Le donne in generale sono una risorsa sul lavoro, non solo le mamme. Abbiamo una rappresentatività femminile piuttosto elevata: quasi il 50% delle nostre dipendenti è donna. Vorremmo però avere più donne nelle aree di responsabilità più elevate: in azienda, circa il 25% delle donne sono quadri o dirigenti, il che, rispetto al mercato italiano non è male ma vogliamo avere una effettiva rappresentatività. Il talento è in casa e abbiamo capito che dobbiamo fare tutto quel che possiamo perché questo talento si esprima.
Come mai avete il 50% dei dipendenti donne?
Perché Nestlé è un’azienda molto marketing oriented è quindi molto femminile. La fonte di reclutamento iniziale è caratterizzata da una forte presenza femminile. Vogliamo donne candidate, vogliamo che le donne siano una presenza forte. Questo premia, forse dico una banalità ma la diversità è una risorsa. Chi non innova nel nostro mercato è perdente, per noi è un ragione di successo.
Il telelavoro è previsto solo come una condizione “occasionale”, limitata a certi periodi di tempo?
Il telelavoro è una forma strutturata di lavoro a distanza, la nostra intenzione è quella di andare in una direzione di lavoro agile: lavorare ovunque in contesti non abituali, perché la tecnologia lo consente. La nostra azienda pone molto l’accento sulla performance non sulla presenza. La presenza è importante perché crea clima, crea cultura aziendale e spirito di squadra ma non per la performance. Il telelavoro è solo l’inizio di un percorso verso il lavoro agile. L’organizzazione del lavoro di oggi risente ancora di una tecnologia di 20/30 anni fa in cui ancora una certa tecnologia non esisteva e il modello maschile era prevalente. Il nostro modello è la flessibilità che significa più part-time, anche a livelli dirigenziali. A noi interessa non solo il cosa ma anche il come.
Da due anni è attivo il progetto 90 giorni che prevede dei centri estivi all’interno dell’azienda per i figli dei dipendenti: una manna dal cielo per tutti i genitori dipendenti del gruppo?
E’ un progetto semplice ma che ha un successo notevole e che nasce dalle donne: abbiamo attivato dei pranzi di primavera a cui partecipano tutti in cui si parla di conciliazione. Le donne hanno tirato fuori il problema: finisce la scuola e non sappiamo dove portare i nostri figli . E’ nato tutto lì. Abbiamo creato dei campus all’interno dell’azienda gestiti da professionisti. L’investimento è stato piccolo ma il risultato grande, è calato l’assenteismo. L’azienda si prende cura della conciliazione. I centri sono quasi interamente a carico dell’azienda, il contributo dei genitori è limitato ed abbordabile.
Congedo di paternità: Nestlè è all’avanguardia anche sotto questo profilo. Voi avete previsto ben due settimane non alternative a quelle usufruite dalla mamma e in cui integrate lo stipendio al 100%, giusto?
Sì, il congedo per il padre non è alternativo a quello della mamma, sono due percorsi autonomi, è una misura destinata ai padri. E’ un tema di divisione dei ruoli. Vogliamo che accada per permettere alle donne di avere più tempo per gestire il rientro ma anche per cambiare mentalità nei maschi. Si dice che le donne sono multitasking ma anche gli uomini possono esse