Si pensa sempre al diabete come a una malattia degli adulti. E invece, purtroppo, può colpire anche i bambini. In Italia sono oltre 20 mila i piccoli che ne soffrono. E i numeri continuano a crescere: ogni anno si registrano da 13 a 17 nuovi casi ogni 100 mila under 14. Non a caso sta per partire nelle scuole e negli studi pediatrici una campagna di informazione su questa malattia.
«Molti pensano che per soffrire di diabete bisogna necessariamente avere un precedente in famiglia» spiega Franco Cerutti, presidente della Siedp, la società che riunisce i diabetologi pediatri. «In realtà, solo quattro piccoli pazienti su 100 hanno un fratello con la stessa malattia. Per questo bisogna stare molto attenti ai campanelli di allarme». Bisogna prestare attenzione se da un po’ di tempo il bambino ha sempre sete e beve più del solito, fa molta pipì e, in più, sta dimagrendo. Sono i tre segni tipici del diabete. Oltre a questi, talvolta compare l’enuresi notturna, cioè il bimbo riprende a bagnare il letto di notte, e si scatena una forma di candidosi alle parti intime che non si risolve nonostante le cure.
All’inizio c’è anche un aiuto psicologico «È normale sentirsi frastornati di fronte alla diagnosi e avere mille timori sul futuro» dice la dottoressa Ivana Rabbone, diabetologa del reparto di diabetologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita di Torino. «Per questo la famiglia viene seguita inizialmente da un team di specialisti che prevede la presenza anche dello psicologo. Con l’obiettivo di insegnare la gestione quotidiana della malattia. Certo, al momento dal diabete non si guarisce. Ma gli studi confermano che se i bambini seguono bene le terapie, la qualità della vita è pari a quella dei coetanei non diabetici».
La cura consiste in iniezioni di insulina, da fare almeno quattro-cinque volte al giorno. Il farmaco lo devi dosare tu in base alle necessità, ma non puoi sbagliarti: è contenuto in una specie di penna stilografica con i dosaggi visibili, munita di un ago piccolo e molto sottile. Queste “penne” fra l’altro sono colorate e disegnate per aiutare il bambino a non avere paura dell’iniezione. E per facilitare la vita dei malati più grandicelli c’è anche un nuovo microinfusore.
Questi apparecchietti non sempre piacciono perché comunque si notano. Il più recente è grande quanto un iPod e si fissa sulla pancia o sul braccio grazie a un cerotto superadesivo che non si stacca neanche in acqua. Permette la somministrazione di insulina a seconda le esigenze del momento attraverso un aghetto sottilissimo sottocute. Anche i glucometri per misurare il livello degi zuccheri nel sangue sono diventati più smart. E oggi esiste persino un modo di controllare in continuo la glicemia. L’ultimo arrivato è un sensore che si applica sulla parte posteriore del braccio: registra il valore dello zucchero senza necessità di pungere troppo spesso il dito.
Basta una dieta equilibrata Una delle preoccupazioni maggiori dei genitori dei piccoli diabetici riguarda l’alimentazione. Che si teme diventi troppo punitiva. In realtà non è così. In pratica, si tratta di seguire la dieta mediterranea, inserendo però quanto possibile i cibi integrali: in questo modo si mantiene più stabile il tasso di zuccheri nel sangue. E si tiene lontano il pericolo di ipoglicemie, cioè di bruschi cali dei livelli di glucosio.
«Con un’alimentazione calibrata il bambino ha l’energia necessaria per dare sfogo alla sua vivacità» dice la dottoressa Rabbone. «E anche per continuare a fare attività sportiva, che è importante per il suo sviluppo fisico e psicologico. Nessuna proibizione quindi. Noi abbiamo bambini che stanno persino seguendo corsi di subacquea».