Il “mestiere” genitoriale è, per definizione, il ruolo più complesso e azzardato che ci si possa trovare a vivere. Sia dal punto di vista femminile, sia dal lato maschile. Potremmo affermare che la genitorialità non fa sconti di genere e coglie tutti impreparati. Perché diventare mamma e papà e poi crescere in questi ruoli è un divenire continuo, un mettersi in discussione senza fine. Un vero banco di prova per la pazienza e per le convinzioni di cui, fino a poco tempo prima, si era certi non si sarebbero mai messe in dubbio. E invece, tutto può cambiare.
Cosa comporta, in particolare, crescere figli maschi oggi? Responsabilità molto grandi ma anche opportunità incredibili di crescita personale. Dal lato femminile, per una mamma, interfacciarsi con un figlio maschio può significare incontrare autenticamente e senza filtri le modalità e il linguaggio dell’universo maschile. Per un papà, invece, può voler dire persino rimettere in gioco se stesso per poter dare un esempio migliore, riscoprendosi nuovo e rigenerato nella paternità.
Il genere
Forse, tra le prime responsabilità di chi cresce un figlio maschio, rientra proprio la distruzione di ogni preconcetto di genere. Una distruzione che, qui, però significa ricostruzione di intere generazioni nel nome della parità di genere e opportunità.
Lasciando libero il proprio figlio di esprimere inclinazioni, desideri, curiosità senza limitarlo in assurde etichette, diventa più concreta la possibilità che cresca come un uomo libero. Un uomo che non è stato giudicato e incasellato da bambino, difficilmente sarà un uomo pronto a giudicare e arginare il prossimo in rigide classificazioni.
Le relazioni
Un altro insegnamento fondamentale, trovandosi a educare un figlio maschio, riguarda senza dubbio il ruolo all’interno delle relazioni interpersonali e, soprattutto, sentimentali (che si tratti di relazioni d’amore con donne o con altri uomini, poco cambia). Sono troppi i casi di femminicidio e violenza (anche “solo” psicologica) sui partner in generale.
Ovviamente, in questi episodi drammatici, entrano in gioco moltissime variabili e, non sempre, la “colpa” è ascrivibile all’educazione ricevuta all’interno della famiglia. Grandi responsabilità sono anche della società nel suo insieme, delle esclusioni, delle performance richieste, della diseducazione emotiva che domina le relazioni con l’altro. Dunque, il ruolo dei genitori dovrebbe fondarsi su una rieducazione all’empatia, alle emozioni, al mondo che spesso resta sommerso nelle nostre profondità e che, a volte, purtroppo emerge nel modo più sbagliato.
È importante insegnare ai figli, anche attraverso l’esempio, a saper esprimere le emozioni. Tra quest’ultime, è cruciale che i ragazzi apprendano a esprimere e nominare correttamente la rabbia e la frustrazione. Percepire queste sensazioni e verbalizzarle insieme ai genitori e con se stessi, permette di cercare la via migliore per incanalarle senza riversarle sull’altro (e sui partner futuri).
Bulli? No, grazie
Un ulteriore aspetto, su cui oggi è importante lavorare molto come genitori di figli maschi (anche se il problema non risparmia ovviamente nemmeno le femmine, oggi numerose nelle vesti di “bulle”), è la prevenzione del bullismo. E, in questi casi, si tratta di un discorso a due facce: prevenire la nascita di futuri bulli e prevenire la condizione silenziosa di vittima.
Questo tipo di lavoro deve essere svolto da più parti: dalla famiglia, dalla scuola e dalla società. È fondamentale che i genitori riescano a cogliere i segnali prematuri di comportamenti violenti e vessatori, così come di sofferenze dovute a soprusi e abusi di vario tipo. Per poter svolgere al meglio questo questo compito, può essere utile farsi affiancare da esperti e confrontarsi con gli altri genitori. Mettersi in discussione e lasciarsi consigliare sono due azioni molto importanti relative alla genitorialità.
I pericoli del web
Educare un figlio maschio, oggi, vuol dire anche confrontarsi con un mondo insidioso come quello virtuale. Con il vantaggio, però, di farne parte anche come adulti (vedi alla voce social network) e, dunque, di conoscerne dall’interno meccanismi e rischi.
È importante spiegare ai figli il valore della privacy e del pudore nel mostrare la propria intimità al mondo intero. In questo caso, rientra in gioco l’educazione all’affettività e alle emozioni. Insegnare a esprimersi in modo sano e autentico, porta i figli a desiderare relazioni che siano quanto più vere e non confinate al virtuale.
In tal senso, può rivelarsi molto utile favorire le attività sportive e creative, tutto ciò che si può sperimentare nel mondo reale. Togliere fascino al virtuale significa anche mettere i figli al corrente dei reali pericoli a cui vanno incontro, spiegando loro come fare per tutelare la propria privacy, quella degli amici e anche quella della famiglia. Per accedere a questo mondo in totale sicurezza e con intelligenza.