rapporto tra i due ex coniugi, altro è il ruolo del genitore e la sua capacità di dare sicurezza e appoggio ai suoi figli. Questo permetterà al bambino o al ragazzo di cominciare a farsi una propria idea, scevra da qualsiasi forma di condizionamento esterno. In questi casi è proprio il caso di dire che alla fine l’amore vince sempre!