La famiglia patriarcale
La tipica famiglia patriarcale è in via di estinzione, almeno per quanto riguarda i paesi occidentali, ma in alcuni luoghi e strati sociali è ancora presente, ancor più nei piccoli centri e soprattutto nei nuclei familiari in cui vi è un solo reddito, assicurato per lo più dall’uomo ed in cui le condizioni sociali e culturali non consentono alla donna di portare avanti un’attività professionale.
Molto spesso è la donna stessa, che a fronte di una o più gravidanze, preferisce dedicarsi ai figli, o perché proviene lei stessa da un modello familiare tradizionale e patriarcale (monoreddito) o perché pensa di non poter fare più cose insieme nel modo migliore, assicurando una presenza di qualità alla prole….a volte perché desidera godersi i figli il più possibile ed evitare che siano nonni o tate ad occuparsi della loro educazione. Poi esistono situazioni in cui la donna perde il lavoro e decide di propendere per una vita dedicata alla famiglia, piuttosto che trovare una nuova occupazione non soddisfacente.
Come funziona la terapia di coppia
In tutti questi casi è certamente l’uomo a portare a casa i soldi necessari a vivere, a mantenere figli e moglie e a provvedere a tutte le spese, comprese quelle relative alla casa. Spesso quindi è anche colui che prende la maggior parte delle decisioni pratiche e organizzative, tenendo più o meno in considerazione l’opinione del resto della famiglia. Una famiglia tipica, dunque, in cui la donna provvede a tutte le faccende domestiche e/o relative alla vita dei figli, in cui risulta perciò difficile ricavarsi spazi personali o potersi godere i propri soldi, da spendere in totale autonomia. Questo molto spesso crea problemi alla donna in primis ed in seguito alla coppia, che a differenza dei tempi passati, non vive più solo per i figli e sempre più cerca spazi di evasione.
La donna che vive il ruolo rigido di mamma e di moglie, ma che non ha spazi personali da coltivare, se non al fianco del proprio marito, potrebbe alla lunga risentirne e non riuscire più con il tempo a godersi i momenti in famiglia, a meno che non riesca ad arricchire la vita attraverso frequentazioni sociali, e coltivando sempre più hobby e passatempi stimolanti di sua iniziativa.
Le donne che infatti hanno il ruolo di “moglie di” e “madre di” riescono a vivere con soddisfazione la tradizionale famiglia patriarcale solo se in realtà impareranno a rendersi attive in altro modo; poter decidere liberamente come dove e quando dedicarsi a sé stesse, senza risentire troppo della dipendenza economica dal coniuge.
Le restrizioni o costrizioni infatti non hanno mai aiutato la coppia a vivere con soddisfazione il proprio spazio intimo e di condivisione familiare o sociale, e dei margini di libertà di scelta personale devono sempre essere garantiti in qualsiasi tipo di famiglia, più o meno tradizionale.
L’impatto sui figli è naturalmente consequenziale. Se la coppia sarà infatti soddisfatta e aperta alla vita sociale e l’uomo non vivrà il suo ruolo come determinante in tutto e per tutto, al di là dell’aspetto economico, lasciando spazi di confronto e libera decisionalità della donna, i figli potranno godere di una presenza materna serena e consapevole delle proprie scelte e di un clima positivo in famiglia.
L’aspetto determinante è rappresentato dal grado di consapevolezza e libertà di scelta condivisa da parte della coppia, ossia da quanto la coppia stessa si è saputa confrontare in modo libero e rispettoso sul da farsi e su cosa sia meglio per tutti, senza che venga trascurato il benessere di nessuno. A questo punto qualsiasi scelta si dimostrerà vincente, persino quella che andrà in una direzione in cui i ruoli potrebbero sembrare un po’ rigidi. La possibilità inoltre di poterli rivedere e ritrattare darà la possibilità a ciascuno di potersi mettere nuovamente in gioco in modo diverso, sperimentando nuove realtà e nuovi equilibri.